Roma - Napoli 2 - 1: I Giallorossi chiudono al sesto posto

Roma - Napoli 2 - 1: I Giallorossi chiudono al sesto posto

Di Fabrizio Landolfi

Domenica sera la Roma di Andreazzoli ha avuto la meglio sul Napoli allo stadio Olimpico, nell’ultima giornata di campionato. Il risultato finale è stato di 2-1, con reti di Marquinho al 47’ e di Destro al 59’ per i giallorossi, mentre per il Napoli ha accorciato le distanze il solito Cavani all’84’. La Roma ha quindi chiuso il campionato al sesto posto, sorpassando la Lazio, che è stata battuta 1-0 a Cagliari. 

IL TABELLINO 

ROMA: Lobont; Torosidis (67' Piris), Burdisso, Castan, Dodò (80' Perrotta); Bradley, Tachtsidis; Lamela, Pjanic (76' Florenzi), Marquinho; Destro 
A disp.: Goicoechea, Svedkauskas, Romagnoli, Taddei, Lucca, Florenzi, Osvaldo, Lopez 
All.: Andreazzoli 

NAPOLI: Rosati; Rolando, Cannavaro (73' Calaiò), Britos (53' Armero); Maggio, Behrami, Dzemaili, Zuniga; Hamsik; Pandev (7' El Kaddouri), Cavani. 
A disp.: De Sanctis, Colombo, Gamberini, Grava, Mesto, Radosevic, Inler, Donadel 
All.: Mazzarri 

Marcatori: 47' Marquinho, 59' Destro, 84' Cavani 

Il campionato è finito, ma non è ancora tempo di bilanci in casa giallorossa, poichè deve ancora arrivare l’appuntamento più atteso, ovvero la finale di Coppa Italia contro la Lazio che si giocherà domenica alle 18. Nel frattempo la Roma ha chiuso al sesto posto, dietro a Fiorentina ed Udinese che sono già qualificate per l’Europa League, ma con un punto in più della Lazio. C’è quindi la soddisfazione di aver superato i rivali cittadini all’ultima giornata, cosa che per il pubblico di Roma ha sempre la sua importanza, ma da questo punto di vista la vera soddisfazione sarebbe vincere la finale-derby. Domenica sera, come previsto, Roma e Napoli hanno giocato con ritmi molto simili a quelli di un’amichevole. Andreazzoli ha lasciato in panchina Osvaldo, probabile titolare nella sfida con la Lazio, schierando titolare Destro, mentre a centrocampo ha dato spazio a Tachtsidis, impiegato ben poco nella sua gestione. Per i partenopei, che avevano già la certezza matematica del secondo posto, è stata soprattutto la partita d’addio di Walter Mazzarri, che ha salutato Napoli nel dopo-partita. I giallorossi comunque hanno sfruttato le occasioni create meglio degli avversari, andando in gol ad inizio secondo tempo con Marquinho: il centrocampista brasiliano conferma ancora una volta la sua propensione al gioco offensivo e al tiro in porta. Più tardi ha raddoppiato Destro, con una bella azione che gli ha permesso di ingannare Rolando con una finta e battere il portiere Rosati. Nel finale il gol di Cavani, capocannoniere della serie A e simbolo della squadra di Mazzarri. Il pubblico dell’Olimpico, nonostante i tre punti, ha espresso il suo disappunto per la stagione deludente della Roma con alcuni striscioni, in particolare chiedendo ai suoi di vincere a tutti i costi la Coppa Italia. La vitale importanza della finale di domenica è innegabile, ma a prescindere da come andrà possiamo intanto dare un giudizio, dal punto di vista tecnico, sul campionato dei giallorossi. La stagione era iniziata con grande entusiasmo da parte di tutti, per il ritorno a Roma di Zdenek Zeman, allenatore molto amato dalla tifoseria e maestro del gioco offensivo, spettacolare e veloce. Purtroppo, le speranze del pubblico non si sono trasformate in realtà: la Roma che sognavamo ad inizio stagione si è vista solo in alcune partite, e la seconda avventura del boemo si è conclusa con un amaro esonero. Zeman ha commesso degli errori quest’anno: probabilmente si è reso conto troppo tardi che la squadra non era costruita in maniera adatta per giocare il suo calcio, soprattutto per quanto riguarda il reparto d’attacco e gli esterni. In più, il tecnico boemo ha confermato di avere difficoltà nella gestione dello spogliatoio, soprattutto quando incontra giocatori che, a torto, si dimostrano ostili al suo modo di farli lavorare. Tuttavia, se il campionato è stato deludente, gran parte delle responsabilità ricadono proprio sui giocatori, ai quali è mancata la giusta mentalità. Tante prestazioni negative, a volte addirittura imbarazzanti, che il tifoso romanista ha dovuto digerire quest’anno, non possono essere giustificate solo da questioni legate all’allenatore o alla tattica. E’ mancato il carattere, in questa Roma tenuta a galla quasi sempre da Francesco Totti, un campione straordinario che continua ad essere l’anima della squadra e a fare la differenza. Per quanto riguarda gli altri attaccanti, c’è stata troppa discontinuità, che ha reso la Roma ancora più dipendente dal Capitano trentaseienne. In questo campionato è mancato anche De Rossi, o meglio il De Rossi capace di essere leader in campo, di incitare e trascinare i suoi compagni di squadra, di infondere grinta al gruppo, oltre che di giocare ai livelli di qualche tempo fa. Il rapporto difficile con Zeman non era l’unico problema di questo giocatore, che non è tornato ai livelli di prima nemmeno dopo il cambio di allenatore. Aurelio Andreazzoli, sostanzialmente ha provato a far giocare la squadra in un modo diverso da quello proposto da Zeman, pur di cambiare rotta, ma ha dimostrato di non avere le idee molto chiare. La società si è affidata a lui come traghettatore, ma una sua conferma per il futuro, oltre a non essere probabile non sarebbe nemmeno opportuna. James Pallotta e la dirigenza della Roma dovranno scegliere un nuovo tecnico per la Roma, ma quest’ultimo potrà fare bene solo a patto che gli venga costruita una squadra competitiva e motivata. Questo dipenderà dalla società, dagli investimenti che verranno fatti sul mercato, e dal supporto che i dirigenti daranno all’allenatore nella gestione del gruppo. Il prossimo sarà il terzo anno con la nuova società: di esperimenti ne sono stati fatti tanti, di cui la maggior parte non hanno avuto un esito positivo. E’ ora di cercare garanzie e di puntare ai risultati in tempi più brevi possibile.

Fabrizio Landolfi
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