Cesena – Napoli 1 - 3: nel segno del 17
Pubblicato da
Andrea
on domenica 11 settembre 2011
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Cesena – Napoli 1 - 3: nel segno del 17
Di Paolo Esposito
Partenza col botto per il nuovo Napoli, che al Manuzzi schianta il Cesena e manda subito segnali importanti al City, prossimo avversario di Champions, ma soprattutto al Milan, in vista della super sfida di domenica prossima al San Paolo. Alcuni cambiamenti dell’ultimo minuto su entrambi i fronti. I padroni di casa hanno dovuto fare i conti con la febbre di Ghezzal, sostituito da Candreva nel ruolo di ala, con la promozione tra i titolari di Guana al fianco di Colucci e Parolo in mediana. Mazzarri invece rinuncia ad Hamsik per precauzione, preferendogli Santana.
Parte bene l’undici in maglia gialla, anzi benissimo, tant’è che dopo meno di cinque minuti è già in vantaggio, grazie ad una rimessa laterale da metà campo ad opera di Campagnaro, che trova Lavezzi liberissimo e gli serve il pallone con un lancio alla Rory Delap. Il pocho non si fa pregare, piazzando un pallone potente tra palo e portiere.
Alla distanza cresce il Cesena, che trova in Mutu e Candreva due redditizie fonti di gioco, ben innescate dal motorino Guana e dall’ottimo Parolo. I bianconeri trovano il pareggio a metà tempo con Guana, bravo a sfruttare un guizzo di Eder e ad anticipare Cannavaro al limite dell’area piccola.
Nel secondo tempo la partita cambia volto. In dieci minuti Benalouane rimedia due ammonizioni, che gli costano il rosso, e Mazzarri decide di spingere sull’acceleratore, inserendo Hamsik per Santana e Pandev per Aronica. Scelte più che indovinate visto che lo slovacco confeziona prima l’assist che da azione di calcio d’angolo mette Campagnaro in condizione di segnare il 2-1. Poi lascia partire un potentissimo sinistro dal limite dell’area, dopo una corta respinta della difesa cesenate, che si insacca inesorabilmente alle spalle dell’incolpevole Ravaglia. Degno di nota è anche il gol incredibilmente sbagliato da Pandev, sul 2-1, che a porta vuota e a cinque metri dalla linea mette il pallone sulla traversa, vanificando così una progressione imperiosa di Maggio, che solo davanti al portiere aveva preferito l’altruismo, servendo appunto il macedone.
Si conclude quindi tra gli olé dei settemila napoletani a Cesena una partita in cui il Napoli ha sofferto, ma che alla fine ha vinto, meritando, con il piglio della grande squadra. Difesa ancora da registrare, Cavani un po’ giù di corda, ma questa è una squadra che ha in Campagnaro un validissimo elemento in marcatura e in impostazione. Lavezzi è il solito uomo in più tra le linee, tra l’altro già in ottima forma. In mezzo al campo Inler è semplicemente sontuoso, con una percentuale d’errore vicina allo zero. Lo svizzero chiude l’azione avversaria, riparte, si inserisce alla ricerca della verticalizzazione decisiva, lancia i compagni a quaranta metri con una naturalezza disarmante, una precisione millimetrica e un numero di volte che sfiora la cinquantina. E pensare che al suo fianco Dzemaili non sfigura per niente, senza dimenticare che le alternative, se così possono chiamarsi, rispondono ai nomi di Gargano e Donadel.
L’aspetto più curioso della serata, per gli scaramantici napoletani, è il numero diciassette. Il numero di Hamsik, decisivo in terra romagnola. Ma diciassette è anche il numero di anni dai quali il Napoli, guidato da Guerini, non vinceva la prima di campionato: era il 4 settembre del 1994, uno a zero alla Reggiana, Benny Carbone risolse una partita soporifera. Ma lasciamo che l’album dei ricordi, soprattutto quelli brutti, si chiuda qui.
Paolo Esposito
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