C'era una volta il Leeds United (1° Parte)

C'era una volta il Leeds United (1° Parte)

Di Andrea Cosentino

Sembra essere passato un secolo da quella semifinale di Champions League contro il Valencia, eppure sono passati solo 9 anni: era esattamente l'8 Maggio 2001. Guardando oggi la classifica di Premier League, il Leeds non c'è più, bisogna scendere nella Championship e guardare nelle posizioni Playoff per trovarlo. Dalla stagione 2004/2005, infatti, i “Peacocks” navigano nelle serie minori e dopo aver sfiorato più volte la promozione dalla League One alla Championship, soltanto l'anno scorso sono riusciti nell'impresa di tornare nella Seconda Divisione Inglese.


Prima dell'implosione finanziaria del 2004, tuttavia, il Leeds United era una delle squadre sulla cresta dell'onda e primeggiava anche in Europa. Il cammino per giungere ad un tale livello partì da molto lontano, esattamente dal 1988, la stagione che i tifosi dei “Whites” ricordano come la partenza della seconda “Golden Age”. Nell'Ottobre del 1988, il Leeds guidato da Bill Bremner, che da giocatore vantava ben 587 presenze e 90 gol con la maglia dei “Peacocks”, oltre alla fascia di capitano, si trovava in 21° posizione nella Second Division. Il Manager venne esonerato ed al suo posto la panchina venne affidata a Howard Wilkinson. Il coach di Sheffield condusse alla salvezza la squadra in quella stagione e nella successiva riuscì nell'impresa di ottenere la promozione in First Division. Nella stagione 90/91 ad Elland Road si festeggiò il 4° posto in classifica e nella successiva addirittura la vittoria del campionato. Nonostante questo, il Leeds nella stagione 92/93 uscì dalla Champions League nei primi turni e finì 17° in First Division. Nel 95/96 i “Whites” persero la finale di Coppa Lega contro l'Aston Villa, con un posizionamento finale di 13° in campionato. Nella stagione successiva, dopo una sconfitta per 4-0 contro il Manchester United, Wilkinson vide terminare il suo contratto ad Elland Road.

Nonostante le stagioni altalenanti, inframezzate dal 4° posto del 90/91 e dalla First Divison vinta nell'anno successivo, l'apporto che diede Wilkinson nella costruzione del Leeds moderno fu molto importante. Insieme a Paul Hart, infatti, la migliorarono moltissimo la “Leeds United's youth academy” , sfornando tantissimi giocatori talentuosi durante gli anni. 

Billy Bremner ed alcuni elementi del Leeds 86/87
Il posto di Howard Wilkinson fu preso da George Graham. Come prima mossa, il tecnico Scozzese si aggiudicò le prestazioni di Jimmy Floyd Hasselbaink (in due anni realizzerà la bellezza di 34 reti con la maglia dei “Peacocks”). Inoltre, il nuovo coach, fece inserire gradualmente in prima squadra alcuni giovani molto importanti. Alla fine della stagione i “Whites” ottennero la qualificazione alla Coppa Uefa. Nell'Ottobre del 1998 Graham si accasò al Tottenham, lasciando vacante la panchina di Elland Road. Vi si sedette David O'Leary, che come inizio, si vide sfuggire Hasselbaink, che dopo non aver raggiunto l'accordo per il rinnovo del contratto passò all'Atletico Madrid. O'Leary fu l'artefice dell'arrivo all'apice della società guidata allora da Peter Ridsdale (che si rivelerà anche disgrazia anni dopo).

Il Leeds costruito da David O'Leary potè avvalersi anche di un assistente di tutto rispetto: Eddie Gray. É sullo sviluppo di questi anni che ci vogliamo soffermare.

Stagione 1999/2000:

Nella stagione 99/2000 il Leeds ebbe grosse difficoltà sul mercato: dopo aver ceduto, per la cifra record di 12 milioni di sterline, l'attaccante Hasselbaink all'Atletico Madrid, O'Leary dovette anche rinunciare a Kieron Dyer, che dopo essere stato lungamente corteggiato dai “Whites”, si accasò al Newcastle. Altro affare non andato in porto fu quello relativo a Willem Korsten: l'attaccante Olandese giocò in prestito al Leeds la parte finale della stagione 98/99, ma al momento di essere riscattato preferì seguire George Graham a White Hart Lane.

Lucas Radebe e David O'Leary
Al termine della sessione di mercato nel West Yorkshire arrivarono Michale Bridges dal Sunderland per 4,5 milioni di sterline, Danny Mills (giovane terzino destro molto promettente) dal Charlton e Michael Duberry centrale di difesa proveniente dal Chelsea per un totale di 9 milioni di sterline, Darren Huckerby dal Coventry e lo sconosciuto centrocampista Norvegese Eirik Bakke per quasi 2 milioni di sterline. 

L'ossatura internazionale della rosa era ancora presente con Nigel Martyn, Ian Harte, Alfie Haaland, Lucas Radebe, David Hopkin, David Batty e Harry Kewell, oltre che il giovane Jonathan Woodgate esordiente in Nazionale maggiore proprio in quella stagione. I tifosi dei “Peacocks” tuttavia si preoccuparono molto di più del problema gol: ora che Judas Jimmy Hasselbaink (ribattezzato così dopo non aver rinnovato l'accordo ad Elland Road) era approdato al Vicente Calderon, chi avrebbe garantito il medesimo bottino di reti nel Leeds? La conferma del problema si ebbe già nella prima gara stagionale, un pari a reti bianche con il Derby County. Michael Bridges realizzò una tripletta alla seconda stagionale, nello 0-3 a Southampton, ma fu soltanto una parentesi. Nella gara successiva il Leeds cadde ad Old Trafford per 2-0 e l'uomo più pericoloso fu Harry Kewell. La quarta e la quinta giornata della stagione 99/2000 fecero scatenare i dubbi sulle potenzialità dei “Whites” di quell'anno: la vittoria sul Sunderland in casa e la sconfitta con i vecchi rivali del Liverpool sempre ad Elland Road, portarono tifosi e stampa ad affermate che il Leeds non era competitivo in Premiership e tantomeno in Europa. O'Leary, per molti, doveva essere sostituito perchè immaturo. Si sbagliavano: le cose cambiarono radicalmente già la settimana seguente.

Eirik Bakke con la maglia del Leeds
Il 28 Agosto del 1999, Alan Smith segnò la sua prima rete stagionale a White Hart Lane e fu espulso per un fallo. Nonostante questo il Leeds portò a casa i 3 punti, grazie ad un punteggio finale di 1-2. L'aggressività e la volontà di Alan Smith ebbero un grandissimo effetto sui compagni, provocando una reazione a catena. La settimana successiva i “Peacocks” passarono a Coventry per 4-3. Ma la grande sorpresa fu la prestazione in Europa: sotto di 1-0, a Belgrado contro il Partizan, i “Whites” uscirono vittoriosi per 1-3, grazie tra l'altro ad una doppietta di Lee Bowyer. In quel periodo il rapporto con la rete del centrocampista tuttofare fu assolutamente incredibile: alla fine di Ottobre vantava già 7 reti in 15 partite tra tutte le competizioni.

Alan Smith all'esordio con la maglia del Leeds, in rete per il pari contro il Liverpool
Una delle partite più spettacolari di quella stagione fu sempre in Ottobre: a Goodison Park andò in scena un Everton – Leeds terminato sul punteggio di 4-4, esattamente il 24 Ottobre 1999. I “Peacocks” si presentarono alla gara reduci da 10 vittorie consecutive in 55 giorni, con 24 reti fatte e solo 9 subite. La striscia di risultati utili cominciò a far credere alle possibilità di lotta per il titolo da parte della compagine di O'Leary (dai tempi di Don Revie non si avevano risultati simili). I “Whites” si aggiudicarono inoltre il passaggio al Terzo Turno di Coppa Uefa, infliggendo (dopo il 4-1 in Russia) un secco 3-0 alla Lokomotiv Mosca. Nel turno successivo il Leeds si scontrò con i rivali della Lokomotiv, ossia lo Spartak Mosca. Nella partita d'andata che si giocò a Sofia, per via dell'impraticabilità del campo di Mosca ghiacciato, i Russi s'imposero per 2-1. La partita di ritorno fu molto tirata. Ad Elland Road la partita non sembrava volersi sbloccare: soltanto un corner di McPhail con incornata di Radebe, consentì al Leeds di superare il turno.

Nel periodo successivo, complici numerosi avvenimenti, come il coinvolgimento di Bowyer, Woodgate, Duberry e l'attaccante di riserva Hackworth in un incidente nel centro della città, tutti in stato di ebbrezza e la partenza di Radebe per la Coppa d'Africa, il rendimento dei “Peacocks” peggiorò. Tra Dicembre e Febbraio, infatti, i “Whites” persero 4 partite su 6, tra cui una sconfitta in casa con il Manchester United e due sconfitte in trasferta contro Arsenal e Liverpool.

La fine di Febbraio portò con sé alcuni dubbi sulla tenuta del Leeds fino alla fine della stagione. In molti prevedevano un crollo a metà classifica e l'uscita dalla Coppa Uefa, dove i “Whites” avrebbero avuto a che fare con la Roma. Nella partita d'andata allo Stadio Olimpico, un Nigel Martyn in grandissima forma, consentì alla squadra Inglese di portare a casa un pareggio a reti bianche. Nella gara di ritorno ad Elland Road la prima frazione si chiuse sullo 0-0. Nella ripresa la Roma prese il controllo del gioco e spinse fortemente per trovare il vantaggio. Quando sembrava prossima la rete qualificazione dei Giallorossi, accese la luce Harry Kewell: partendo da sinistra superò un difensore e calciò quasi dal limite, battendo Antonioli. Nei Quarti di Finale, a subire la furia “Whites”, fu lo Slavia Praga, schiantato per 3-0 ad Elland Road e vincente (pur eliminato) nel ritorno. Questa sconfitta ininfluente, fu la prima di una serie di 6.

I supporters del Leeds rivolgono le spalle al campo per protestare contro la decisione dell'UEFA di giocare ugualmente la gara contro il Galatasaray, dopo la morte di due tifosi inglesi
Una delle pagine peggiori di quella stagione, fu la morte prima dell'andata della semifinale di Coppa Uefa contro il Galatasaray, di due tifosi Inglesi. L'UEFA, come sua prerogativa da sempre, fece giocare ugualmente la partita (tra le proteste dei tifosi Leeds, che diedero le spalle al campo a squadre schierate), che si concluse sul punteggio di 2-0 per i Turchi. Nella gara di ritorno, nonostante il gran cuore “Whites”, il risultato fu di 2-2.

Nonostante le sconfitte in Premiership contro Chelsea ed Arsenal (un clamoroso 4-0 ad Elland Road), il Leeds riuscì ugualmente a qualificarsi per la Champions League 2000/2001, con due punti di vantaggio sul Liverpool, arrivando in terza posizione. Un gran risultato per O'Leary ed i suoi ragazzi.

Formazione tipo della Stagione:

Martyn, Mills, Woodgate, Radebe, Harte, Bowyer, Batty, Bakke, Kewell, Smith, Bridges. Panchina: Robinson, Haaland, Hopkin, Huckerby, Kelly, McPhail, Jones. Allenatore: D.O'Leary

Nelle prossime settimane analizzeremo le stagioni 2000/2001 e 2001/2002 (l'ultima stagione di David O'Leary ad Elland Road).

Andrea Cosentino

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