Le sorprese non arrivano, la Spagna fa ancora paura
Pubblicato da
Andrea
on martedì 25 giugno 2013
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Le sorprese non arrivano, la Spagna fa ancora paura
Di Fabrizio Landolfi
Come ci aspettavamo, attorno alla Confederations Cup l’entusiasmo è piuttosto tiepido. In Italia le vicissitudini della nazionale non hanno rubato la scena al calciomercato nazionale ed estero. Si continua a parlare più di Cavani, di Tevez, di Ancelotti al Real, o di chi è incedibile per Juve e Milan, che non di cosa accade in Brasile. Eppure per i patiti delle competizioni per nazionali (come il sottoscritto), la Confederations Cup è un valido aiuto per combattere l’astinenza da Mondiali e/o Europei che si presenta nelle estati in cui non ci sono queste grandi manifestazioni.
La fase a gironi è appena terminata, senza grosse sorprese dal punto di vista dei risultati: per le semifinali, infatti, si sono qualificate Brasile, Italia, Spagna ed Uruguay, le quattro squadre più accreditate alla vigilia. Per noi tifosi italiani ci sono, sostanzialmente, una notizia buona ed una meno buona. La prima è che l’Italia ha superato il girone, pur trovando qualche difficoltà di troppo contro il Giappone. La seconda è che in semifinale gli Azzurri dovranno affrontare la Spagna, con la quale un anno fa persero per 4-0 nella finale di Euro 2012. A proposito delle Furie Rosse, si poteva ipotizzare un declino rispetto al rendimento degli anni passati, viste le debacle di Barcellona e Real Madrid in Coppa dei Campioni. Invece la Spagna di Del Bosque ha dimostrato di essere quella di sempre, vincendo senza troppo sforzo tutte e tre le gare del suo girone. Per chi affronta questa squadra, c’è solo da sperare in una serata storta di Xavi, Iniesta e compagni, e in un pizzico di fortuna che aiuti nei singoli episodi. Se invece la cosiddetta Spagna pigliatutto gioca come sa giocare, non ha rivali. Non fa eccezione nemmeno il Brasile: quella di Felipe Scolari è una squadra di qualità, formata da tanti calciatori talentuosi, ma non raggiunge il livello degli iberici, almeno sulla carta. La Selecao ha comunque dalla sua il vantaggio di giocare in casa, ed ha vinto tutte e tre le gare del suo girone con almeno 2 gol di scarto. La stella Neymar non sta tradendo le aspettative, ha segnato 3 gol in 3 gare giocate, risultando decisivo nel gioco del Brasile, anche se paragonarlo a Leo Messi continua ad essere fuori luogo. Il 21enne del Santos ha talento, tecnica e personalità, oltre ad una certa astuzia nel “tuffarsi” e guadagnare calci di punizione, come abbiamo visto nella gara contro l’Italia e in parte anche in quella contro il Messico. Ma Messi è di un altro pianeta, anche perchè non ha bisogno di ricorrere a questi espedienti, con buona pace della stampa brasiliana. Tuttavia, nella Selecao di Scolari vi sono anche altri giocatori di spicco, su tutti Hulk ed Oscar, ma anche il centravanti Fred. Per quanto riguarda il gap con la Spagna, i brasiliani hanno comunque la certezza di poter incontrare i Campioni del mondo solo in finale, mentre l’Italia dovrà affrontarli già giovedì prossimo, in semifinale. Veniamo ai nostri: la squadra di Prandelli ha carattere e grinta, non si arrende fino al fischio finale, ma ha subìto troppi gol, 8 in queste 3 gare. Il fatto che anche le reti segnate siano 8, ci dimostra che questa nazionale non è la classica Italia tutta difesa e pragmatismo. Piuttosto, è un’Italia che ricorda le squadre di Zeman, non nel gioco che pratica, bensì nei risultati. Il problema principale degli azzurri, contro il Brasile, è stata l’assenza di Pirlo, un punto di riferimento importantissimo per il centrocampo e per l’impostazione di gioco. Ma in generale, quindi non solo contro il Brasile, ha pesato anche l’assenza di una grande seconda punta da affiancare a Mario Balotelli: i vari Giaccherini, Diamanti, Cerci e Giovinco sono giocatori validi, ma questa squadra avrebbe bisogno di maggiore fantasia. Contro la Spagna Prandelli dovrebbe ritrovare Pirlo, e probabilmente avrà a disposizione anche El Shaarawy. Non male, ma nel frattempo è sorto un problema ancora più grande: il forfait di Balotelli. Il centravanti azzurro, infortunatosi alla coscia in uno scontro di gioco con David Luiz, non potrà proseguire la Confederations Cup, quindi in una semifinale già di per sè molto ostica, l’Italia dovrà rinunciare al più atteso dei suoi giocatori, che verrà sostituito da Alberto Gilardino. C’è da dire che quest’anno Cesare Prandelli è stato piuttosto sfortunato con gli attaccanti: prima non ha potuto portare in Brasile nè Giuseppe Rossi nè Pazzini, fermi per infortunio, poi ci sono stati i problemi fisici di El Shaarawy, ora è toccato a Balotelli.
L’Uruguay, come da tradizione, è una squadra tenace e piena di cattiveria agonistica, che non ispira troppa simpatia per quell’atteggiamento falloso e a volte provocatorio, ma che ha dei punti di forza, tra cui una difesa molto solida e degli attaccanti pericolosissimi nelle ripartenze. Gli uomini di Tabarez non sono riusciti ad intrappolare la Spagna, che li ha liquidati segnando due gol già nel primo tempo, ma possono mettere in difficoltà qualunque altra squadra. In semifinale affronteranno il Brasile padrone di casa: sarà una grande sfida tra due nazionali tra le quali c’è un’antica rivalità molto sentita. Il Giappone di Alberto Zaccheroni è stato eliminato, con 3 sconfitte su 3, pur facendo tutto sommato una buona figura. I Campioni d’Asia hanno avuto sfortuna nella gara contro l’Italia, in cui numerosi episodi, tra cui un palo e due traverse, hanno impedito loro di portare a casa una vittoria che sembrava vicina. Probabilmente gli uomini di Zac meritavano qualcosa di più in questa Confederations Cup, ma hanno sbagliato nella prima partita, quando si sono arresi troppo facilmente al Brasile. Ci si aspettava di meglio dal Messico, altra squadra eliminata in questa fase a gironi: due sconfitte contro Italia e Selecao, poi l’inutile vittoria per 2-1 sul Giappone. Il c.t. De La Torre non è riuscito a dare un’identità precisa a questa squadra, di cui in 3 partite giocate l’unico ad andare a segno è stato El Chicharito Hernandez. Nel gruppo B la Nigeria ha fatto una figura discreta, malgrado la sconfitta per 3-0 subìta contro la Spagna: in quella gara si è notato il divario tecnico tra le due squadre, ma il punteggio è stato comunque troppo severo per gli africani, che avevano già perso di misura con l’Uruguay e vinto 6-1 contro la nazionale di Tahiti. Quest’ultima squadra, formata da giocatori non professionisti, non è riuscita a competere con le avversarie per l’evidente differenza di livello tecnico. Gli oceanici hanno subìto due goleade da record, 10-0 ed 8-0, contro Spagna ed Uruguay, ma sono tornati a casa con la soddisfazione di aver segnato almeno un gol, quello di Tehau contro la Nigeria, in questa loro prima Confederations Cup, che rappresenta già un traguardo per il calcio tahitiano.
Ci sono ancora quattro partite da giocare: le semifinali Brasile-Uruguay ed Italia-Spagna, la finale per il terzo posto e poi la finale di Rio de Janeiro. Sfide comunque interessanti, tra quattro grandi squadre che il prossimo anno cercheranno di vincere il Mondiale.
Fabrizio Landolfi
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