È finita... si dice alla fine

È finita... si dice alla fine

Di Fabrizio Landolfi

Sappiamo già quanto sia improbabile che questa Juve dei record possa avere un crollo proprio alla fine del campionato. Già, perché l’unico evento che potrebbe rimettere in gioco il primo posto della classifica, è appunto un eventuale crollo degli uomini di Conte. Ma quella bianconera è una squadra matura, abituata a vincere e tutt’altro che ingenua. Quindi meglio evitare il tormentone “non succede, ma se succede…” che tenne banco a lungo quattro anni fa, quando la Roma rincorreva l’Inter di Mourinho e nel finale di stagione rischiò di raggiungerla.

Tuttavia, è doveroso riflettere a mente fredda su cosa stia facendo questa Roma. Con il 3-1 all’Atalanta, sono sette le vittorie consecutive dei giallorossi, contando anche il recupero della gara contro il Parma. Ben 79 punti conquistati, e mancano ancora 5 giornate di campionato. Questa Roma sta addirittura facendo meglio di quella che vinse lo Scudetto con Fabio Capello nel 2001. Ma al di là dei numeri, ciò che rende orgoglioso il pubblico giallorosso è la tenacia di questa squadra che non molla, partita dopo partita, pur essendo lontana dalla Juve capolista. Il tecnico Rudi Garcia è riuscito a tirare fuori il meglio possibile da ogni singolo giocatore, andando anche molto oltre le aspettative del pubblico. Chi si sarebbe aspettato un Taddei così? Il brasiliano, oltre ad avere ormai 34 anni, non giocava con continuità da almeno due anni, eppure ora sta vivendo una sorta di seconda giovinezza. A proposito di singoli, fino a poche settimane Adem Ljajic sembrava l’unico con cui il “metodo Garcia” non aveva prodotto gli effetti sperati. Poche presenze rispetto ai compagni di reparto, prestazioni altalenanti e spesso di qualità inferiore a quelle che ci si aspettano da un giocatore indubbiamente talentuoso come lui. Invece contro l’Atalanta anche Ljajic, tornato a giocare da titolare, ha disputato un’ottima partita, lasciando il segno sul match con un gol ed un assist per Gervinho. Con Destro e Florenzi assenti per squalifica, l’attacco della Roma aveva bisogno del serbo: Garcia stavolta è riuscito a prepararlo bene in settimana, gli ha dato fiducia schierandolo titolare, invece di lanciare Bastos dal primo minuto come si ipotizzava alla vigilia, ed è stato ripagato dal giocatore. Restano dei dubbi sulla continuità dell’attaccante, ex della Fiorentina, prossima avversaria della Roma, ma per il momento va bene così.

A Firenze, sabato sera, bisognerà giocare una partita difficile ed imprevedibile, su un campo storicamente ostico per la Roma. Per l’attacco di Garcia, sarà importantissimo non sentire la mancanza di Mattia Destro, quindi servirà in primis il miglior Totti, ma anche chi giocherà accanto a lui (due tra Gervinho, Ljajic e Florenzi) dovrà fare la differenza. A proposito di Destro, questo stop forzato non ci voleva: l’attaccante ha avuto un rendimento impressionante nelle ultime settimane, la tripletta segnata al Cagliari ne è stata solo l’ultima testimonianza. Ma in quella stessa partita Destro ha avuto un gesto di nervosismo, quella manata sul volto dell’avversario, che ora gli costerà quattro turni di squalifica, proprio nel bel mezzo di un ottimo periodo di forma. A discolpa dell’attaccante della Roma, dobbiamo dire che questa squalifica è oggettivamente troppo severa. Al di là del discorso sull’applicabilità della prova tv, quattro giornate sono davvero troppe.

Ma questa Roma ha dimostrato di saper fare a meno, all’occorrenza, anche dei giocatori che rendono più di tutti. Non a caso, ricordiamoci che in questo momento sono fermi per infortunio un certo Benatia ed un certo Strootman. Ma sabato sera a Firenze i giallorossi giocheranno per vincere, contro una squadra di grande qualità che affronta tutti a viso aperto, con un allenatore carismatico e capace, ben conosciuto da noi, come Vincenzo Montella. Totti e compagni sono quasi sicuri del secondo posto, che significa Champions League senza turno preliminare. Ma a questo punto, accontentarsi e basta significherebbe passare queste ultime cinque settimane di campionato a pensare al prossimo anno, alla Champions, agli acquisti estivi ecc. Ma perché accontentarsi? La Juve è ben distante, lo sappiamo, ma come diceva Sylvester Stallone in Rocky Balboa “è finita si dice alla fine”. Non prima.

Fabrizio Landolfi
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