Nove punti in tre partite, ma troppi alti e bassi

Nove punti in tre partite, ma troppi alti e bassi

Di Fabrizio Landolfi

Dal punto di vista dei risultati, il periodo attuale è senz’altro positivo per la Roma di Rudi Garcia. Abbiamo sempre detto che ciò che conta è la vittoria: soprattutto negli anni scorsi, nei quali la squadra giallorossa troppo spesso aveva avuto problemi di concretezza, ne avevamo fatto quasi un mantra. Ebbene, tre vittorie consecutive, contro Udinese, Chievo e Torino, ci rendono soddisfatti da questo punto di vista.

Totti e compagni hanno conquistato punti importantissimi, allungando di tre punti il vantaggio sul Napoli, ora a –6 in classifica. Considerando che la Roma dovrà giocare una partita in più (contro il Parma di Donadoni, che domenica si è fermato in casa della Juve dopo una lunga serie positiva), possiamo dire che l’obiettivo del secondo posto è molto vicino. Tuttavia, in queste tre gare vinte nel giro di otto giorni, i giallorossi hanno mostrato qualche difficoltà a mantenere lo stesso ritmo per novanta minuti. In casa con l’Udinese, dopo un ottimo primo tempo la squadra ha rischiato troppo nella ripresa, chiudendo con un sofferto 3-2. A Verona contro il Chievo è risultato più facile gestire la gara, grazie al 2-0 maturato già nel primo tempo, eppure nella parte finale dell’incontro è calata l’intensità della squadra, cosa che ha lasciato l’iniziativa offensiva ai padroni di casa, piuttosto attivi soprattutto con il subentrato Obinna. Contro il Torino la Roma ha vinto meritatamente, ma ha sofferto ancor di più rispetto alla gara con l’Udinese. Il tabellino del match la dice lunga: dopo il pareggio dei granata, arrivato ad inizio secondo tempo, gli uomini di Garcia hanno cercato di spingere più possibile in avanti, ma il gol della vittoria è arrivato solo in zona recupero, grazie all’ottima intuizione di Alessandro Florenzi, inserito dal tecnico pochi minuti prima. La Roma ha faticato molto domenica sera, contro un Toro sornione, quasi completamente schierato in difesa ma pronto a ripartire non appena i giallorossi perdevano un pallone, con la velocità di due specialisti del contropiede come Immobile e Cerci. Non a caso, gli uomini di Ventura hanno rischiato più volte di andare in vantaggio, proprio sulle ripartenze, mentre la Roma faceva molto possesso palla nella metà campo avversaria ma non trovava spazi.

Nella prima parte del campionato, si era notata una caratteristica molto importante di questa squadra, ovvero quella capacità di non farsi mai imbrigliare dalle formazioni che giocano molto chiuse, col classico catenaccio. La Roma manovrava con pazienza e freddezza, spesso non trovava il gol nei primi tempi, ma continuando ad attaccare l’area avversaria pian piano riusciva a “bucare” la difesa avversaria. Adesso, vediamo i giallorossi più in difficoltà quando si tratta di affrontare un catenaccio avversario, anche se contro il Torino l’hanno spuntata lo stesso, sia pure con fatica, sia pure a pochi istanti dalla fine.

E’ doveroso parlare anche di Mattia Destro, autore di ben tre gol in queste ultime tre partite. Il centravanti ha mantenuto la sua media realizzativa, ottima in proporzione ai minuti giocati. Come abbiamo osservato qualche settimana fa, trova il gol abbastanza facilmente quando si gioca contro le cosiddette “piccole”, mentre di fronte ad avversarie d’alta classifica più volte è risultato poco incisivo in campo. E’ probabile che se Destro giocasse un’intera stagione da titolare (cosa che non ha potuto fare quest’anno anche per via della condizione fisica), arriverebbe a segnare 20 gol. L’unico problema è legato a questa sua tendenza a soffrire le partite molto attese, in cui inevitabilmente si creano pressioni forti. Destro ha delle qualità, in più è ancora giovane, quindi può sicuramente migliorare. Ma la società e Rudi Garcia devono riflettere attentamente su quanto ci si possa affidare a lui nel futuro prossimo, ovvero nella prossima stagione, quando la Roma sarà impegnata anche in Champions League e troverà più spesso avversari d’alto livello.

Questa settimana è stata e resterà importante anche per la presentazione del progetto del nuovo stadio, una tappa che ovviamente interessa tutto il pubblico di fede romanista. Le anticipazioni virtuali hanno entusiasmato molti, quindi il giorno in cui potremo finalmente vedere questo impianto moderno ed entrarci, è già molto atteso. Ci vorranno almeno due anni: mentre aspetteremo, sarebbe veramente bello salutare l’Olimpico, che inevitabilmente rappresenta un pezzo della nostra storia, con una vittoria epocale. Uno Scudetto sarebbe il massimo. La squadra è ottima, ci sono le basi per competere ad alti livelli anche nelle prossime stagioni. Crediamoci. 

Fabrizio Landolfi
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