Una disfatta da dimenticare in fretta

Una disfatta da dimenticare in fretta

Di Fabrizio Landolfi

Non c’è dubbio che a Torino la Roma avrebbe potuto fare di più, e soprattutto di meglio. Il risultato è stato pesante, un 3-0 netto e piuttosto “severo” con i giallorossi, che nel primo tempo non avevano fatto poi così male, pur chiudendo sotto di un gol. 

Una Juve attendista e sorniona era rimasta chiusa nella sua metà campo a lungo, lasciando l’iniziativa alla Roma, per poi colpire in contropiede: uno stratagemma vecchio e ben noto, che però ai bianconeri è riuscito molto bene, complice anche la poca concretezza degli uomini di Garcia. Allo Juventus Stadium la Roma ha fatto molto possesso palla, soprattutto nei primi 45 minuti, ma ben poche volte si è resa davvero pericolosa. Stavolta si è sentita l’assenza del famoso “terminale offensivo”, un attaccante capace di ricevere palla in area, farsi largo e battere il portiere avversario. In tanti, inizialmente, ci siamo domandati perchè Rudi Garcia avesse lasciato fuori Destro, puntando su un Ljajic piuttosto inconcludente, che ha sprecato una clamorosa occasione da gol sullo 0-0. Nella ripresa, il tecnico francese ha messo dentro anche il centravanti di Ascoli Piceno, che però non è affatto riuscito ad entrare in partita. Non potremo mai sapere se le cose sarebbero andate diversamente, qualora Destro avesse giocato dall’inizio invece di entrare a partita in corso, ma c’è l’impressione che Garcia lo abbia tenuto in panchina per una questione di forma fisica non eccellente. Probabilmente il tecnico, che poteva schierare uno tra Destro, Ljajic e Florenzi, ha scelto il giocatore che aveva visto meglio in allenamento, cioè il serbo. Quest’ultimo in campo non ha reso come si sperava, ma neppure Destro, di fatto, è riuscito ad incidere su una partita che al momento del suo ingresso era già in salita ripida, ma non ancora persa. Domenica sera è mancato anche il miglior Totti, come già capitato spesso, in passato, in casa della Juve. Ma stavolta al Capitano giallorosso, sostituito nel secondo tempo, è doveroso concedere qualche attenuante; Totti, da quando è rientrato dall’infortunio, non è ancora tornato al suo livello abituale. Del resto alla sua età è logico che i recuperi richiedano più tempo. 

 In generale, tutta la squadra poteva fare di meglio a Torino, sul piano offensivo ma anche su quello difensivo. Sulla rete di Vidal, il portiere De Sanctis poteva sicuramente coprire meglio il suo palo, mentre De Rossi ha lasciato girare Tevez con troppa facilità. Sul secondo gol, firmato Bonucci, il difensore juventino è stato praticamente dimenticato da tutta la retroguardia giallorossa. Sapevamo che contro una squadra come la Juve le disattenzioni si pagano care, ed è quello che è capitato a questa Roma. Nel finale poi, le espulsioni di De Rossi e Castàn hanno spento qualsiasi speranza di raddrizzare la partita. Il fallo plateale del vicecapitano su Chiellini, in quel momento della gara, poteva servire solo a rimediare due giornate di squalifica. E’ vero che nel primo tempo lo juventino ne aveva commesso uno simile su Pjanic, senza rimediare il rosso. Ma è pur sempre grave che un giocatore d’esperienza come De Rossi commetta una simile ingenuità. Inutile e dannosa anche la “parata” sottoporta di Castàn di pochi istanti dopo, ma il brasiliano ha l’attenuante di essere stato strattonato da un avversario: ha quindi subìto un fallo, prima di quel tocco di mano che comunque andava evitato. 

Quella di Torino è stata una brutta disfatta, ma la stagione non è finita e la Roma non deve fermarsi. E’ la prima sconfitta stagionale, dolorosa quanto si vuole, ma pur sempre la prima, in un campionato in cui gli uomini di Garcia stanno facendo benissimo. Con 8 punti di svantaggio, diventa velleitario sperare di riprendere questa Juve schiacciasassi, ma va ricordato che nella scorsa estate nemmeno i più ottimisti ipotizzavano di lottare per lo Scudetto. Ora la Roma deve dimenticare il passo falso in casa dei bianconeri e continuare a lottare per tenersi il secondo posto. Tornare in Champions League, senza passare per i preliminari, sarebbe un risultato prezioso. Di quella serata da dimenticare, dovremo ricordare solo una cosa: il gesto semplice e allo stesso tempo eccezionale di Francesco Totti, che a fine partita va a salutare i suoi tifosi sotto al settore ospiti, toccandosi lo stemma sul petto con lo sguardo fiero e gli occhi che brillano, di certo non per la prestazione, ma per l’affetto verso la Roma di quel pubblico mai domo che l’ha sostenuta a gran voce fino alla fine, nonostante il punteggio. Gesti di questo genere, che siamo abituati a vedere dopo le vittorie, hanno paradossalmente più valore se vengono fatti dopo una partita persa male. Grazie Capitano. 

Fabrizio Landolfi
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