Lazio-Juve e la polemica creata ad arte

Lazio-Juve e la polemica creata ad arte

Di Marco Cannaviccio

Chi vive la quotidianità romana sa bene come nella capitale si viva di calcio 24 ore su 24. Decine di radio private e altrettanti siti locali non fanno altro che parlare tutto il giorno solo di calcio, di Roma e di Lazio e da sempre la rivalità cittadina tra le due compagini romane è la più accesa della penisola.  In questo contesto la partita nel 2010 vinta dall'Inter ai danni della Lazio, con vari tifosi laziali felici di tale risultato, aveva avuto una cassa di risonanza incredibile e per certi versi immotivata: polemiche a non finire sul fatto che i tifosi biancocelesti preferissero perdere una partita inutile per loro ma fondamentale per i nerazzurri, impegnati a due giornate dal termine nella corsa scudetto contro gli odiatissimi cugini romanisti si erano alzate da ogni dove. In tutta Italia personaggi sportivi e non fecero a gara per condannare aspramente il gesto dei laziali, ritenuto assolutamente antisportivo, come se il calcio e lo sport in generale vivesse davvero sulle logiche di De Coubertin.  La cosa assurda, o almeno cosi parrebbe in apparenza, è come i più accesi accusatori di tale comportamento fossero niente di meno che i comunicatori romani stessi; ma come, gente che vive e mangia calcio a Roma da anni, si stupisce se i laziali vogliono che la Roma non vinca il campionato e sono pronti a sacrificare una loro partita (ripeto, inutile ai fini di classifica) pur di non fare un favore ai rivali? Si, o almeno questo poteva sembrare a chi non vive nella capitale. Perché in realtà la verità è ben più profonda: la comunicazione romana è da sempre più ''vicina'' alla causa giallorossa rispetto di quanto lo sia a quella biancoceleste (ma qui la colpa è anche della società di Lotito ndr) e i vari giornali, radio, siti, sono stati costretti a recitare un copione, quello del finto stupore e dell'indignazione popolare, perché è quello che voleva sentirsi dire il tifoso romanista in quel momento. Questi signori al tempo fecero finta di non ricordare vari episodi che videro coinvolti i supporters romanisti nel corso degli anni, come ad esempio, nel lontano '73, in un Roma-Juve tifarono contro la Roma proprio per non far vincere lo scudetto ai laziali; o quando in un Roma-Udinese preferirono sostenere i bianconeri di Udine per mandare in B, nemmeno la tanto odiata Lazio, ma semplicemente la Fiorentina. Ma senza tornare tanto indietro negli anni, basterebbe far ricordare a costoro che hanno una memoria un po' troppo corta, come si presentò nel 1999 il loro beniamino e tifosissimo giallorosso Claudio Amendola a ''Quelli che il calcio'' il giorno di Roma-Milan, in una delle ultime giornate di campionato in cui Lazio e Milan si stavano contendendo lo scudetto: andò allo stadio con una sciarpa rossonera, ma in questo caso, come in tutti quegli altri, non ci furono polemiche né processi, chissà come mai.  Se a qualcuno venisse in mente di dire che questi brutti episodi (per modo di dire..) accadono solamente in Italia, beh forse dovrebbero farsi un giro per l'Europa e informarsi cosa accadde in un Liverpool-Chelsea, quando i Blues erano in lotta contro gli odiati rivali dei Reds, ovvero il Manchester UTD: la risposta è semplice, i tifosi del Liverpool tifarono Blues, perché per nessuna ragione al mondo bisognava favorire gli odiati Red Devils. Ora, con questi esempi e digressioni storiche, nessuno qui vuole dire che sia bello e faccia piacere sperare che la propria squadra non faccia punti ed esser costretti a veder vincere altre compagini davanti ai propri occhi per non far trionfare i rivali, anzi. L'ideale per ogni tifoso sarebbe quello di vedere la propria squadra fermare gli acerrimi nemici e magari fargli perdere il titolo, ma se ciò purtroppo non è possibile, si deve fare di necessità virtù.  Ecco però che sabato si giocherà Lazio-Juve, a poche settimane dal derby capitolino poi, quindi quale occasione più ghiotta per i falsi moralisti della comunicazione romana e nazionale di mettere zizzania e creare una polemica ad arte? Accade quindi che da ieri pomeriggio (domenica ndr) sono iniziate a circolare voci e articoli che davano notizia di una richiesta di sconfitta da parte dei tifosi laziali ai loro giocatori in vista della prossima sfida di campionato per non favorire i rivali concittadini nella corsa al titolo. Fermo restando che paragonare quel Lazio-Inter con questa semplice partita di metà stagione quale è in realtà Lazio-Juve è un delitto ed è da incompetenti cronici, ma soprattutto la notizia è falsa. Forum, radio e gruppi sui social network hanno dimostrato il loro dissenso e hanno allontanato queste accuse con una rabbia talmente forte che i giornali in questione sono stati costretti a smentire e riscrivere il pezzo, parlando di qualche laziale che preferirebbe perdere e di una stragrande maggioranza che invece vuole vincere senza se e senza ma. Ma d'altronde questi comunicatori sicuramente non ricorderanno un episodio che può riassumere al meglio la situazione attuale: nell'anno 2001, quando mancavano poche giornate al termine del campionato la Roma era prima e la Juve seconda, si incontrarono Lazio e Juve e cosa accadde? Tifo assodante per i ragazzi all'epoca guidati da Dino Zoff e trionfo laziale per 4-1. Perché? Semplice, perché nonostante i bianconeri si stessero giocando il titolo contro la Roma, non era una situazione da dentro o fuori come quella di Lazio-Inter del 2010. La Juve aveva ancora diverse giornate per riprendere la Roma e quindi il sacrificio della Lazio non era obbligatorio; un conto è la partita decisiva, un conto una semplice partita che non decide un bel niente. Ecco perché sabato sera i supporters laziali faranno il loro classico ed incessante tifo per i loro beniamini, incuranti di quello che comporterebbe alla classifica un'eventuale risultato  positivo, eventualità tra l'altro remota vista la forza della Juve e la disparità dei valori in campo. Se poi la Lazio sarà brava a fermare i bianconeri ( per la gioia di questi pseudo comunicatori) tanto meglio, anche perché il campionato ha appena passato il giro di boa e i campioni d'Italia avrebbero ancora tutto il tempo di far tornare i giallorossi a distanza di sicurezza e vincere il campionato in scioltezza.

Marco Cannaviccio
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