Il carattere vincente della Roma di Garcia

Il carattere vincente della Roma di Garcia

Di Fabrizio Landolfi

Oggi finalmente possiamo guardare la Roma e riconoscervi una squadra dal grande carattere. Determinata, coraggiosa, tosta, capace di soffrire quando è necessario. In tante occasioni, negli ultimi anni (e non solo) abbiamo rimproverato alla squadra giallorossa di non avere appunto il giusto carattere, la giusta mentalità, nonostante i mezzi tecnici fossero buoni, a volte ottimi.

 Martedì sera Totti e compagni si sono presi una rivincita, parziale ma importante e meritata. La Juve inarrestabile che in campionato vince largamente contro tutti, ed ha vinto largamente anche contro la Roma poche settimane fa, almeno in Coppa Italia si è dovuta arrendere alla fame di vittoria e riscatto dei giallorossi. Si dirà che nella formazione bianconera mancavano troppi titolari. In realtà, le assenze che si sono fatte sentire sono quelle di Tevez e Llorente: non è poco, anche perchè Giovinco e Quagliarella, oggettivamente, non sono dello stesso livello. Ma la Juve vista all’Olimpico non sembrava disinteressata alla Coppa Italia, ed era evidente che non volesse perdere contro la sua inseguitrice in campionato. Quindi stavolta ha sbagliato Antonio Conte, il tecnico più “invidiato” d’Italia, nel lasciar fuori due pezzi da novanta come Tevez e Llorente, che poi ha messo dentro nell’ultima parte di gara.

Ma torniamo alla Roma: i giallorossi hanno sudato sette camicie per superare il solido muro difensivo della Juve, riuscendoci solo al 78’ con quel gol di Gervinho che rimarrà a lungo nella memoria del pubblico. In precedenza, gli uomini di Garcia avevano fatto molto possesso palla, cercando sempre la manovra offensiva, ma non avevano mai impegnato seriamente Storari, bloccati dal duro catenaccio degli avversari. Capitan Totti, pur risultando sempre prezioso in fatto di assist, non ha giocato la sua miglior partita: stretto dal pressing costante degli juventini ha provato più volte a sfondare e a tirare da lontano, senza successo. Rudi Garcia ha messo in campo Pjanic al momento giusto, quando la Juve iniziava ad essere meno lucida, ed è stata la mossa vincente. Il bosniaco, entrato al posto di Florenzi, dopo pochi minuti ha preso palla ed attaccato lo spazio in verticale, propiziando l’azione del gol decisivo di Gervinho. Bravissimo anche Strootman, nella stessa azione, a crossare in area dalla linea di fondo campo per il tocco decisivo dell’ivoriano.

In fase difensiva, martedì sera la Roma è stata meno impegnata del solito, poichè la Juve ha creato ben pochi pericoli. Eppure si poteva far meglio: Benatìa è ricorso troppe volte al fallo per fermare Giovinco, rischiando anche un’espulsione che sarebbe stata giusta, per fallo da ultimo uomo sull’attaccante bianconero. Lo stesso De Sanctis ha rischiato grosso, su un intervento che sembrava abbastanza banale, facendosi anticipare di testa da Peluso. E’ invece a centrocampo che la Roma ha giocato davvero una grande partita, così come aveva fatto sabato scorso contro il Livorno e la settimana precedente contro il Genoa. Il belga Nainggolan è stato davvero un ottimo acquisto per la squadra giallorossa: un centrocampista completo, forte fisicamente ed affidabile dal punto di vista tecnico, che non molla mai nei contrasti. Il suo profilo è molto simile a quello dell’olandese Strootman, altro centrocampista che sta facendo la differenza come pochi in questa Roma. Vanno fatti i complimenti anche a Maicon, protagonista di un’ottima gara in cui ha spinto per novanta minuti sulla sua fascia risultando incontenibile, ma anche al greco Torosidis, meno tecnico del brasiliano ma ugualmente costante nella corsa e nella spinta sulla fascia. Più in generale, è stato lo spirito con cui è scesa in campo la squadra, a permetterle di vincere contro un’avversaria difficile come la Juve. Quando si affrontano giocatori con grande grinta e fame agonistica come Vidal, Chiellini e Bonucci, ma anche Marchisio ed Isla, bisogna avere più fame di loro. Stavolta abbiamo visto una Roma davvero unita, aggressiva e rabbiosa al punto giusto, che durante i contrasti non ha mollato di un centimetro. Il lavoro del tecnico Rudi Garcia è veramente da applausi, sia per il carattere che è riuscito a dare alla squadra sia per come ha gestito la stessa.

In campionato sarà difficile inseguire una Juve che oggi ha ben otto punti di vantaggio, ma il secondo posto con conseguente ingresso in Champions è sicuramente alla portata dei giallorossi. L’unico rimpianto, in questo momento, è quello di non aver avuto una Roma così nei due anni scorsi.

Fabrizio Landolfi
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