…E guerra sia

…E guerra sia 

Di Marco Cannaviccio

Le azioni che compiamo portano a delle conseguenze, sempre. Nessuna persona a questo mondo deve e può pensare di essere libero di far ciò che le pare e piace senza subirne poi le conseguenze, belle o brutte che siano. Un presidente di una società di calcio, molto più di altri, dovrebbe ricordarsi questa cosa. Si, perché se io compro una squadra, non rilevo solamente un’azienda e i propri dipendenti, ma tutto il mondo che c’è dietro e che la manda avanti, ovvero i tifosi e la passione di queste persone verso la propria squadra del cuore. Purtroppo questa cosa il buon Claudio Lotito non la sa, o fa finta di non saperla, o magari se ne frega altamente; male, molto male. Una persona supponente, arrogante, ridicola, patetica, bugiarda e senza dignità che ha acquistato due squadre riuscendo a farsi odiare da entrambe le tifoserie nel giro di pochissimi mesi nonostante i risultati sportivi in entrambi i casi non siano stati malvagi. Un record, a pensarci bene. Questo è avvenuto proprio per il modo con cui si pone questo personaggio, un uomo pieno di sé che non fa mai mea culpa e che anzi non accetta la minima critica. Il caro Lotito però, a forza di andare dritto per la sua strada si sta scavando la fossa da solo: dichiarazioni abominevoli, ricatti, minacce, frasi irripetibili e in ultimo campagne acquisti fatte appositamente per indebolire l’organico, sono i suoi modi di fare e, secondo lui, di avvicinare la gente alla squadra. Il tifoso della Lazio, ormai stanco e impotente di fronte a questo vero e proprio stupro della propria identità e della lazialità, sembrava ormai inerme e svuotato di qualsiasi energia, incapace di ribellarsi ad una mediocrità che aveva inconsciamente accettato. Ma a tutto c’è un limite. Lo scorso gennaio la squadra era seconda in classifica, ma invece di compare e rinforzarsi, Lotito decise bene di mettere fuori squadra Cavanda e prendere Pereirinha e Saha, ovvero il nulla. La scorsa estate la telenovela o presa per i fondelli di Yilmaz, andata come tutti sappiamo, unita ad una campagna acquisti fallimentare. Oggi, dopo la fine del calciomercato, l’ennesima operazione volta a uccidere e distruggere le anime dei tifosi: Hernanes ceduto, 18 milioni incassati e NON reinvestiti, niente, zero, nemmeno un euro. Stavolta però, il caro gestore di questa società, ha fatto male i propri conti. Mentre al termine delle passate sessioni di mercato c’era ancora qualche isolato difensore di Lotito tra i supporters laziali e tutti gli altri erano ormai rassegnati, questa volta c’è rabbia, tanta rabbia e una irrefrenabile voglia di cambiare le cose, a qualsiasi costo. Le prime avvisaglie si erano percepite pochi giorni fa, quando la Curva Nord aveva annunciato una mega contestazione senza eguali per la partita Lazio-Sassuolo del prossimo 23 febbraio, con tutti i comunicatori dell’etere romano di fede laziale che hanno immediatamente aderito spargendo la voce, uniti come mai li avevamo visti nella storia recente. La cessione di Hernanes ha fatto traboccare il vaso, una sorta di dichiarazione di guerra aperta, che subito è stata raccolta e accettata dal pubblico laziale. Contestazione a Formello prima e a Villa San Sebastiano ( residenza del patron laziale) poi, una petizione su internet contro la sua gestione che in meno di due giorni ha raccolto più di seimila adesioni, sono solo alcune delle iniziative intraprese dal tifo della prima squadra della capitale. La gente, adesso come non mai, è unita. Tutti sono stanchi, arrabbiati e pronti all’azione come non accadeva da molti anni ormai. La curva è tornata a ruggire e a manifestare la propria opinione con rabbia, i più miti non lo sopportano più, i comunicatori (anche quelli a lui un tempo asserviti per interesse) si sono svegliati. Il popolo si è unito, di nuovo. Lotito è accerchiato, la guerra è solo all’inizio.

Marco Cannaviccio
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