Una Roma appannata, ma anche penalizzata dagli arbitraggi

Una Roma appannata, ma anche penalizzata dagli arbitraggi

Di Fabrizio Landolfi

Dopo questi quattro pareggi consecutivi, potremmo dire che la Roma ha avuto i suoi demeriti, ma è stata danneggiata da diverse decisioni arbitrali. Oppure, potremmo invertire la frase e dire che la Roma è stata danneggiata da diverse decisioni arbitrali, ma ha avuto i suoi demeriti. Tra i due giudizi, quello che poniamo dopo il “ma” assume carattere decisivo. Il pubblico giallorosso, come è già capitato in altre occasioni, è diviso fra chi lamenta un calo della squadra (non un calo fisico, ma sicuramente di rendimento) e chi invece se la prende più con gli episodi arbitrali.

Anche a Bergamo è arrivato un pareggio, risultato che serve ben poco alla Roma in questo momento, dal punto di vista della classifica e anche da quello del morale. La squadra ha dimostrato carattere nel finale, non arrendendosi e trovando il gol del pari a pochi istanti dalla fine, ma dopo altri tre pareggi serviva una vittoria. Per un’ora di gioco i giallorossi hanno mostrato poca lucidità e soprattutto poche idee in fase offensiva. E’ evidente che sia mancata la fantasia di Totti, ma è mancata anche una punta di ruolo che avrebbe completato il reparto, con Borriello e Destro fermi ai box come il Capitano. Garcia ha tenuto fuori Ljajic per inserire Marquinho, provando ad adattare quest’ultimo al ruolo di cui c’era bisogno, ma neppure il brasiliano è un vero attaccante di razza. Poi, l’errore di De Sanctis sulla punizione di Brivio ha messo il cosiddetto carico da undici su una partita che per la squadra giallorossa era già in salita di suo. Ma il problema principale della Roma che stiamo vedendo in queste ultime partite è la mancanza di attaccanti. Quando non può contare su Totti, la squadra ha bisogno di soluzioni tattiche diverse, che difficilmente riesce a trovare senza una prima punta di ruolo. Ecco perchè a Bergamo c’era bisogno di uno tra Borriello e Destro, più che di Adem Ljajic. E la priorità, in vista della prossima gara contro la Fiorentina dell’ex Montella, è recuperare almeno Marco Borriello, dato che Capitan Totti molto difficilmente sarà pronto al rientro.

Al di là di tutto questo, è impossibile dare torto a chi si lamenta dell’arbitraggio di Atalanta-Roma. Damato ha negato un rigore a Gervinho sullo 0-0, quando l’ivoriano è stato abbracciato con entrambe le braccia da un avversario alle sue spalle, in piena area, per poi “sorvolare” anche in occasione del fallo di mano, nettissimo, del nerazzurro Canini. Nel prosieguo di quest’ultima azione, invece, è stato annullato il gol di testa di Michael Bradley per fuorigioco, ma osservando la moviola lo statunitense sembra partire in linea con un avversario. Tutti possono capire che due rigori negati ed un gol annullato, in una partita in cui una squadra ha già delle difficoltà di suo, pesano molto. Anche nelle gare contro Torino e Sassuolo, entrambe pareggiate, i giallorossi si erano visti negare due rigori che c’erano (oltre a subire altre sviste arbitrali più o meno grosse). Sarà un caso, ma questi episodi a sfavore sono iniziati proprio da quando la Roma ha raggiunto la cifra di dieci vittorie consecutive. E non si vede cosa debba succedere, in area di rigore, perchè venga fischiato un penalty ai giallorossi, se non bastano una parata di un difensore avversario ed un placcaggio da dietro su Gervinho.

E’ vero che i rigori non sempre portano al gol, dunque non sapremo mai come sarebbe andata se gli arbitri di Torino-Roma, Roma-Sassuolo ed Atalanta-Roma avessero operato diversamente. Ed è anche vero che questa squadra non è partita con l’obiettivo di vincere lo Scudetto, e probabilmente avrebbe comunque difficoltà a tenere il ritmo necessario per restare in testa alla classifica. Ma se la tendenza continuerà ad essere questa (ipotesi che speriamo di poter escludere), il tutto sarebbe precluso per colpe non imputabili agli uomini di Garcìa. Ciò non deve diventare un alibi per la squadra e non lo diventerà, ma in tanti sono stufi di fare la parte di quelli che “dell’arbitraggio non parlano”, compreso lo stesso allenatore francese, che dopo Bergamo non ha nascosto il suo disappunto sulle decisioni di Damato. Non chiediamo regali nè contentini, chiediamo solo che a Cesare venga dato quel che è di Cesare.

Fabrizio Landolfi
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