A San Siro due punti persi, serve più cattiveria

A San Siro due punti persi, serve più cattiveria

Di Fabrizio Landolfi

Diciamo la verità: quella che abbiamo visto a Milano lunedì sera, non è la Roma spietata di inizio stagione. D’accordo, è impossibile mantenere per un campionato intero quegli stessi ritmi che hanno portato i giallorossi a vincere dieci gare di seguito. Ma da diverse giornate la squadra fa fatica ad ottenere risultati, appare meno solida in fase difensiva e meno lucida. Ha sicuramente pesato l’assenza prolungata di Totti, così come le tante sviste arbitrali nelle gare pareggiate con Torino, Sassuolo ed Atalanta, ma questa Roma non può e non deve perdere il carattere di ferro che ha mostrato nella prima parte di stagione. La vittoria casalinga contro la Fiorentina, bella e spettacolare, aveva interrotto la serie di pareggi, poi il 2-2 contro i rossoneri di Allegri ha permesso alla Juve di portarsi a +5 sui giallorossi. A San Siro abbiamo visto delle cose positive: un primo tempo ben giocato, in cui la Roma ha dominato l’avversario, un Gervinho incontenibile sulla fascia, costantemente pericoloso per la difesa di Allegri, un altro gol del ritrovato Mattia Destro. Eppure, di fronte ad un Milan ben poco produttivo, con Balotelli che si è messo in evidenza più per le solite scaramucce che non per le azioni di gioco, gli uomini di Garcìa hanno concesso troppe occasioni. Non a caso, sui due gol subìti non mancano responsabilità della retroguardia romanista, senza nulla togliere nè a Zapata nè a Muntari. Fino a poche settimane fa, segnare un gol alla Roma sembrava la cosa più difficile dell’attuale campionato: adesso la difesa di Rudi Garcìa, sebbene sia ancora la meno battuta della Serie A, sta perdendo qualche colpo. A San Siro sarebbe potuta andare anche peggio, se Mario Balotelli non avesse sciupato la rete del 3-2 a pochi istanti dalla fine. Tuttavia, se incolpassimo solo i difensori faremmo un’analisi troppo miope: la verità è che i giallorossi, dopo aver trovato la rete del 2-1, non sono andati avanti con la stessa intensità, sebbene mancasse quasi mezza partita da giocare. E’ stata lasciata troppa iniziativa ad un Milan tutto sommato prevedibile e con poche idee, che però ha avuto troppo tempo per attaccare e alla fine ha trovato modo di mettere in difficoltà la difesa romanista. Francesco Totti è tornato in campo, ed è già una bella notizia di per sè. In verità, il Capitano è apparso ancora ben lontano dalla giusta condizione fisica: mezz’ora di partita per mettere minuti nelle gambe, senza incidere come di consueto nel gioco dei suoi. Si spera di vederlo più in forma domenica prossima, quando all’Olimpico arriverà il Catania di Gigi De Canio, una squadra che quest’anno se la passa piuttosto male (ultima in classifica), ma “storicamente” è una delle avversarie più ostiche della Roma. Domenica mancheranno Strootman e De Rossi, entrambi squalificati, ma serviranno la mentalità e la cattiveria agonistica che hanno permesso ai giallorossi di imporsi in tante partite, per tornare alla vittoria e chiudere l’anno 2013 in bellezza. La Juve si sta allontanando: sapevamo già che il duello con la corazzata bianconera di Conte sarebbe stato difficile da sostenere, ma se la Roma ricomincerà a vincere con continuità, può inseguire la testa della classifica fino a fine stagione. Dunque, c’è bisogno di giocare Roma-Catania come se fosse una finale di Champions League, perchè un altro passo falso rischierebbe di pregiudicare un cammino importante. E soprattutto, per i giallorossi è tassativamente vietato pensare al big match del 5 gennaio prima di aver giocato contro gli etnei, perchè allo Juventus Stadium bisognerà andare appunto a gennaio, mentre il Catania, ultimo in classifica e bisognoso di punti, arriverà a Roma il 22 dicembre. Tutte le vittorie valgono tre punti, e ai grandi traguardi si arriva soprattutto riuscendo ad ottenerne tante contro le piccole. I giocatori di Rudi Garcìa lo tengano bene a mente. 

Fabrizio Landolfi
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