Una luce in fondo al tunnel: Keita

Una luce in fondo al tunnel: Keita 

Di Marco Cannaviccio

Il pareggio di Parma, oltre ad una discreta prestazione ( di questi tempi merce rara ndr) da parte della squadra che ha tenuto bene il campo meritando forse la vittoria contro i ducali, lascia in eredità una cosa più importante del punto o del gioco espresso: un talento. Il giovanissimo (classe ’95) Keita Balde Diao, dopo aver dimostrato in diverse partite europee di meritare una chance in campionato, alla sua prima da titolare in Serie A ha impressionato tutti, segnando ma soprattutto giocando non bene, benissimo. Un attaccante esterno scuola Barcellona che fa del dribbling e della tecnica le sue armi migliori, questo è Keita. Il ragazzo sta dimostrando sempre di più di non soffrire affatto il salto dalla primavera al calcio dei grandi, fattore evidenziato già dopo le prime convincenti prove messe a segno in Europa League, dove il talento canterano si è sempre distinto in positivo con prestazioni di alto livello. Petkovic ci ha messo un po’ a buttarlo nella mischia e per paura di bruciarlo gli ha preferito troppe volte Anderson, che ancora non si è ambientato ai ritmi del calcio italiano, Ederson o Floccari, entrambi inconcludenti e a volte impiegati fuori ruolo. Dopo le belle prove in Europa però, il tecnico non poteva rimanere fermo sulle sue posizioni, visto poi che gli altri componenti della rosa non hanno mai dato ne garanzie ne tantomeno prestazioni convincenti a cui aggrapparsi. Ecco allora che alla prima da titolare il giovane Keita non sbaglia, fa subito vedere di cosa è capace e si candida a punto fermo del trio avanzato biancoceleste; certo ora arriveranno le prove più difficili, con gli avversari che inizieranno a conoscerlo e l’effetto sorpresa andrà scemando, ma con queste doti e con questi numeri se il ragazzo resterà umile e si impegnerà per migliorarsi sempre di più potrà togliersi davvero tante soddisfazioni, facendo sognare il pubblico biancoceleste. Per quanto riguarda la squadra, finalmente abbiamo visto una partita giocata bene, per diversi frangenti addirittura dominata; fa rabbia pensare alle prestazioni abuliche, incolori e dannatamente scialbe viste sino ad oggi soprattutto in trasferta, ma questo deve essere un punto di inizio e non di arrivo. Se la squadra giocasse in questo modo e con questo piglio tutte le partite da qui al termine del campionato dormiremmo tutti sonni tranquilli, ma conoscendo i nostri ragazzi sappiamo bene che una rondine non fa primavera e che la costanza finora non è stata la nostra forza. Durante la sosta bisogna lavorare e recuperare più infortunati possibili: Biava tornerà a dicembre, ma Dias, Ederson, il miglior Gonzalez senza contare un Hernanes che sia ancora capace di fare la differenza sono elementi imprescindibili se si vuole in qualche modo provare a stare con le squadre che lotteranno per la zona Uefa; altrimenti meglio mettersi fin da ora il cuore in pace e pensare a fare 40 punti per poi concentrarsi sulla prossima stagione, iniziando a guardarsi intorno per ripartire con un nuovo progetto, il quale abbiamo l’impressione sarà una rivoluzione quasi totale, iniziando dal mister per terminare con i giocatori.

Marco Cannaviccio
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