Ok servivano i punti, ma il gioco?
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Andrea
on lunedì 28 ottobre 2013
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Ok servivano i punti, ma il gioco?
Di Marco Cannaviccio
Nonostante il risultato, la Lazio uscita vittoriosa contro il Cagliari non è molto diversa dalla Lazio che ha pareggiato in malo modo contro l’Apollon Limassol: un gioco lento, approssimativo, senza triangolazioni, sovrapposizioni e grinta. La differenza, come accade sempre in queste occasioni, l’ha fatta la presenza di un campione con la c maiuscola, ovvero Klose; l’entrata del panzer tedesco ha spostato gli equilibri e dato vivacità, anche se solo per dieci minuti, alla manovra biancoceleste, permettendo ai ragazzi di Petkovic di portare a casa i tre punti, ma la strada per il paradiso non è questa.
La vera paura è che la squadra non segua l’allenatore come dovrebbe, altrimenti tante cose non si spiegano. E’ vero che Petkovic è apparso in troppe occasioni poco lucido e abbastanza in confusione, ma è altresì vero che adesso, nonostante la miriade di infortuni che continuano a vessare i biancocelesti, pare aver trovato un modulo abbastanza quadrato che sembra poter mettere nelle condizioni migliori tutti i componenti della rosa e farli rendere al meglio secondo le loro caratteristiche; nonostante questo però, il gioco latita clamorosamente, ognuno prende palla e parte a testa bassa alla ricerca della sortita offensiva personale senza dialogare minimamente con i compagni, i quali da parte loro non fanno mai un movimento senza palla, non si smarcano e sembrano piantati a terra senza avere idea di quali movimenti compiere. Di primo impatto questa può sembrare una mancanza del tecnico, magari incapace di dare un gioco ad una squadra costituita da diversi giocatori bravi tecnicamente; ma se la squadra è in larga parte la stessa dello scorso anno (con l’aggiunta di qualche buon giovane da far crescere ndr), quando sino a dicembre aveva messo in mostra un gioco interessante, vivace e a tratti bello da vedere, cosa è cambiato? Perché adesso questa involuzione? Se aggiungiamo a tutto questo il fatto che fino alla partita contro la Fiorentina, e parliamo di tre settimane fa non di un secolo, le partite della Lazio in casa erano a tratti piacevoli e la squadra, seppur con incostanza, dimostrava di saper creare un gioco logico e discretamente manovrato, non si riesce davvero a capire cosa sia cambiato in cosi poco tempo.
La risposta ce la possono avere solamente i diretti interessati e noi dall’esterno possiamo fare solo delle inutili supposizioni senza avere la minima certezza dei fatti, ma un’ipotesi da prendere in considerazione (nonché quella più preoccupante), è la possibilità che la squadra non segua più il mister e che per qualche ragione abbia perso fiducia nella sua figura. Se cosi fosse, e tutti noi ci auguriamo di no, l’unica soluzione sarebbe cambiare guida tecnica poiché sappiamo bene che quando una squadra perde la fiducia nel proprio condottiero la situazione precipita irrimediabilmente. Le prossime partite saranno importanti per capire l’evolversi di questa vicenda, per vedere se si riesce a riproporre un gioco discreto e godibile oppure se ormai la squadra e il tecnico viaggiano su due binari che non si incroceranno mai più.
Marco Cannaviccio
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