Da rivedere il gioco, ma questa è la vittoria che ci voleva

Da rivedere il gioco, ma questa è la vittoria che ci voleva

Di Marco Cannaviccio

La Lazio torna alla vittoria e lo fa con un punteggio perentorio, netto e senza possibilità di replica. Un 3-0 che, numeri alla mano, farebbe pensare ad una partita meritata dal primo all’ ultimo minuto e dominata in lungo e in largo, ma in realtà non è stato cosi. Sono diverse le note positive che questo match ha evidenziato, come ad esempio un cinismo che solitamente non appartiene agli uomini di Petkovic, oltre ad alcuni ragazzi ‘’ritrovati’’ come Ederson, Ledesma e Onazi, tutti autori di una splendida partita (soprattutto il nigeriano ndr). Ma come ci sono cose positive, esistono però anche degli aspetti su cui ancora c’è da lavorare e anche abbastanza; difatti, come dicevamo poc’anzi, nonostante il rotondo risultato maturato non sono tutte rose e fiori. Analizzando la partita emerge immediatamente una cosa: fino al raddoppio laziale il gioco era tutto o quasi in mano ai clivensi. Questo aspetto è di fondamentale importanza poiché per quasi mezzora il Chievo ha collezionato svariati calci d’angolo, costringendo Marchetti ad un paio di interventi di livello mentre la Lazio risultava incapace non solo di creare occasioni, ma anche di tenere palla ed alzare il proprio baricentro d’azione. Il raddoppio come dicevamo ha poi tolto mordente agli ospiti e la Lazio nel secondo tempo, complice anche il terzo gol arrivato quasi allo scadere della prima frazione di gioco, è andata sul velluto, divertendo e divertendosi, creando altre palle gol e andando molto vicina in più di un’occasione al quarto gol. La ripresa è stata totalmente un’altra partita dato che, anche se Marchetti ha dovuto compiere altri due/tre interventi importanti, la squadra è sempre stata in completo controllo del match dominando il gioco, accelerando e decelerando a proprio piacimento il ritmo dell’azione con il Chievo ormai in balia dei biancocelesti. Questa sorta di doppia faccia da parte dei ragazzi di Petkovic rende visibile con facilità dove e in che misura bisogni ancora lavorare e soprattutto in che direzione: il primo tempo ha evidenziato che la squadra, la quale è bene ricordare veniva da una bruttissima sconfitta a Torino, mentalmente ancora soffre e non si sente sicura come la prima parte della passata stagione, tanto da non riuscire a mettere sotto una squadra a lei inferiore e anzi finisce per soffrire terribilmente; la seconda parte del match ha però messo in evidenza come il gioco in realtà questa squadra lo abbia, dimostrando come questi calciatori non si siano scordati tutto ciò che di buono avevano fatto e creato lo scorso campionato e che anzi, se stanno bene fisicamente ma soprattutto mentalmente, questi ragazzi sono in grado anche di divertire. Ora arriva il primo momento cruciale della stagione, con una serie di partite molto ravvicinate, a partire dall’Europa League per continuare con il derby, il Catania di mercoledì ed altre partite tutte in sequenza; non c’è più tempo, bisogna cambiare marcia, il mister deve far si che la squadra non entri in campo con la paura ma con la voglia di giocare, di divertire e di ripetere le cose buone che ha fatto vedere lo scorso anno. Per far ciò è fondamentale che gli uomini migliori diano il loro inconfondibile contributo come fatto ad esempio da Candreva in questo ultimo match, dove ha dato sfoggio di classe cristallina, dispensando giocate di alta scuola in ogni angolo del campo, cosa questa che ci aspettiamo non solo da lui e da Hernanes, ma anche da Ederson e Felipe Anderson, come attendiamo di vedere prestissimo un Biglia pronto al 100% per affrontare un campionato difficile come quello italiano, senza le grosse sbavature viste a Torino due settimane fa. Solo cosi possiamo guardare al prossimo futuro con energia positiva e con voglia di combattere, anche contro personaggi interni come Lotito (contro cui è andata in scena una forte contestazione allo stadio e fuori), il quale a volte sembra voler appositamente indebolire la squadra e far arrabbiare i tifosi con scelte a dir poco folli e scriteriate. Insomma, il tecnico dovrà far di necessità virtù adattando qualche elemento e cercando in ogni modo di recuperare e di rendere pronti ragazzi come Novaretti, Perea e Keita che da qui a gennaio ci serviranno come il pane, ma questa squadra ha assoluto bisogno anche del calore e dell’affetto dei propri tifosi, in modo tale da fare quadrato tutti insieme, tifosi, tecnico e squadra, tutti uniti per il bene della Lazio.

Marco Cannaviccio
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