Di Renato Cignoni
Quando forse, ormai, nessuno ci sperava più, nella stagione che seguiva due annate che dire deludenti è dir poco, il Livorno conquista la serie A e consente al “Presidentissimo” Spinelli di rispettare la promessa fatta dopo l’ultima retrocessione dalla serie A, ovvero tornarci in tre anni.
Dopo un’ottima stagione, rovinata sul finale da alcuni risultati “buttati via”, in cui hanno lottato fino all’ultima giornata, con Sassuolo e Verona, per la promozione diretta, i labronici hanno affrontato le forche caudine dei playoff promozione.
Play off che si sono rivelati tutt’altro che una formalità , visto che già la semifinale, con il Brescia, si è risolta a favore degli amaranto solo dopo due soffertissimi pareggi.
Sofferta anche la finale con i cugini dell’Empoli che ha visto all’andata il terzo pareggio consecutivo per 1 a 1 dei ragazzi di Nicola (a proposito, tanti complimenti al mister che centra il bersaglio all’esordio in serie B) mentre al ritorno, in uno stadio Armando Picchi gremito come ai bei tempi (in tribuna a tifare Livorno anche Chiellini e Diamanti) e dopo una settimana di polemiche tra Empoli e FIGC, riguardo l’utilizzo o meno dei nazionali under 21 Regini e Saponara, è stato il brasiliano Paulinho (a segno in tutte e quattro le sfide playoff) a regalare l’agognata serie A.
Adesso per il brasiliano, rilanciatosi alla grande dopo i primi deludenti mesi del suo ritorno livornese, si aprono le porte della A non con la maglia amaranto ma con quella blucerchiata della Sampdoria per la gioia del bilancio.
Renato Cignoni
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