Italia - Messico: L'esordio al Maracanà

Italia - Messico: L'esordio al Maracanà

Di Fabrizio Landolfi

Domenica sera l’Italia di Prandelli farà il suo esordio nella Confederations Cup 2013, giocando contro il Messico la prima delle tre gare del girone, nel leggendario stadio di Rio de Janeiro, ribattezzato Estadio Jornalista Mario Filho dopo la ristrutturazione, ma ancora noto con il vecchio nome Maracanà. In questo momento, non c’è grande entusiasmo attorno alla nazionale e alla stessa Confederations Cup. L’Italia calcistica è concentrata sul mercato delle squadre di club, su offerte, indiscrezioni, tormentoni, allenatori che vanno ed altri che vengono, più che sulle sorti dei ragazzi di Prandelli. La Confederations, del resto, è un torneo che non ha mai attirato l’attenzione quanto un Mondiale o un Campionato Europeo, non solo in Italia ma neppure negli altri paesi. Probabilmente questo succede anche perchè la Coppa delle Confederazioni è una competizione giovane, quindi con poca storia e tradizione alle spalle, dunque viene considerata alla stregua di un torneo amichevole, sebbene sia a tutti gli effetti una competizione ufficiale. La nazionale azzurra, nella sua storia, ha quasi sempre dato il meglio di sè quando sente la pressione dei grandi appuntamenti, quando ci sono in palio vittorie prestigiose che rimangono nella storia. Al contrario, quando la posta in gioco è più bassa, l’Italia appare spesso svogliata, stanca e priva della fantasia necessaria per appassionare il pubblico. Si ricordano tante prestazioni incolori della nostra nazionale, nelle gare amichevoli o di qualificazione, soprattutto in quelle giocate appena dopo la fine della stagione delle squadre di club. Anche nella Confederations Cup di quattro anni fa, l’Italia guidata da Marcello Lippi combinò ben poco. In Sudafrica, gli azzurri riuscirono a vincere contro gli Stati Uniti, ma vennero surclassati dal Brasile con un netto 3-0, dopo aver perso anche contro il modesto Egitto. Ci si augura che questa volta Prandelli e i suoi sappiano invertire la tendenza, visto che un anno fa nell’Europeo di Polonia ed Ucraina hanno raggiunto il secondo posto, dimostrando di avere qualità. Ma le deludenti prestazioni di pochi giorni fa, contro Repubblica Ceca ed Haiti, rendono leciti dei dubbi: gli azzurri sono apparsi spenti e in affanno dal punto di vista atletico. In particolare a centrocampo, i vari De Rossi, Pirlo e Marchisio hanno dato l’impressione di non essere in una condizione adatta per giocare partite importanti, mentre Balotelli ed El Shaarawy, i due giocatori più attesi di questa nazionale, hanno accusato qualche problema fisico negli ultimi giorni. I due attaccanti milanisti, tuttavia, dovrebbero essere a disposizione per la gara contro il Messico, avversario piuttosto ostico e difficile da arginare. La squadra campione del Centro e Nord America gioca un calcio molto offensivo e veloce, attaccando con tanti uomini insieme. Il ct De La Torre ha a disposizione giocatori di qualità, magari poco conosciuti a livello internazionale (eccetto Hernandez e Giovani dos Santos), ma piuttosto abili dal punto di vista tecnico. Quindi, per vincere al Maracanà in questa gara d’esordio, servirà un’Italia attenta, in forma e ben concentrata. Prandelli dovrebbe poter contare sia su Balotelli che su El Shaarawy, ma c’è comunque qualche dubbio sulla formazione che sceglierà. Il ct in allenamento ha provato “l’albero di Natale”, una soluzione diversa da quelle adottate nelle ultime gare giocate. Buffon in porta, una difesa a quattro con Abate, Bonucci, Barzagli e Chiellini, un trio di centrocampo con Pirlo in mezzo, affiancato da De Rossi e Marchsio, e Giaccherini e Montolivo sulla trequarti, a supporto di Balotelli. Questa formazione non convince del tutto, per diversi motivi. I due uomini che andrebbero sulla trequarti, pur avendo buone doti offensive, non sono veri attaccanti: Balotelli si troverebbe quindi a fare reparto da solo, cosa che è nelle sue capacità, ma sarebbe più vantaggioso per lui avere accanto un giocatore come El Shaarawy. In più, con questa disposizione l’Italia rischia di trovarsi in difficoltà sulle fasce laterali, sulle quali il Messico è abituato a spingere molto. L’alternativa sarebbe quella di confermare il modulo più utilizzato finora da Cesare Prandelli, ovvero il 4-4-2 a rombo, considerabile anche 4-3-1-2, con gli stessi uomini in difesa ma con Montolivo a centrocampo ed il solo Marchisio sulla trequarti dietro a due punte, che dovrebbero essere appunto El Shaarawy e Balotelli, condizioni fisiche permettendo. C’è poi la possibilità che in difesa venga inserito De Sciglio sulla sinistra, con lo spostamento di Chiellini al centro al posto di Bonucci. Per il Messico, Josè De La Torre dovrebbe scegliere un 4-4-2 con il portiere De Jesus Corona tra i pali (preferito ad Ochoa), Meza, Reyes, Rodriguez e Salcido in difesa, centrocampo con Barrera e Guardado sugli esterni, Torrado e Zavala al centro. In attacco, El Chicharito Hernandez è sicuro del posto da titolare, mentre Giovani dos Santos è in ballottaggio con Aldo De Nigris per l’altro posto disponibile.

Fabrizio Landolfi
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