Confederations Cup: Inizia Sabato l'antipasto del Mondiale

Confederations Cup: Inizia Sabato l'antipasto del Mondiale

Di Fabrizio Landolfi

Da sabato 15, in Brasile, andrà in scena la Confederations Cup, torneo che si disputa ogni quattro anni, più precisamente l’anno precedente a quello del Campionato Mondiale, nello stesso paese che ospiterà l’evento iridato. Vi partecipano le squadre che hanno vinto le ultime edizioni di ogni campionato continentale, oltre alla squadra campione del mondo in carica e a quella della nazione ospitante, in questo caso appunto il Brasile. L’Italia di Cesare Prandelli partecipa a questa Confederations Cup come seconda classificata del Campionato Europeo, dato che la prima è stata la Spagna di Del Bosque, che era già qualificata in qualità di campione del mondo. 

I GIRONI 

Al torneo prenderanno parte 8 squadre, divise in due gruppi nei quali si affronteranno con la consueta formula del girone all’italiana. Le prime due classificate di ogni girone accederanno alle semifinali; successivamente, si giocheranno prima la finale per il terzo e quarto posto, e poi la finale per il primo e secondo posto. Quattro anni fa, in Sudafrica, fu il Brasile a vincere la Confederations Cup, battendo in finale gli Stati Uniti per 3-2. Nella Confederations Cup di quest’anno, l’Italia è capitata nel girone A, di cui fanno parte anche i padroni di casa del Brasile, i Campioni d’Asia del Giappone, ed il Messico, vincitore dell’ultima Coppa del Nordamerica, Centroamerica e Caraibi. Nel girone B invece, si affronteranno la Spagna Campione d’Europa e del Mondo, l’Uruguay che ha vinto la Coppa America lo scorso anno, la Nigeria Campione d’Africa e la nazionale di Tahiti, che nel 2012 si è aggiudicata la Coppa delle Nazioni Oceaniane. 

CHE TORNEO SARA’? 

Per introdurre la Confederations Cup, è necessario ricordare che non si tratta di un torneo che galvanizza il pubblico quanto il Campionato Mondiale, o quello Europeo, probabilmente anche perchè ha una storia piuttosto “giovane” (la prima edizione considerata ufficiale risale appena al 1997). Tuttavia, sarà comunque interessante, per gli appassionati di calcio, vedere le nazionali che hanno vinto tutte le competizioni più importanti negli ultimi anni affrontarsi una con l’altra in una competizione ufficiale. La Spagna di Del Bosque parte inevitabilmente favorita, avendo già dimostrato ampiamente di essere una squadra formidabile, capace di vincere due Europei consecutivi ed un Mondiale. Secondo un giudizio pressochè unanime, si tratta di una delle nazionali più forti della storia del calcio, sicuramente la migliore tra quelle attuali, almeno sulla carta. Se la Spagna gioca come ha giocato negli anni scorsi, non avrà rivali. Ma nell’ultima Champions League le due big spagnole, Real Madrid e Barcellona, sono state surclassate dalle tedesche Borussia e Bayern: in particolare il Barca, per la prima volta dopo tanti anni, ha perso malamente. La squadra di Messi e degli spagnoli Xavi, Iniesta, Busquets e Fabregas, non è riuscita a tenere testa ai bavaresi, anche dal punto di vista atletico. C’è quindi il sospetto che la nazionale spagnola possa subire la stessa flessione che ha avuto il Barcellona, essendo formata in gran parte da campioni del club blaugrana e del Real Madrid, altra squadra che nell’ultima stagione non ha brillato al massimo. In questo caso, le altre pretendenti della Confederations potrebbero ben sperare, ma la presunta fine dello straordinario ciclo spagnolo è ancora tutt’altro che scontata. Il Brasile di Luiz Scolari, dal punto di vista della qualità ha sicuramente qualcosa in meno della Spagna, come testimoniano anche i risultati che la Selecao ha ottenuto negli ultimi anni. Non è certo il Brasile dei tempi di Pelè, nè quello di Romario e Ronaldo, ma è pur sempre una nazionale difficile da affrontare, con tanti giovani talenti che stanno crescendo, di cui Neymar è solo il più noto. In più, i brasiliani avranno il vantaggio di giocare in casa, fattore che nelle competizioni per nazionali ha sempre avuto molto peso. Scolari e i suoi potranno contare sul sostegno del loro pubblico, sempre numeroso ed appassionato come pochi altri al mondo. In caso di defaillance della Spagna, la squadra verdeoro è senz’altro la candidata principale per la vittoria finale. Ma anche l’Italia di Cesare Prandelli ha tutte le carte in tavola per essere tra le favorite. Il pubblico italiano è memore della pesante sconfitta subìta un anno fa contro la Spagna, nella finale di un Europeo che gli azzurri avevano giocato benissimo, battendo Inghilterra e Germania e fermando sul pari la stessa Spagna, durante la fase a gironi. Questa Italia ha qualità, se i suoi giocatori sono in forma può giocarsela con tutti e non è inferiore al Brasile, con cui recentemente ha pareggiato 2-2 in amichevole. Tutte le squadre dovranno fare molta attenzione anche all’Uruguay, vincitore dell’ultima Coppa America, in cui ha superato in finale il Paraguay. Quella guidata da Oscar Tabarez è una nazionale ostica, che riesce a chiudersi molto bene in difesa, rendendo la vita difficile anche agli avversari tecnicamente superiori, per poi colpire in contropiede con attaccanti come Cavani, Forlan e Suarez. Carattere, solidità difensiva e cattiveria agonistica sono le armi più pericolose dell’Uruguay, che sicuramente punterà ad arrivare in finale. Non bisogna affatto sottovalutare il Messico, altra squadra storicamente ostica per l’Italia, che ha giocatori molto veloci ed abili tecnicamente, capaci di mettere in difficoltà anche squadre più blasonate. Lo stesso Giappone, guidato da Alberto Zaccheroni, pur non essendo una delle big ha buone qualità e può creare diversi problemi alle sue avversarie. Nigeria e Tahiti partono invece con meno favore da parte dei pronostici, ma daranno sicuramente il massimo in una competizione come questa, che per entrambe rappresenta un traguardo assai prestigioso. Gli africani e gli oceanici ce la metteranno tutta per imporsi come rivelazioni del torneo: del resto, anche gli Stati Uniti quattro anni fa partirono con poco credito, eppure vinsero contro la Spagna ed arrivarono in finale, rischiando seriamente di battere anche il Brasile, che poi ribaltò il risultato grazie alla maggiore esperienza. 

COSA ASPETTARSI DALL’ITALIA? 

Gli azzurri esordiranno domenica 16 a Rio de Janeiro, affrontando il Messico di Josè De La Torre. Tre giorni più tardi scenderanno in campo a Recife, contro i giapponesi guidati dall’italiano Zaccheroni, per poi vedersela con il Brasile padrone di casa, il 22 di giugno a Salvador de Bahia. Obiettivamente, il girone è abbordabile. Prandelli e i suoi hanno come obiettivo minimo quello di arrivare alle semifinali, che si raggiungono anche con il secondo posto. Senza dubbio non bisogna commettere l’errore di pensare che la Selecao brasiliana sia l’unico ostacolo reale; anche Messico e Giappone sono due squadre da affrontare con molta attenzione. Se l’Italia giocherà come ha saputo giocare un anno fa agli Europei (escludendo la finale, alla quale gli azzurri arrivarono troppo in affanno), può puntare tranquillamente anche al primo posto del girone. Tutto dipende da come arriveranno Balotelli e compagni a questa Confederations Cup. Le prestazioni che abbiamo visto contro la Repubblica Ceca, nella gara valida per le qualificazioni al Mondiale, e contro la nazionale di Haiti in amichevole, hanno acceso qualche campanello di allarme. Due pareggi scialbi, 0-0 contro i cechi e 2-2 contro gli haitiani, ma soprattutto due partite tutt’altro che ben giocate. Un’Italia spenta, fuori condizione fisica e con poco dinamismo, ben diversa da quella che fece sognare i suoi tifosi un anno fa. Per la gara contro Haiti, organizzata per raccogliere fondi per le popolazioni colpite dal terremoto, possiamo concedere delle attenuanti agli azzurri: in campo c’era davvero poco agonismo, e Prandelli ha schierato dal primo minuto tanti giocatori che non saranno titolari, nell’undici che il ct ha in mente. Ma contro la Repubblica Ceca ci si aspettava una prova più vivace, dato che il risultato aveva una sua valenza. Tradizionalmente, quella italiana è sempre stata una nazionale che non dà il meglio di sè nelle gare amichevoli e nelle qualificazioni, per poi trasformarsi quando arrivano i grandi appuntamenti. A questo proposito, bisogna capire con quale ottica gli azzurri inquadrano la Confederations Cup. L’auspicio è quello di vedere in Brasile un’Italia che gioca con entusiasmo, ben preparata e concentrata su questa competizione, anche perchè sarebbe un peccato snobbare un torneo in cui gli azzurri hanno le carte in tavola per vincere, o quantomeno per fare una buona figura davanti a tutto il mondo calcistico. 

Fabrizio Landolfi
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