Roma - Udinese 2 - 3: Un'altra partita dai due volti

Roma - Udinese 2 - 3: Un'altra partita dai due volti

Di Fabrizio Landolfi

Domenica sera all’Olimpico, la Roma è stata battuta per 3-2 dall’Udinese di Guidolin nel posticipo della nona giornata di campionato. E’ una sconfitta particolarmente amara per i giallorossi, che hanno subìto la rimonta degli avversari dopo essere stati in vantaggio di due gol, proprio come era successo contro il Bologna, sempre all’Olimpico. Nella prima fase della gara la Roma ha macinato gioco e creato occasioni da gol, andando in vantaggio al 22’ quando Erik Lamela, dalla linea di fondo campo, si è avvicinato al palo ed ha infilato Brkic. Lo stesso Lamela ha raddoppiato dopo soli due minuti, con un gran colpo di testa su cross di Osvaldo, servito a sua volta da Totti. Ma al 32’ l’Udinese ha accorciato le distanze con Domizzi, dopodichè i giallorossi hanno iniziato a produrre meno gioco, per poi calare vistosamente nel secondo tempo. Ad inizio ripresa i friulani hanno trovato il pareggio con Di Natale, dopo che Stekelenburg aveva appena compiuto un’ottima parata, mentre all’87’ è arrivata la beffa finale: lo stesso centravanti bianconero ha trasformato il rigore, molto discutibile, concesso da Massa, battendo il portiere olandese con un pallonetto e fissando il punteggio sul 2-2. Nel commentare questa partita, è giusto sottolineare che l’operato degli arbitri non è stato impeccabile. Il contatto tra Castan e Pereyra, che di fatto ha portato al rigore per l’Udinese, era piuttosto veniale, ed è evidente che il centrocampista dell’Udinese abbia accentuato la caduta, dopo aver cercato lui stesso il contatto col difensore giallorosso. E’ una di quelle situazioni su cui i moviolisti discutono a lungo, ma il più delle volte in casi analoghi non viene fischiato il fallo. Inoltre, l’esterno dei friulani Pablo Armero avrebbe meritato il cartellino rosso, nell’episodio in cui ha sputato volontariamente verso il romanista Tachtsidis. L’arbitro Massa e i suoi collaboratori non si sono accorti di tale gesto, che verrà esaminato con la prova televisiva e probabilmente costerà una squalifica al colombiano. 


Infine, sempre a proposito di episodi, Zdenek Zeman nel dopopartita ha parlato di irregolarità del primo gol dell’Udinese, per una spinta subìta da Osvaldo: ma onestamente, rivedendo l’azione non si vede nessuna spinta o fallo sull’attaccante giallorosso. Al di là di tutto, la causa principale di questa sconfitta non è l’arbitraggio, ma la prestazione di questa Roma che si è dimostrata ancora troppo fragile. I campanelli d’allarme ci sono, e sono gli stessi che si erano avvertiti nelle partite precedenti. Alla vigilia di Roma-Udinese, si chiedeva ai giallorossi una prestazione di uguale intensità per tutti i 90 minuti, ed è stata proprio questa stabilità a mancare. Primo tempo ottimo (almeno fino al gol di Domizzi), giocato con grande aggressività e ritmi alti, in cui qualche occasione non è stata concretizzata ma sono arrivati comunque due gol. Nella ripresa, la Roma ha cambiato volto, risultando più passiva e disordinata di fronte ad un’Udinese che cercava di approfittarne e fare la partita. Coloro che sono più scettici verso il calcio di Zeman, dicono che è una storia vecchia: le squadre del boemo costruiscono e segnano tanti gol, ma ne subiscono altrettanti, perchè anche quando sono in vantaggio non pensano a gestire il risultato. Eppure, le cose non sono andate così, ed è questo il fatto più preoccupante. Se sul 2-0 o sul 2-1 la Roma avesse continuato ad attaccare, tenendosi troppo sbilanciata in avanti, e avesse per questo subìto la rimonta dell’Udinese, si sarebbe potuto dire che è la filosofia di gioco ad essere troppo rischiosa. Invece, qui il punto è proprio che la Roma non ha continuato a giocare come in precedenza, lasciando troppa iniziativa ai friulani. Purtroppo, non è la prima volta che i giallorossi regalano, o quasi, una parte della partita agli avversari. La causa può essere di natura atletica, eppure a questo punto della stagione i giocatori dovrebbero già essere nella forma fisica giusta per reggere 90 minuti, sia pure ai ritmi alti chiesti da Zeman. Probabilmente il problema è più di natura psicologica, di concentrazione, di carattere: la squadra è fragile dal punto di vista della personalità, ed è su questo che il tecnico e i suoi devono assolutamente lavorare. Poi ci sono le questioni tattiche e tecniche legate ai singoli. Ieri ha esordito Dodò: il brasiliano ha mostrato di avere buona tecnica nei primi minuti di gioco, portando spesso palla sulla sua fascia, ma al 20’ appariva già stanco, infatti poi ha faticato molto a coprire ed inseguire gli avversari, finchè il tecnico non lo ha sostituito con Marquinho. Quest’ultimo non è un difensore, è evidente, tuttavia ha permesso alla Roma di ricominciare a spingere un po’ sulla sinistra. In ogni caso, tornando a Dodò, bisogna sottolineare che egli è reduce da mesi di stop, dunque è normale che non sia in ottima forma atletica. Piuttosto, è stato il centrocampo a non funzionare come dovrebbe, con De Rossi e Pjanic che raramente si sono inseriti in avanti, nelle azioni offensive della Roma. Entrambi fanno fatica a giocare come vorrebbe il loro allenatore, che nella ripresa ha sostituito il bosniaco con Florenzi. 


Ma soprattutto, chi non funziona è Tachtsidis, non tanto per l’espulsione rimediata nel finale per proteste, quanto più per la prestazione. Il greco sbaglia troppi passaggi, non riesce ad impostare le azioni, risulta spesso più lento dell’avversario di turno: in sintesi, ha confermato di non essere il giocatore adatto per agire da regista centrale, nel modulo della Roma. Ma Zeman continua ad avere fiducia in lui senza dubbi, tanto che nel dopopartita, a chi gli chiedeva di Tachtsidis, ha risposto che è stato il migliore in campo. Un giudizio difficile da condividere, quello del tecnico boemo. In attacco sono stati positivi Totti e Lamela, pur calando come tutta la squadra nel secondo tempo, mentre Osvaldo è apparso in serata no, sbagliando alcune palle gol (anche se è stato lui l’autore del cross che ha portato al 2-0). Quando all’82’ Zeman ha messo dentro Mattia Destro (che non ha quasi toccato palla), ci si aspettava che sostituisse proprio Osvaldo, ma il tecnico ha preferito far uscire Francesco Totti. La Roma non ha perso la partita per questo, ma probabilmente era meglio lasciare in campo il Capitano, vero motore del gioco giallorosso, piuttosto che affiancare due attaccanti, Osvaldo e Destro, simili come caratteristiche, dei quali uno era in affanno. E’ un vero peccato che ai giallorossi sia sfuggita la vittoria che li avrebbe portati ad un solo punto dalla Lazio; mercoledì sera si torna in campo per il campionato, in trasferta a Parma, con la speranza di poter dimenticare questo sconfortante passo falso. 

IL TABELLINO 

ROMA: Stekelenburg; Piris, Marquinhos, Castan, Dodò (62' Marquinho); De Rossi, Tachtsidis, Pjanic (68' Florenzi); Lamela, Osvaldo, Totti (82' Destro) A disp.: Goicoechea, Svedkauskas, Burdisso, Romagnoli, Bradley, Perrotta, Lopez. All.: Zeman 

UDINESE: Brkic; Angella (68' Heurtaux), Coda, Domizzi, Faraoni (45' Badu), Pereyra, Allan, Lazzari, Armero (81' Gabriel Silva), Maicosuel, Di Natale. A disp.: Padelli, Pawlowski, Willians, Fabbrini, Barreto, Ranegie. All.: Guidolin. 

Marcatori: 22' Lamela (R), 24' Lamela (R), 32' Domizzi (U), 50' Di Natale (U), 87' Di Natale (rig.) 

Fabrizio Landolfi
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