Quanti sono gli scudetti della Juventus validi? 28, 30 32?. Sono 26 (tutto il resto è in prescrizione..). 1° Parte

Quanti sono gli scudetti della Juventus validi? 28, 30 32? Sono 26 (tutto il resto è in prescrizione..). 1° Parte

Di Stefano Lazzarato

Ci risiamo ogni anno è la solita storia. Il calcio italiano è pieno di problemi reali e la stampa si inventa l'ennesima paparazzata del cavolo per evitare di dover parlare di cose reali. Estate 2010: mondiali e relative figuracce, estate 2011 fanta-calciomercato, la telenovela sugli allenatori ecc. Estate 2012: le tre stelle pretese dalla Juventus. Per capire di cosa parlo basterebbe andare a verificare la proporzione scandalosa tra quanto scritto sulla Juventus e quanto scritto singolarmente sull'ennesima mancata riforma della b, il problema stadi, il calcioscommesse ecc. Premesso che l'unica cosa intelligente è lasciare la Juventus a 28 e basta, l'alternativa è dare a Cesare quel che è di Cesare come si diceva una volta. Peccato che il giusto (o per meglio dire giustificabile) è una cosa, quello che pretende a torto la Juventus è ben altro. Di scudetti mancanti, gialli e arbitrati discutibili ce ne sono stati diversi nella storia del calcio italiano. Ci sono alcune cose da chiarire ancora prima di trattare il caso specifico: 

1) Portare la questione in tribunale? Commissione a doc? All'uefa o ovunque la Juventus pensi di poter rubare meglio?
2) Tutti gli altri casi “aperti”? 
3) Una sentenza positiva a favore della Juventus avrebbe valore in Europa? (vedi il caso della sentenza Bosman). 

Il torneo italiano di calcio si può dividere in tre fasi:

1) Dilettanti allo sbaraglio o poco più con un pugno di squadre 1898-1912 
2) dal 1913 al 1928 con un crescente numero di squadre e di gare 
3) dal 1929 in poi con il girone unico di A e la Serie B con precisi meccanismi promozioni-retrocessioni. Per uno schema abbastanza dettagliato andate su: http://www.clubcalciocatania.it/divisioni.htm 


In tutti e tre i periodi ci sono stati problemi, conflitti tra le società, “gialli” e contestazioni.

Dopo i primi 7 tornei conclusi abbastanza nella norma sul campo, i guai cominciano nel 1906. Il 18 marzo 1906 Juventus-Genoa è stata la prima gara sospesa per incidenti e poi ripetuta. Il mini girone finale che comprendeva Milan, Juventus e Genoa vede alla fine giungere a pari merito Juventus e Milan. Lo spareggio giocato il 29 Aprile a Torino è concluso in parità e la federazione decide la ripetizione della gara (non esisteva la lotteria dei rigori) ma la Juventus non si presenta a Milano e il Milan vince a tavolino. Nel 1910 il caso più noto su cui sono stati scritti libri e circolano varie versioni ovvero Inter-Pro Vercelli. In seno alla federazione ci sono svariati problemi e polemiche e per il nuovo torneo si opta per un unico girone a 9 squadre che disputeranno 16 gare. Al termine del girone Inter e Pro Vercelli terminano a pari punti. In vantaggio per differenza reti e scontri diretti, la Pro Vercelli deve comunque disputare lo spareggio ma in polemica con la federazione sulla data di tale gara, manda i giovanissimi in campo che ovviamente perdono. Nel torneo successivo si decide di allargare la base inserendo al 1* livello anche le squadre di area veneta-romagnola che al momento giocavano ad un livello inferiore. Nel 1913 la prima significativa svolta con la parificazione del 1* livello (la zona settentrionale dell'Italia) con alcuni gironi del centro-sud che avevano fino a quel momento disputato solo tornei di basso profilo e senza la possibilità di competere per il titolo nazionale. Il dominio nei tre tornei pre-bellici delle squadre del triangolo lombardia-piemonte-liguria è completo in ogni fase interregionale ma non mancano le polemiche. I problemi nascono con i criteri di iscrizione ai gironi settentrionali. L'idea base era di costituire un certo numero di gironi su base interregionale e una fase finale per decidere le finaliste (una del nord e una per il centro-sud). L'aumento di squadre presenti nell'area, nascita e rapido tramonto di alcune, fusioni e ritiri per proteste varie hanno più volte modificato il quadro delle iscritte con aggiustamenti postumi alle classifiche, spareggi e ripescaggi. Il caso più clamoroso (e troppo spesso dimenticato) è stato il ripescaggio della Juventus. Nel torneo 12/13, la Juventus ebbe il peggiore risultato della sua storia con oltre 40 gol incassati in dieci gare e vincendo una sola gara. Nell'estate del 1913 la dirigenza della Juventus andò dall'amico presidente federale e si comprò un posto nel torneo successivo. (fatto documentato e successivamente ammesso dalle parti in causa). La scappatoia fu il passaggio da gironi a sei a squadre a gironi a 10 squadre con il ripescaggio anche delle altre due retrocesse (Modena e Racing). Solo che nel girone di competenza (quello piemontese) non c'era posto per l'eccessivo numero di squadre e il solito amico sposto Juventus e Novara nel girone lombardo mentre il Brescia finì in quello veneto. Il torneo 14-15 iniziato dopo lo scoppio della prima guerra mondiale (non ancora per l'Italia) e non fu mai completato per cause belliche. Il titolo fu assegnato al Genoa in testa al girone settentrionale (incompleto) senza la fase nord-sud. Se la Juventus pretende di vantare i due titoli 1907/1908 ben più a ragione dovrebbe essere assegnato lo scudetto 1915 ex-equo alla Lazio vincente del raggruppamento sud e non certo responsabile della mancata disputa della finale. L'esito sarebbe stato quasi scontato con un ampia vittoria del Genoa dato le sconfitte per 9-1 (1914 a/r) e 6-0 in gara unica nel 1913 della Lazio contro Casale e Pro Vercelli. Terminata la guerra bellica ricomincia quella a livello organizzativo-regolamentare. Da una parte ci sono i principali club del nord, dall'altra le squadre minori e la maggior parte del centro-sud. All'inizio prevalgono i numeri (un club= 1 voto) e i club minori vincono mantenendo il torneo 19/20 piuttosto allargato con una prima fase a gironi con infiniti risultati “ridicoli”. Il torneo successivo è simile ma le polemiche sulla formula troppo complessa continua fino al punto di rottura. Dopo l'ennesima votazione sfavorevole, i “grandi club” escono dalla federazione ufficiale mettendosi “in proprio” aprendo una profonda crisi interna. Dal punto di vista i “ribelli” non avevano tutti i torti a volere un calendario semplificato e regole più chiare nei meccanismi promozioni-retrocessioni solo che gli effetti immediati di tale azione sono stati l'opposto delle pretese. In primo luogo la Pro Vercelli nel 22 per vincere il torno disputò 5 gare più del torneo precedente, mentre il rientro nella Figc dei “ribelli”, comportò un complesso e discutibile meccanismo di ripescaggi già allora criticato per formula e dubbi sulla trasparenza dei sorteggi. Dopo due tornei normali al Nord (2 gironi) e un raggruppamento sud costellato di gironi di varie dimensioni su base regionale, si arriva al fatidico scudetto del 27 revocato al Torino. Come nel 1913 le amicizie del presidente Eduardo Agnelli salvò nuovamente la Juventus mentre l'Inter ne approfittò per fare comodi colpi di mercato (quando si dice che la storia si ripete.......).
http://it.wikipedia.org/wiki/Caso_Allemandi 


 Nel 42 l'ennesimo scandalo passato sotto silenzio. Alla Roma (che tra l'altro giocava nello stadio nazionale del partito fascista) fu fatto vincere lo scudetto con il beneplacito del partito fascista a scapito del Torino antagonista della Juventus della famiglia Agnelli. Nel 1980 arrivò lo scandalo più famoso legato alle gare vendute del 1900. Di fatto per omologare lo scudetto all'Inter e salvare la Juventus delle onnipresenti potenti amicizie, a pagare in serie A con la retrocessione furono solo 2 squadre su 7 (16 totali). Rimase insoluta la precisa accusa di combine (accordo) tra Bologna e Juventus 
http://it.wikipedia.org/wiki/Scandalo_del_calcio_italiano_del_1980

 Stefano Lazzarato
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