Di Alessandro Paparella
Il sogno della Juventus di concludere da imbattuta l'intera stagione e di fare sua la decima Coppa Italia sfuma proprio nell'ultimissima partita. Doloroso il 2-0 rimediato dal Napoli, che costa, come detto, l'imbattibilità e soprattutto la Coppa Italia, finita per la quarta volta nella storia nella bacheca azzurra. Sconfitta meritata quella della Juventus. Il Napoli è sceso in campo con più grinta, cattiveria e determinazione, doti che gli hanno permesso di fare sua la Coppa, pur non dominando sul piano del gioco. La Juve però è stata la brutta copia di quella ammirata in quasi tutte le 38 giornate di campionato più le 4 di Coppa Italia. Piuttosto lenta e prevedibile, incapace di produrre gioco sugli esterni, poco consistente davanti, dove Del Piero, alla sua ultima in bianconero, non è riuscito a fare miracoli, mentre Borriello non ha ricevuto praticamente nessun pallone invitante. La Juve paga anche le assenze pesanti di Chiellini e De Ceglie, oltre a una delle rarissime prove insufficienti di Vidal. Discutibili alcune scelte di Conte, che ha rinunciato a Pepe, uno dei più vivaci da quando è entrato, e Vucinic, mentre in porta non ha pagato la conferma di Storari, decisivo in negativo nell'episodio del rigore concesso al Napoli e trasformato da Cavani. Conte ha poi provato a correggere il tiro, ma il Napoli si è difeso bene, e in contropiede ha trovato con Hamsik il gol della sicurezza. La Coppa Italia torna così a Napoli, mentre per la Juve in questa competizione si tratta della terza finale persa consecutiva, dopo quelle contro Parma e Lazio nel 2002 e nel 2004.
Questa sconfitta, se comunque non va a intaccare una stagione trionfale, potrebbe servire da lezione. Pensare che con lo scudetto vinto meritatamente tutto il resto verrà di conseguenza sarebbe l'errore più grave che potrebbe commettere la Juve. Conte dovrà essere bravo a continuare a trasmettere ai giocatori quella rabbia e quella cattiveria agonistica che sono state il motore della Juve degli invincibili. La società dovrà fare il resto in sede di mercato. La base è ottima, e i risultati lo dimostrano. Per sostenere a livelli altissimi il doppio impegno serviranno comunque rinforzi importanti. Un attaccante da 30 gol a stagione, un centrocampista in grado di alternarsi con i tre titolari, e un difensore centrale competitivo sembrano essere quelli necessari. Poi Conte, Marotta e Paratici dovranno scegliere con quali pedine completare la rosa, magari inserendo giovani interessanti come Verratti, che ha già lanciato messaggi d'amore alla Vecchia Signora.
La scelta del famoso "top player" sarà quella più delicata, considerando che i tifosi si aspettano una degna sostituzione del loro capitano, Alessandro Del Piero, domenica al passo d'addio definitivo. Dimenticarlo non sarà facile.
Alessandro Paparella
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