Novara – Napoli 1-1: la zona Champions si allontana
Di Paolo Esposito
Come contro il Villarreal, come contro il City, sembra strano dirlo se dall’altra parte c’è il Novara penultimo in classifica. Tuttavia è proprio così, bisognava vincere ma, come spesso accade quest’anno in campionato, il Napoli non riesce a risalire dalle sabbie mobili di un avversario ben messo in campo e non riesce a schiarirsi un po’ le idee, ingabbiato in un appannamento mentale dovuto agli impegni europei che, a differenza di quanto dice Lavezzi nel dopo partita, è evidente e si fa sentire maledettamente.
E’ inutile nasconderlo, trovare alibi o difendere ciò che indifendibile. Questa squadra non è pronta per affrontare al meglio due competizioni, a maggior ragione se, come detto da De Laurentiis ad agosto, il Napoli puntava in modo deciso sul passaggio del turno in Champions. In campionato gli azzurri sono la brutta copia di loro stessi, e poco può farci il povero Mazzarri se gli sono state date alternative non all’altezza dei titolari. Figurarsi poi se si vuole parlare di salto di qualità. Ecco che, se all’inizio della stagione per il turnover si assisteva a prestazioni imbarazzanti dei vari Fideleff, Fernandez e Santana, oggi ci si trova di fronte ai stanchi e appagati titolarissimi, visibilmente saziati dalla qualificazione alla “top 16” europea. E non si creda che con l’anno nuovo possa cambiare qualcosa, con gli ottavi di coppa a febbraio, i due mesi scarsi di campionato saranno solo una lunga preparazione psicologica ad un impegno che, sia chiaro, non vede il Napoli tra le favorite insieme a Real Madrid, Barcellona e Bayern Monaco.
La partita del Piola, in sé, ha ben poco da raccontare. Giocata con grande intensità ma avara di spettacolo e, soprattutto, di occasioni da gol. Nel primo tempo se ne contano una per parte, nella ripresa altrettante, che però fruttano i due gol che fissano il risultato sull’uno pari. Una barriera napoletana piazzata in modo sconcertante regala a Radovanovic il suo primo gol in serie A, direttamente su punizione calciata da trenta metri. A cinque minuti dal novantesimo è Lavezzi a spaccare in due la difesa avversaria, infilandosi in area dalla sinistra e servendo un pallone lisciato da Hamsik prima e corretto in rete da Dzemaili poi.
Al novantesimo finisce non solo la partita, ma anche la consapevolezza che le posizioni di vertice sono distanti almeno sette punti. La cosa peggiore è che quelle davanti, Udinese, Milan, Juve e Lazio, sono costruite per stare lassù e che a meno di suicidi di massa sarà molto difficile recuperare terreno. A ciò si aggiungano due variabili impazzite come l’Inter e la Roma, che ora sono giù ma dati gli organici potrebbero sempre risalire, rendendo la lotta ancora più difficile.
Da qui alla pausa mancano due partite, entrambe in casa, prima contro i giallorossi di Luis Enrique, poi contro il Genoa tre giorni dopo. Chi si è tanto lamentato della mancanza di allenamenti e del male che fa agli automatismi il fatto di giocare a breve distanza una partita dall’altra, ora avrà una settimana intera per oliare tutti i meccanismi. Come dire, chi ha tempo, non aspetti tempo.
Paolo Esposito
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