Milan: Altri tre punti nell’inferno di Marassi

Milan: Altri tre punti nell’inferno di Marassi

Di Davide Biscaro

Non c’è verso di bloccarli, questi teppisti da stadio. Anche venerdì sera, un possibile spettacolo calcistico fra una squadra in salute e una in cerca della svolta, si è trasformata dopo appena un quarto d’ora o poco più nell’ennesimo braccio di ferro fra i soliti idioti e le forze dell’ordine. Che però stavolta hanno avuto la meglio. Eppure, in quegli otto interminabili minuti di sospensione del match, il rischio di un rinvio è stato forte. Troppo pesante ed irrespirabile l’aria sopra lo stadio, resa acre dalle sostanze contenute nei fumogeni dei violenti ultras genoani (una netta minoranza rispetto alle tante persone civili di fede rossoblu accorse al “Luigi Ferraris”) e nei lacrimogeni usati dalla polizia nelle cariche contro i tifosi-criminali. Per stavolta, però, è andata bene e si è potuto ricominciare a giocare; ma per quanto tempo ancora dovremo sopportare il fatto che qualche imbecille che ignora le regole basilari dello sport riesca a trasformare una festa di colori e tifo in una vera e propria guerriglia urbana? O meglio, una caccia all’uomo contro chiunque non appartenga alla loro fede calcistica? Ai posteri l’ardua sentenza, diceva Manzoni.

Alla fine il campo ha comunque espresso le sue sentenze: Milan in salute, Genoa abulico in attacco, soprattutto senza Palacio, squalificato. I rossoneri partono bene, tengono un ritmo basso e fanno circolare la palla. Dal canto suo il grifone difende strenuamente, sperando in qualche ripartenza offensiva. Il primo tempo non è certo un estasi di spettacolo, anzi è alquanto noioso. Ci provano gli ospiti con Nocerino, ben lanciato da Ibra, in un paio di circostanze, ma è bravo Frey ad opporsi. Ogni tanto fa capolino lì davanti anche il Genoa, che si rende pericoloso con Veloso da calcio di punizione e con Mesto, a seguito di un tiro al volo provato dal limite dell’area, ma poco altro, e comunque Amelia rischia poco.

La ripresa è più vivace, i rossoneri trovano qualche spazio in più e alla fine passano grazie, in parte, anche all’ex di turno Kakhaber Kaladze. Il centrale georgiano si fa scavalcare con un tacco volante da Ibrahimovic, e nel tentativo di fermarlo lo prende nettamente sul piede d’appoggio. Lo svedese va a terra e l’arbitro decreta il penalty, che lo stesso svedese prontamente realizza. Rosso, invece, per il difensore genoano, che era appena rientrato da una squalifica di quattro turni. Siamo al decimo del secondo tempo. Il Milan abbassa però pericolosamente i ritmi, concedendo varie ripartenze ai rossoblu, una delle quali porta Rossi molto vicino al gol, fortunatamente solo sfiorato. Addirittura clamoroso l’errore sottoporta di Robinho, ottimamente assistito da Aquilani che salva un pallone ormai diretto sul fondo, in grado di sprecare, come contro il Barça, da due passi. Meno male che però c’è un incredibile Nocerino a chiudere i conti: Boateng sulla sinistra si smarca abilmente con un doppio passo e mette in mezzo per il raddoppio degli ospiti, segnato appunto dall’ex palermitano, giunto alla ragguardevole cifra di 5 reti in 12 match giocati. Niente male per uno che era “poco più che un buon incontrista”. Da rincalzo di lusso, a titolare pressoché inamovibile, è questa la bella storia di Antonio Nocerino da Napoli. Sul due a zero per i rossoneri, i grifoni mollano la presa e non provano più a reagire, l’incontro si conclude sostanzialmente qui.

Un’ottima premessa in vista della gara, peraltro ininfluente, di martedì sera contro il Viktoria Plzen, in cui Allegri sembra orientato, giustamente, a far giocare coloro che hanno meno minuti nelle gambe: Pato in avanti, Mexes e Taiwo in difesa. Soprattutto per il francese sarà un’ottima occasione per dimostrare il suo stato di forma dopo il completo recupero dal grave infortunio ai legamenti che l’aveva colpito nello scorso aprile quando ancora vestiva il giallorosso. Mettere minuti nelle gambe è fondamentale, soprattutto ora che Nesta, colui che verosimilmente passerà il testimone proprio a Philippe (speriamo il più tardi possibile, vista la bravura di Alessandro nonostante l’età e i tanti acciacchi che l’hanno perseguitato), è fuori causa almeno fino a gennaio 2012 per un problemino muscolare.

Come già detto, partita buona solo per la gloria quella di Champions League. Peccato che Inzaghi non sia stato iscritto in lista per le coppe europee, avrebbe sicuramente voluto esserci e ben figurare, soprattutto perché Raul (a segno giovedì sera in Schalke 04-Steaua Bucarest) rischia di prendersi un bel margine sul piacentino, sempre desideroso di rinnovare la sfida all’attaccante spagnolo per quanto riguarda la classifica dei cannonieri nelle competizioni Uefa.

Seguono dunque le pagelle:

Amelia: 6 Il portiere romano vive una serata abbastanza tranquilla nel complesso, qualche problemino glielo creano solo con tiri dalla distanza, non particolarmente precisi

Abate: 6 Patisce qualche disimpegno alla buona nel primo tempo, poi sempre il solito, ottimo, rendimento

Thiago Silva: 6 Qualche fraseggio non a buon fine ci sta, ma chiaramente abbassa la media voto del brasiliano, comunque sempre preciso in chiusura

Yepes: 6 Anche lui ha qualche minuto di black-out, ma il Genoa non è propriamente in serata, e allora bene così

Antonini: 6,5 Oggi molto generoso, addirittura meglio di Abate, dà una mano in più al centrocampo

Aquilani: 6 In zona tiro ci arriva, ma oggi preferisce l’appoggio, dimostra di saper giocare sia di fino che ruvido. Sta ancora maledicendo Robinho per il grave errore sottoporta su suo ottimo assist da una palla praticamente persa

Ambrosini: 5 Serata no per il capitano, ci sta. Prima compie un grave errore in fase di disimpegno, poi va vicino a segnare. Borbotta sul cambio (dal 69’ Seedorf: 6 Ordine alla manovra, esperienza dove serve)

Nocerino: 7 (il migliore) Chi gli dà ancora del semplice incontrista ha torto marcio, anima ruvida di un centrocampo solido e ottimo anche sottorete. Avanti così

Boateng: 6,5 Uomo in più fra attacco a centrocampo, sai che novità! Ottimo l’assist a Nocerino, svaria su tutto il fronte, sta bene e lo sa: infatti punta spesso l’uomo, e con altrettanto successo riesce a scappare al suo marcatore

Robinho: 5 La “Gialappa’s” si sarebbe divertita un sacco a prenderlo in giro e metterlo come uomo copertina della rubrica “vai col liscio” di “Mai dire Gol!”. Aaah, bei tempi, quelli. Per nulla bello invece che il brasiliano continui a commettere errori pacchiani sotto rete. Almeno corre e ci mette impegno e volontà (dall’87’ El Shaarawy: s.v.)

Ibrahimovic: 6,5 Kaladze va al manicomio appena lo vede, la sola presenza incute il terrore nelle difese avversarie. A segno su rigore, ma nel primo tempo nelle vesti di rifinitore. Perché al Milan non serviva più Pirlo? Perché Ibra ha imparato a fare anche il Pirlo, all’occorrenza (tesi semplicistica, vero, poiché si tratta di un concatenarsi di fattori, ma quello citato non è certo secondario)

Davide Biscaro

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