Napoli – Manchester City: la madre di tutte le partite

Napoli – Manchester City: la madre di tutte le partite

Di Paolo Esposito

Fine novembre 2006, stadio San Paolo. Si gioca Napoli – Foggia, finisce 2-2. Per il Foggia segna una doppietta l’argentino Cantoro, per il Napoli Fontana e Pià. I circa diciottomila di quel pomeriggio a Fuorigrotta sanno di avere saldamente in pugno la promozione, visto che la distanza dalle inseguitrici, Frosinone e Sangiovannese, sfiorava già i dieci punti. Ma sono un po’ rammaricati, soprattutto per quel rigore fallito da Gaetano “Jimmy” Fontana. La provocazione forte sarebbe stata quella, per un novello possessore della DeLorean di “Ritorno al futuro”, di andare da ognuno di quei diciottomila e consolarli tutti, ad uno ad uno. Il volto nuovo del cinema hollywoodiano, tuttavia, sarebbe stato preso per pazzo se avesse detto la verità: fra sei anni esatti ritroviamoci qua, tutti insieme, che arriva il Manchester City. Se lo battiamo siamo agli ottavi di Champions.

Ne ha fatta di strada quel Napoli. Prima la lenta risalita dalla terza serie alla cadetteria. Un campionato lungo e difficile, unico nella storia, con l’ingombrante compresenza di Genoa e Juventus. Poi gli anni in A, l’Europa vista come sfizio contro il Panionios e il Vllaznia, fino al Benfica, troppo esperto per i giovani partenopei, che comunque si tolsero la soddisfazione di rifilare ai lusitani tre gol al San Paolo. Infine l’Europa recente, quella minore disputata a buon livello contro calibri come Steaua Bucarest, Liverpool e Villarreal, e quella dei grandi, impreziosita da ottime prestazioni contro il Bayern e i light blues dello sceicco Mansour. Quella contro il City, la penultima del girone, è senza dubbio una delle partite più importanti della storia del Napoli. E’ paragonabile a quella del 1987 contro il Real Madrid di Michel e Butragueno, alla finale di Coppa Uefa contro lo Stoccarda e a poche altre.

I giocatori di oggi, che poco hanno a che vedere con quelli di sei anni prima, devono pensare alla sfida contro la corazzata di Mancini come ad un enorme bivio. Da un lato sarà una partita complicatissima, perché questo Manchester è forte oltre ogni logica, un lontano parente di quello visto in casa contro i partenopei all’andata. Da allora tanto è cambiato, a cominciare dalle nove vittorie consecutive inanellate da Balotelli e soci tra Premier e Champions, tra cui spicca un roboante 1-6 in casa dei cugini dello United. Ma dall’altra parte, come detto più volte nell’ambiente azzurro, scendere in campo per questo tipo di partite dev’essere un onore. L’onere spetta a chi deve vincere a tutti i costi. La squadra che non ha niente da perdere a volte gioca meglio.

Mancini, che nell’ultima vittoriosa sfida contro il Newcastle ha operato un discreto turnover, dovrebbe schierare il solito 4-2-3-1 con Hart in porta a guidare Richards, Kompany, Lescott e Clichy. A centrocampo Yaya Touré dovrebbe essere affiancato da De Jong, con Nasri, Balotelli e Milner alle spalle dell’unica punta Dzeko.

Nel Napoli, come è ovvio, spazio ai titolarissimi. Con De Sanctis in porta, la linea difensiva vedrà Campagnaro, Cannavaro e Aronica. Maggio e Dossena agiranno sugli esterni mentre Inler e il rientrante Gargano saranno in mediana dal primo minuto. In attacco ci saranno Hamsik, Lavezzi e Cavani.

L’arbitro dell’incontro sarà lo sloveno Damir Skomina.

Paolo Esposito

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