Milan, cinque su cinque: e ora cambia tutto

Milan, cinque su cinque: e ora cambia tutto

Di Davide Biscaro

Il conte Max aveva avvertito tutti: il Milan dovrà fare 15 punti da qui alla sosta per ritornare nelle zone nobili della classifica e competere per lo scudetto. Tutto ciò non più distante di cinque partite fa, allorquando i rossoneri stavano per affrontare l’impegno casalingo con il Palermo. Fu vittoria trionfale. A ruota vennero i successi con il Lecce (da brivido, visto l’andamento del match), il Parma, la Roma e oggi anche il malcapitato Catania. Tutti con almeno 3 reti segnate da parte della compagine meneghina. Davvero niente male il mister, potrebbe avere un futuro come sensitivo, visto che l’aveva quasi predetto questo bel filotto. Un totale di 18 reti in cinque match, una media spaventosa di 3,6 gol a gara calcolatrice alla mano. Quattro contro i siciliani, avversari di giornata.

In una giornata segnata dai rinvii dei match di Juventus e Inter causa maltempo, la pioggia accoglie i giocatori in campo anche a San Siro. E a partire bene sono proprio i padroni di casa, che passano dopo appena 7 minuti con un calcio di rigore trasformato da Ibrahimovic. Nell’occasione giallo a Lanzafame, autore del fallo su Robinho involato verso la porta. Tuttavia, dopo un buon inizio, la fase centrale del primo tempo parla di un Milan in affanno nei confronti di un Catania più organizzato, soprattutto nella zona nevralgica del campo. Ma ecco che, come un fulmine a ciel sereno, Zlatan Ibrahimovic, conscio dell’assenza di Cassano, uomo-assist dei rossoneri nelle prime giornate, si cala nell’insolita veste di servitore dei compagni, e con un lancio in perfetto stile no-look offre a Robinho la palla del raddoppio. Ottimo spunto di “tre passi nel delirio”, che mette a sedere Pesce e insacca Andujar sul palo lontano da posizione defilata. Per il Milan la gara appare in discesa: prima Seedorf sbaglia due gol facili nel giro di cinque minuti, poi verso il termine della prima frazione di gioco, Ambrosini svetta da corner e colpisce bene, Andujar è un gatto ed evita il tris. Brividi però lungo la schiena dei presenti all’ultimo minuto del primo tempo. Bergessio roba la palla dalle braccia di Abbiati colpendolo allo sterno, l’arbitro non ravvisa il fallo e lascia proseguire. Nonostante l’estremo difensore sia a terra dolorante l’argentino prosegue l’azione calciando a rete, miracoloso e provvidenziale il salvataggio sulla linea di Daniele Bonera, poi Gervasoni cambia idea e fischia il fallo, anche se abbastanza in ritardo. In precedenza proteste forti degli etnei per un netto tocco di braccio di Zambrotta in area, con il direttore di gara che ha lasciato correre (il terzino dà le spalle alla palla), ma il rigore non sarebbe stato poi così clamoroso.

L’inizio della ripresa propone un match più ruvido e cattivo, molto meno gradevole da vedere, con molti tocchi sbagliati, complice anche il campo appesantito dalle precipitazioni. Dopo alcuni tentativi dei rossoazzurri che non hanno buon esito, a chiudere il match ci pensa la solita coppia Ibra-Binho: lo svedese serve in area con un tocco smarcante il brasiliano, che a tu per tu con Andujar calcia. Il portiere avversario devia la traiettoria del pallone e ne rallenta la velocità, ma Lodi combina un pasticcio nel tentativo di anticipare l’accorrente Seedorf, colpisce la sfera che sbatte sul palo e quindi entra in rete per il 3-0 casalingo. Partita finita? Nemmeno per sogno, perché cinque minuti dopo, da una sassata di Aquilani su punizione, arriva il tap-in vincente di Zambrotta. E se segna lui, uno non proprio avvezzo al gol, allora vuol dire che gira tutto a meraviglia. I rossoneri terminano sul velluto, San Siro tributa una bella standing ovation all’uscente Robinho e al subentrante Superpippo Inzaghi, che nel giro di pochi minuti rischia seriamente di finire anche lui sul tabellino dei marcatori. Ibra lo serve, il piacentino si lancia nello spazio calciando a botta sicura. Solo il tocco di un buon Andujar e la sfortuna (la palla esce a non più di 15 centimetri dal palo più lontano) non consentono al bomber di Champions di sbloccarsi in questa fin qui tribolata stagione. Dopo due minuti di recupero l’arbitro decreta la fine del match, gara dominata senza troppi patemi contro un avversario che veniva da un buon periodo di forma. Proprio niente male, avanti così. Appuntamento a sabato 19 novembre, al Franchi di Firenze arrivano i nostri.

Le pagelle, dunque, con tante luci e poche ombre fra i ragazzi di mister Allegri

Abbiati: 6 Qualche conclusione dalla lunga distanza nel primo tempo, due tentativi a lato nella ripresa. Poco impegnato, ma è un buon segnale

Abate: 6,5 Festeggia così il buon Ignazio la sua prima convocazione azzurra. Preciso in chiusura, infaticabile nelle sue tante discese. A Prandelli verrà certamente buono, sempre che lo richiami

Bonera: 6 Soffre terribilmente la velocità di Gomez e gli scatti di Bergessio, tenta di anticiparli ma con scarsi risultati, beccandosi anche un’ammonizione per un’entrata fuori tempo. Ma quel salvataggio sulla linea vale mezzo voto in più (dal 46’ Yepes: 6 Certamente più ordinato del bresciano, tiene botta a un Catania comunque in fase calante rispetto al primo tempo)

Thiago Silva: 6,5 Bergessio e Gomez gli girano al largo, sapendo che il compagno di reparto è più vulnerabile. Chiude le falle dove serve, anche in raddoppio di marcatura, e spazza via tutti i palloni pericolosi che spiovono dalle fasce. Attento

Zambrotta: 6 Dalle sue parti di avversari non se ne vedono, e potrebbe dunque tentare ogni tanto anche la sortita offensiva, ma non se ne parla. Sarà l’età… E’fortunato nel trovarsi al posto giusto nel momento giusto in occasione del gol che chiude la contesa, e per questo unico motivo porta a casa la sufficienza

Aquilani: 6,5 Più lavoro sporco del solito oggi per il romano, che però si disimpegna molto bene, dimostrando anche di avere il “piede caldo” in occasione di due tiri, soprattutto la punizione da cui nasce il 4-0

Ambrosini: 6 Sfiora il gol con un terzo tempo degno di un cestista dell’NBA, ma Andujar gli dice no. Un giallo beccato dopo appena dieci minuti ne calma la frenesia, ma lo costringe molto spesso anche a evitare falli tattici. Comunque discreta la prestazione del capitano

Seedorf: 6,5 Non è che vada a mille all’ora, ma con quella classe e quella saggezza che solo i maestri hanno, poco importa. Dialoga alla perfezione con Ibra e Binho, e ci mette lo zampino sul 3-0. Dà qualità alla manovra (dal 79’ Antonini: s.v.)

Emanuelson: 6,5 Premia Allegri che gli concede i galloni di titolare con una prestazione tutto sommato buona. Corre e si sbatte dietro le punte, ma il suo merito più grande è quello di non dare mai alcun punto di riferimento alla retroguardia catanese, fornendo spazi invitanti per gli attaccanti

Robinho: 7 (il migliore) Realizza un gol, su un altro il merito è suo almeno al 70%, quando vede le siciliane si esalta (vedi Palermo). Se poi si mette in conto che si procura il rigore, allora è indubbio che sia lui il man of the match oggi. (dal 79’ Inzaghi: 6 San Siro era pronto a venire giù al minuto 86, ma il tocco di Andujar gli nega la gioia del gol. Eterno)

Ibrahimovic: 7 Cassano non c’è? Vuol dire che l’assist-man lo farà lui. Trasforma il rigore del vantaggio ed entra, direttamente o indirettamente, in tutte e 3 le altre marcature rossonere. Ossigeno per il Milan.

Davide Biscaro

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