Juventus Stadium, appuntamento con la storia

Juventus Stadium, appuntamento con la storia

Di Davide Biscaro

Juventus-Milan è servita: la sfida che da sempre appassiona più tifosi nel Belpaese, e che molto spesso si è rivelata determinante al fine di assegnare il titolo di campione d’Italia, è finalmente arrivata. Nel segno degli ex. Campioni eccezionali, che fra l’estate 2010 e quella appena terminata si sono idealmente scambiati la casacca. A dire la verità uno ci ha messo in mezzo 3 anni di Inter e uno di Barcellona, ma poco importa, Ibrahimovic è stata una scoperta (guardacaso ben riuscita) dell’allora dirigenza bianconera, che nel 2005 lo portò a Torino via Ajax. L’altro fenomeno in questione è il comandante della nuova Juventus, colui che ne tiene in mano le redini del gioco, e che per anni è stato il faro della mediana rossonera capace di vincere 2 finali di Champions League e di perderne un’altra nel modo più assurdo e atroce possibile, Andrea Pirlo. Ci sarebbe già moltissima carne al fuoco anche così, ma nel caso non dovesse bastare ci riserviamo di aggiungere che si tratta del primo vero big match della stagione che la Vecchia Signora disputa nel suo nuovo impianto, nell’anno in cui è chiamata a riscattare due stagioni terribili per la tifoseria. Una sorta di “ultimo appello”, a cui però la squadra allenata da Antonio Conte si presenta da prima in classifica, imbattuta, con tre lunghezze di vantaggio sugli avversari rossoneri. I quali però sembrano in netta ripresa dopo l’altalenante avvio di stagione che li ha visti protagonisti, a causa anche degli sciagurati infortuni di molti uomini chiave. Insomma, i motivi per seguire un match combattuto e divertente ci sono proprio tutti, manca solo il fischio d’inizio, ma per quello occorre attendere le 20.45 di domenica, quando il signor Rizzoli decreterà l’inizio dell’incontro.

A Milanello si è rivisto anche il presidente Berlusconi in visita alla squadra, la vittoria in Champions contro il Viktoria Plzen ha mostrato un Ibrahimovic già in buona forma dopo il recupero dall’infortunio, e il conseguente ritorno di Kevin-Prince Boateng, che tanto è mancato alla squadra in questo periodo di stop, non può che fare bene alla compagine di Allegri. Tuttavia anche oggi siamo costretti ad annotare nel “libro nero” dei guai fisici il nome di Ignazio Abate, fin qui insostituibile nello scacchiere milanista. Problemi muscolari costringeranno il biondissimo terzino di Sant’Agata de’ Goti a saltare la trasferta piemontese, un’assenza notevole visto il peso che il ventiquattrenne ricopre nel gioco dei rossoneri. A sostituirlo il favorito è l’esperto (e anche lui ex di turno) Gianluca Zambrotta, in netto vantaggio su Bonera, che a Napoli aveva sofferto molto il fatto di giocare in fascia, lui che nasce centrale difensivo. Il confermato Abbiati, apparso nelle ultime uscite più vicino al muro della scorsa stagione, si troverà quindi davanti, oltre al già citato terzino comasco, la solita coppia centrale formata da Nesta e Thiago Silva, con a sinistra il redivivo Antonini (buona prova per lui in Europa) davanti nelle gerarchie rispetto all’ancora acerbo (almeno per la Serie A) Taye Taiwo, che potrebbe comunque entrare a partita in corso qualora servisse una maggiore spinta. A centrocampo scelte ancora una volta obbligate per il mister livornese: Van Bommel sarà nuovamente il perno della mediana milanista, assistito stavolta da Aquilani, l’anno scorso tra alti e bassi con la casacca juventina e oggi in cerca di riscatto con quella milanista, e con la conferma dell’”anziano” (ma sarebbe meglio dire saggio, visto lo spessore della persona) ma sempre affidabile Clarence Seedorf, protagonista di un buon momento di forma. Riposo, invece, per Antonio Nocerino dopo tante partite giocate con il giusto mordente in poco tempo, che partirà dalla panchina, dove con lui si accomoderà anche Urby Emanuelson, almeno dall’inizio. Scalpita infatti per un posto dietro le punte il ritrovato Prince Boateng, che con i suoi movimenti e la sua fisicità può mettere in seria difficoltà la retroguardia di Conte. Coppia d’attacco, assolutamente indiscutibile in un momento come questo, Ibrahimovic-Cassano, che ha dimostrato mercoledì di essere davvero affiatata. Il giovane talento El Shaarawy si dovrà così sedere in panchina accanto al leone Inzaghi, probabile che uno dei due entri in campo qualora malauguratamente le cose non dovessero andare per il verso giusto.

A Vinovo la settimana è trascorsa invece in tranquillità, Buffon e Del Piero hanno recitato il coro del basso profilo all’unisono, concordando sul fatto che “…il Milan dirà chi siamo…”, perché un’eventuale vittoria juventina potrebbe dare nuova linfa all’undici bianconero. Mister Conte sembra orientato a voler confermare la retroguardia che a Catania, su un campo difficile e reso scivoloso dall’abbondante pioggia, non ha convinto appieno, soprattutto nella figura di Giorgio Chiellini, anche se il centrale di origini toscane non si discute per temperamento e forza fisica. Il dubbio che attanaglia la mente del tecnico ex Siena riguarda il centrocampo: confermare il modulo con Pirlo-Marchisio in mezzo e le due ali che si sganciano in fase di possesso palla andando ad aggiungersi agli attaccanti (insomma, il famoso 4-2-4), oppure irrobustire la mediana con Pirlo a giostrare davanti la difesa, e la coppia Vidal-Marchisio al centro con davanti Matri unica punta (si tratterebbe allora di un 4-1-4-1)? Indipendentemente da ciò, Conte sembra intenzionato a schierare sugli esterni Pepe a sinistra e il “cavallo di ritorno” Krasic a destra, autore del pari domenica scorsa in concorso (di colpa) con il portiere etneo Andujar. Qualora poi la scelta ricadesse sul modulo a due punte, il favorito ad affiancare Matri sembra essere capitan Alex Del Piero, che di sfide pesanti contro il Milan se ne intende.

I pronostici vedono favorita la squadra bianconera, se non altro per il fatto che la Juventus giocherà trascinata da un pubblico molto caldo ed entusiasta della sua nuova “bomboniera calcistica”, per di più dall’alto del primo posto in classifica. Allegri in conferenza stampa non ha rimpianto la partenza di Pirlo, che dopo dieci anni di Milan aveva chiaramente bisogno di nuovi stimoli per ritrovare prestazioni di alto livello, ed ha invitato la stampa e i tifosi a lasciar lavorare in tranquillità la squadra, perché se i valori, almeno sulla carta, sono tutti a favore dei rossoneri, allora prima o poi dovranno venire fuori; magari quando il problema sul numero dei giocatori disponibili si trasformerà in quello, molto più piacevole, dell’abbondanza, e quindi della sana concorrenza fra i componenti del gruppo.

L’anno scorso la sfida terminò sul 2-1 in favore dei padroni di casa allora sotto la guida tecnica di Del Neri. Doveva essere la gara che avrebbe dato il là al tentativo di vittoria del campionato della Juve, si trattò solo di un normale passo falso all’interno di un cammino trionfale per il club più titolato al mondo.

Davide Biscaro

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