Empoli - Padova 2-4: Così si gioca solo in Paradiso
Pubblicato da
Andrea
on domenica 2 ottobre 2011
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Empoli - Padova 2-4: Così si gioca solo in Paradiso
Di Carlo Gazzeri
Padova: Perin, Donati, Schiavi, Portin, Renzetti, Bovo, Italiano, Marcolini, Cutolo, Cacia, Lazarevic. Dal Canto. A disposizione: Cano, Franco, Osuji, Ruopolo, Jelenic, Milanetto, Jidayi.
Empoli: Pelagotti, Ficagna, Stovini, Mori, Regini, Valdifiori, Coppola, Signorelli, Tavano, Coralli, Saponara. All. Aglietti. A disposizione: Dossena, Pucciarelli, Coppola, Moro, Buscè, Mchedlidze, Dumitru.
Arbitro: Tozzi di Ostia Lido.
Note. Giornata calda e assolata, 30 gradi, terreno in buone condizioni.
Ci sono partite in cui una squadra vince normalmente ed altre in cui una squadra vince mostrando l’essenza del suo futbol, svelando in toto la sua natura, dando una dimostrazione del proprio credo calcistico. Oggi il Padova ha fatto tutto quello che, nonostante le tante vittorie, non era ancora riuscito a fare: una prova di forza spaventosa, una lezione di calcio, ma calcio champagne, Krug millesimato del 1995.
E il 2-4 finale è persino un risultato che sta stretto alla squadra di Dal Canto, punita nelle uniche due amnesie difensive, peraltro non gravi soprattutto alla luce delle assenze di Legati e Trevisan, capitate all’alfa e all’omega della partita.
Pronti via, infatti, e l’Empoli passa con Tavano, abile a incunearsi tra le maglie della retroguardia scudata, mettere a sedere Perin e depositare in rete il vantaggio toscano. Ma è una gioia effimera: la curva empolese non fa nemmeno in tempo a finire il classico coro post marcatura che è già uno a uno grazie a un tocco sporco di Portin che finalizza la prima di tante discese di Donati, oggi tra i migliori in campo. Il Padova non si accontenta e continua a pressare alla ricerca del vantaggio che arriva, dopo due pericolosi tiri di Cutolo parati da Pelagotti, al 24’: lo stesso Cutolo riceve palla sulla sinistra, salta due uomini e serve in mezzo il pallone sul quale si avventa il portiere empolese che però, invece di bloccare, si fa sfuggire clamorosamente la sfera e Cacia, da buon killer d’area di rigore, commette il più facile degli omicidi e porta in vantaggio i suoi. L’indemoniato Cutolo prova a chiuderla già nel primo tempo ma Pelagotti questa volta si fa trovare pronto e riscatta l’errore precedente deviando in angolo il violento e ravvicinato tiro dell’attaccante napoletano: all’intervallo è “solo” 1-2.
La ripresa inizia con un Padova più cauto ma mai realmente minacciato dall’ Empoli, squadra indubbiamente valida davanti ma troppo leggera a centrocampo. E così il neoentrato Milanetto, che evidentemente ha un discreto feeling coi gol da manuale del calcio (chiedere conferma alla Sampdoria), chiude la gara al 24’ con un clamoroso destro di prima dal limite dell’area sulla corta respinta di Dumitru: palla sotto il sette, 1-3 e partita in discesa per gli uomini di Dal Canto.
Il Padova potrebbe limitarsi a gestire il doppio vantaggio ma la ostinata volontà di dipingere gioco, coniugata alla palese superiorità tecnica e fisica, fa sì che tre minuti dopo arrivi anche il quarto gol, firmato da Cutolo con un potente mancino di prima intenzione su assist di Cacia dalla sinistra.
I quindici minuti finali servono solo a Lazarevic per divorarsi un paio di gol (quando lo sloveno imparerà a essere più cinico sotto porta potrà dire la sua ad altissimi livelli) e all’Empoli per rendere meno pesante il passivo con il tocco sotto porta di Ficagna che risolve una mischia in area e fa 2-4 al 37’ senza però evitare all’undici di Aglietti i fischi dei (pochi) tifosi rimasti fino al novantesimo.
Il Padova vola a diciassette punti, riacciuffa il Torino ieri vittorioso a Marassi, stacca il Brescia (a quindici punti insieme al Sassuolo) e si candida sempre di più a lottare fino alla fine per la promozione diretta. Ma non è la classifica il primo motivo di soddisfazione per la squadra e per i tifosi: la squadra di Dal Canto esprime un gioco che raramente si è visto in serie B (il Cesena di Bisoli due anni fa è forse il termine di paragone più adatto), un gioco volto all’attacco e fatto di passaggi brevi e triangolazioni che prevalgono sul lancio lungo, prerogativa dei soli Italiano, Milanetto e Marcolini, tre che in materia hanno la laurea con tanto di lode e la cui intelligenza calcistica è abbondantemente illegale per la categoria. Se poi davanti c’è la possibilità di schierare un funambolo come Cutolo e un finalizzatore come Cacia non è difficile spiegare né la posizione di classifica né l’entusiasmo dei tifosi.
Pagelle
Perin 6: incolpevole sui gol, non ha altri interventi difficili da compiere.
Donati 7: strepitoso nell’azione dell’1-1, dove con un grande anticipo evita il contropiede empolese e poco dopo serve a Portin la palla del pari. Spinge per novanta minuti, la sua assenza causa Nazionale Under 21 peserà non poco.
Schiavi 6: si lascia sfuggire Tavano sull’1-1 ma poi entra bene in partita e non concede quasi nulla, anche se Coralli è un avversario ostico.
Portin 6.5: prova ordinata e coronata da un gol tanto inaspettato quanto pesante.
Renzetti 6: non spinge come al solito ma una sua diagonale difensiva è fondamentale per stroncare le velleità di rimonta empolesi.
Bovo 6.5: il soldato di fiducia di Dal Canto sfoggia l’ennesima prestazione fatta di corsa e interdizione. Presenza indispensabile. (Osuji 6: perde l’uomo in occasione del 2-4 ma al di là di questa sbavatura si dimostra utilissimo).
Italiano 7: ogni suo lancio crea il panico nella retroguardia avversaria, sfiora il gol nella ripresa con un gran destro da fuori. (Milanetto 7: il tempo di entrare e lasciare il segno con una prodezza da sigla).
Cutolo 8: sfiora il gol per ben tre volte nel primo tempo, serve a Cacia l’assist dell’1-2 dopo una serpentina spettacolare, salta l’uomo come e quando vuole, segna l’1-4 con un sinistro sotto l’incrocio. Hombre del partido.
Cacia 7.5: trasforma in oro ogni pallone che tocca, nella fattispecie porta in vantaggio i suoi da vero rapinatore dell’area di rigore (terzo gol in tre gare da titolare) e poi dopo un doppio dribbling serve a Cutolo la palla del quarto gol ricambiando il favore ricevuto nel primo tempo. (Ruopolo s.v.)
Dal Canto 7.5: “Eh ma ha almeno cinque giocatori che sarebbero titolari nella categoria superiore”. Funzionasse così, il Padova non sarebbe stato nove anni in C1. Dà l’impressione di sapere perfettamente quale deve essere il ritmo di gioco della squadra in ogni istante della partita. I giocatori, inoltre, sanno a memoria i movimenti da fare. Sempre. Non è che li faccia studiare?
Carlo Gazzeri
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