L'Italia è terza: Uruguay battuto ai rigori

L'Italia è terza: Uruguay battuto ai rigori

Di Fabrizio Landolfi

Ieri pomeriggio alle 18 italiane, allo stadio di Salvador de Bahìa, l’Italia ha conquistato il terzo posto della Confederations Cup 2013, battendo l’Uruguay di Oscar Tabarez ai calci di rigore. Gli azzurri sono andati in vantaggio al 23’ con Astori, ma la Celeste ha trovato il gol del pari al 57’ con Cavani. Al 73’ gli uomini di Prandelli sono andati di nuovo a segno, grazie ad una punizione di Diamanti, ma appena quattro minuti dopo il centravanti dell’Uruguay Edinson Cavani, sempre da calcio di punizione, ha firmato il 2-2 che ha portato le squadre ai tempi supplementari. Ai calci di rigore, degli azzurri ha sbagliato solo De Sciglio, mentre sono stati decisivi gli errori degli uruguayani Forlàn, Caceres e Gargano, per la vittoria dell’Italia.

IL TABELLINO

URUGUAY: Muslera; Maxi Pereira (81' Alvaro Pereira), Lugano, Godìn, Caceres; Gargano, Arevalo Rìos (106' Diego Perez), C. Rodriguez (55' Alvaro Gonzalez); Forlan; Cavani, Suarez. A disp.: Castillo, Silva, Coates, Aguirregaray, Eguren, Lodeiro, Ramirez, Scotti, Abel Hernandez. All.: Óscar Tabárez.

ITALIA: Buffon; Maggio, Astori (95' Bonucci), Chiellini, De Sciglio; Candreva, De Rossi (69' Aquilani), Montolivo; Diamanti (81' Giaccherini), El Shaarawy; Gilardino. A disp.: Sirigu, Marchetti, Barzagli, Pirlo, Marchisio, Cerci, Giovinco. All.: Prandelli.

Marcatori: 23' Astori (Italia), 57' Cavani (Uruguay), 73' Diamanti (Italia), 77' Cavani (Uruguay).

Sequenza rigori: Forlan parato (Uruguay), Aquilani gol (Italia), Cavani gol (Uruguay), El Shaarawy gol (Italia), Suarez gol (Uruguay), De Sciglio (parato), Caceres parato (Uruguay), Giaccherini gol (Italia), Gargano parato (Uruguay).

Stavolta la fatidica lotteria dei calci di rigore ci ha portati alla vittoria, appena tre giorni dopo l’errore di Leonardo Bonucci e la conseguente sconfitta con la Spagna. Vincere la “finalina” di questa Confederations Cup non era sicuramente la massima aspirazione dei calciatori italiani, ma non era neppure facile. A Salvador de Bahìa, contro una squadra dura a morire come l’Uruguay, sapevamo che ci sarebbe stato da soffrire e difatti l’Italia ha sofferto, ma alla fine ha portato a casa la vittoria e la medaglia di bronzo.

Prandelli all’Arena Fonte Nova ha dovuto mandare in campo una squadra in condizioni fisiche quantomeno precarie: oltre agli infortunati Balotelli ed Abate, non erano disponibili Barzagli, Pirlo e Marchisio, ma più in generale nessun giocatore era al meglio dal punto di vista atletico. Il c.t. ha abbandonato la difesa a tre, passando al 4-3-1-2 con Diamanti alle spalle di Gilardino ed El Shaarawy. Il biondo trequartista del Bologna si è rivelato decisivo, dato che le due reti dell’Italia sono arrivate grazie a due calci di punizione da lui battuti. Curiosa la dinamica del primo gol, in cui la palla calciata da Diamanti ha colpito il palo, per poi rimbalzare sulla testa di Muslera ed essere toccata da Davide Astori, marcatore “ufficiale”. Per i più maligni Astori ha dunque scippato il gol al compagno, ma poco importa, anche perchè in quegli episodi un calciatore ha poco tempo per ragionare, quindi se c’è un pallone che viaggia sulla linea di porta, è meglio accompagnarlo dentro che restare a guardarlo. Alberto Gilardino si è visto ben poco: l’attaccante, compagno di Diamanti nel Bologna, è rimasto in campo per centoventi minuti, nonostante fosse già uscito malconcio dalla partita di giovedì contro la Spagna. Al di là della condizione atletica di Gilardino, è chiaro che questa nazionale abbia bisogno di Balotelli: si può giocare anche senza quest’ultimo, ma la differenza è netta. C’è da augurarsi che per gli impegni futuri siano a disposizione anche altri centravanti che Prandelli non ha potuto portare in Confederations Cup, su tutti Giampaolo Pazzini. Di El Shaarawy c’è da dire che non ha fatto la differenza come si sperava, restando troppo spesso fuori dal gioco. Tuttavia, il Faraone ha fatto guadagnare ai suoi il calcio di punizione da cui è venuto il secondo gol, e non ha fallito dal dischetto davanti a Muslera. E’ evidente che il giovane attaccante del Milan stia vivendo un momento delicato, ma resta comunque difficile condividere la scelta che Prandelli ha fatto durante la semifinale con la Spagna, ovvero quella di preferirgli Giovinco. 

Come scritto in precedenza, l’Italia ha sofferto contro il solito Uruguay ostico, abile a chiudere gli spazi in difesa e molto pericoloso in attacco, con le ripartenze di Cavani e Suarez e i loro tiri dalla distanza. Nell’ultima parte dei supplementari poi, in dieci per l’espulsione di Montolivo, gli azzurri hanno rischiato seriamente, ma hanno comunque retto, dimostrando di essere innanzitutto una squadra dal grande carattere. Stavolta ha fatto la differenza in positivo anche Gigi Buffon, autore di alcuni interventi decisivi nei centoventi minuti. Il portiere e Capitano degli azzurri non ha deluso nemmeno sui calci di rigore: la prima parata è arrivata più che altro grazie all’errore di Forlàn, che ha calciato decisamente male, ma sulle altre due Buffon ha i suoi meriti. Degli azzurri ha sbagliato solo De Sciglio, ma c’è da dire che il giovane terzino non è certo uno specialista dei tiri dal dischetto: a tal proposito, è curioso che sia stato incaricato di calciare lui, anzichè Candreva, ma tutto è bene ciò che finisce bene. Possiamo dire che in questo torneo la squadra azzurra ha fatto una buona figura, pur non avendo vinto la Coppa. Chiunque segua il calcio, sa che nei confronti della nostra nazionale c’è sempre un certo scetticismo da parte del pubblico. La tendenza ad essere esterofili ed anche un po’ autolesionisti, è ben diffusa tra gli italiani. Eppure dal 2006, anno della vittoria del Mondiale, fino ad oggi, l’Italia ha ottenuto quasi sempre risultati egregi nelle manifestazioni a cui ha partecipato, con l’eccezione della disfatta del 2010 in Sudafrica. Agli Europei del 2008 uscì ai quarti di finale, per mano della Spagna, solo dopo i calci di rigore, mentre in quelli di un anno fa si è piazzata al secondo posto. La Confederations Cup del 2009 andò male, così come il Mondiale sudafricano che precedeva, ma stavolta è stata un’altra storia: gli azzurri hanno perso solo dopo i calci di rigore contro la Spagna campione del Mondo, per poi conquistare il terzo posto battendo l’Uruguay, sempre ai calci di rigore. Il bilancio tutto sommato è positivo e ci permette di sperare bene in vista dei Mondiali della prossima estate. I giocatori italiani dovranno arrivare all’evento in una forma fisica migliore di quella con cui hanno affrontato la Confederations Cup, anche tenendo presente che, come ora sanno bene, in questo periodo dell’anno in Brasile il clima è molto umido e pesante. 

Fabrizio Landolfi
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