La leggenda siamo Noi

La leggenda siamo Noi 

Di Marco Cannaviccio

Entrare nella storia,diventare mito e leggenda allo stesso tempo,restare immortali negli anni a venire finchè se ne avrà memoria:questo è ciò che la S.S.Lazio è riuscita a fare,cosi saranno ricordati per sempre gli undici ragazzi scesi in campo per la storica finale di Coppa Italia giocata e vinta contro i rivali di sempre,quella A.S.Roma che dalla sua oscura nascita prova invano a rubarci il predominio della città eterna,ma che oggi più mai è e resterà solo bianoceleste. Un’impresa non sfolgorante,una partita di certo non dominata e, come era ampiamente prevedibile,abbastanza brutta da vedere con molta tensione in campo e sugli spalti (dove ancora una volta una Curva Nord magnifica ha creato uno spettacolo mozzafiato) che si riflette naturalmente sulla qualità del gioco,spezzettato e impreciso da ambedue le parti. Ma alla fine solo una squadra può entrare nella storia,solo undici ragazzi possono divenire leggende,gli altri undici devono soccombere senza possibilità d’appello,queste sono le regole;ed ecco che quando meno te l’aspetti il match,o forse sarebbe meglio dire il destino,lo decide un ragazzo bosniaco,tal Senad Lulic,che grazie ad un tocco leggero di destro da due passi entra di diritto nella schiera degli immortali. La sensazione allo stadio è indescrivibile,mai tanta tensione, tanta attesa,tanta paura mista a speranza ed eccitazione,in bilico tra la consapevolezza che si può diventare eroi ed il terrore di vivere un’umiliazione indelebile;sugli spalti si soffre,si incita fino allo sfinimento,si fanno scenografie,insomma si sospingono in ogni modo i ragazzi in campo, e cosi quando questi passano in vantaggio il settore esplode,il boato riecheggia fragoroso per le vie di Roma,eguagliato solo dal secondo boato,quello che dopo venti minuti sancisce la fine dell’incontro. Il dopo è un susseguirsi di emozioni,festeggiamenti fino a tarda notte ed estasi allo stato puro,con la squadra che prima festeggia due ore dentro lo stadio con i propri tifosi,per poi andare in giro col pullman scoperto per le vie di una città letteralmente in delirio per i propri ragazzi appena entrati nella storia… una storia che nessuno,ne oggi ne mai,potrà mai cancellare.

Marco Cannaviccio
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