Voi tanti, Noi tutti!

Voi tanti, Noi tutti! 

Di Marco Cannaviccio

Ci risiamo,li avevamo quasi dimenticati,riposti nel dimenticatoio soprattutto dopo la vittoria dell’andata ma il calendario ci costringe a rivederli di nuovo,ancora loro,ancora un'altra volta (speriamo l’ultima per quest anno ma non dipende da noi) saremo costretti a stare faccia a faccia con chi,dopo un intero campionato passato ad inseguire e pieno di delusioni,si esalta per un temporaneo aggancio nei nostri confronti e un ipotetico sorpasso finora mai avvenuto:si,lunedì avremo di fronte ancora l’A.S.Roma e i loro tifosi. Ormai li conosciamo bene,loro parlano prima,fanno proclami trionfalistici,promettono vittorie mirabolanti e poi si portano sfortuna da soli,il che fa quasi tenerezza se non fosse per la loro boria e presunzione che li fa ricadere sempre nello stesso errore,sempre più ‘’pittoreschi’’ dicono alcuni,’’coatti’’ diciamo noi,cosi pieni di sé che non riescono a vedere oltre i propri limiti. Ritrovarseli davanti da sempre fastidio,non fa mai piacere;sarà forse perché da quel 1927 si sono attribuiti il titolo di prima squadra della capitale,quando di romano hanno poco o nulla,sarà perché hanno comportamenti che poco hanno a che fare con l’antica e gloriosa Roma imperiale,fatto sta che lunedì sera saremo costretti a stare 90 minuti gli uni di fronte agli altri,a guardarci e ripeterci che non ci sopportiamo proprio.Cosi diverso il tifoso romanista da quello laziale fin dalle origini che nessuno direbbe facciano parte della stessa città,con la stessa storia e stesse tradizioni;ma d’altro canto le due squadre capitoline nascono in modi diametralmente opposti,come quasi due mondi in contrapposizione fin dall’inizio:la Lazio nasce in Piazza della Libertà il 9 gennaio 1900 al centro di Roma,mentre ‘’gli altri’’ nascono ben 27 anni dopo da una fusione tra cinque squadre romane,fusione a cui doveva partecipare anche la Lazio,ma che grazie al veto del Generale Vaccaro (ancora grazie Generale!) non vi partecipò e che anzi,al contrario della compagine giallorossa,fu dichiarata Ente Morale,motivo di vanto e di orgoglio per qualsiasi società. Dicevamo delle differenze,differenze che sono subito evidenti dato che mentre come detto la Lazio nasce a Roma e quindi per data e luogo di nascita è considerata la prima squadra della città eterna,i nostri dirimpettai nascono non solo con colpevole ritardo e da una poco nobile fusione ma non vedono i propri natali neanche a Roma,bensi a Corropoli in Abruzzo fondati dal notaio Foschi in un giorno non ben precisato:si perché coloro che si definiscono ‘’eredi dell’impero romano’’,oltre ad ignorare che il simbolo dell’impero romano era l’aquila,ad oggi simbolo della Lazio,e non la lupa, frutto di una leggenda e presa come simbolo dalla Roma,ignorano anche il giorno esatto della loro nascita,controbattendo tra di loro su varie ipotesi che variano da un giorno di fine giugno ad uno di metà luglio. Nel corso della loro storia poi i tifosi ‘’daa Magggica’’ come amano farsi chiamare hanno dato più volte prova di ‘’sani portatori di sfiga’’ fortunatamente su loro stessi:chi non era ancora nato si faccia raccontare dai propri genitori i vari Roma-Lecce o Roma-Liverpool quando per Roma nei giorni precedenti già si festeggiavano vittorie poi mai arrivate,con tanto di bandiere e striscioni celebrativi usati poi per scaldarsi davanti al camino l’inverno successivo.Loro amano autoproclamarsi campioni in tutto;ad agosto li sentirete dire che vinceranno il campionato,per poi già a marzo ritrovarli tutti a Ostia al mare per dimenticare l’annata nefasta dei loro beniamini,da sempre osannati da una stampa romana tutta a favore,che ama alzare i toni e ‘’vendere fumo’’ alla platea giallorossa che abbocca puntualmente,cosi che ogni nuovo acquisto è atteso come il fenomeno di turno (come non ricordare i titoli sensazionalistici per gli arrivi di Tomic,Fabio Junior o il cugino di Messi,Bojan),salvo poi tornare alla triste realtà dopo le prime apparizioni. Si vantano di chiamarsi Roma,quando di romano hanno solo il nome e si domandano come mai la Lazio pur essendo nata prima non abbia preso il nome della città,ed è presto detto:i fondatori,Bigiarelli su tutti,scelsero il nome Lazio in quanto il nome derivava dall’antico Latium Vetus,la zona dove nacque la città di Roma e per i colori scelsero il bianco ed il celeste,i colori della Grecia patria delle Olimpiadi;ora,con questo nessuno vuole dire che fu la scelta più giusta o che abbiano fatto bene a scegliere di non prendere il nome della propria città,ma non sono accettabili critiche dalla controparte su un nome scelto che comunque ha molto a che fare con il territorio romano,non per niente Roma è nella regione Lazio e il simbolo della nostra squadra è l’aquila,stesso simbolo come detto dell’impero romano,più romani di cosi si muore. Raccontare tutti i difettucci dei nostri cari ‘’abusivi’’ non è facile,bisognerebbe vivere la città sette giorni su sette per rendersene conto a pieno:li vedi andare in giro dopo ogni vittoria (solo vittoria però,dopo ogni sconfitta spariscono) con la loro ‘’bella’’ tuta giallorossa ‘’benzinaio style’’ fieri di se,mentre si vantano di essere di più in città,come se il numero rappresentasse la supremazia di un popolo (per fortuna non è cosi altrimenti le formiche avrebbero conquistato gli umani da un bel pezzo ndr) e non si rendono conto che molte delle persone che si definiscono tifose della loro squadra in realtà non lo sono affatto e sono semplici simpatizzanti che alla domanda ‘’che squadra tifi’’ rispondono ‘’Roma’’ anche se non hanno mai visto una partita in vita loro,come ad esempio gli extracomunitari che per integrarsi è risaputo cerchino punti di contatto con il paese che li ospita e cosi ti ritrovi rom e venditori ambulanti con le maglie del ‘’capitano’’,che sia ben chiaro è un grandissimo giocatore,ma che purtroppo la mente del tifoso medio romanista vede come un Dio sceso in terra ed è cosi pronto a consacrarlo come il Dio del calcio che avrebbe dovuto vincere dieci palloni d’oro…si quello del raccordo anulare forse. E cosi un’altra volta saremo li tutti insieme,e purtroppo noi saremo costretti ad ‘’ammirare’’ le loro (molte volte mal riuscite) coreografie noiose,monotone e sempre uguali,a differenza di una Curva Nord da sempre padrona e originale in tal senso e pronta anche questa volta a lasciare tutti a bocca aperta grazie alle sue scenografie perfette,mai banali,a volte irriverenti ed a battere su tutti i fronti una tifoseria che non ha tra le proprie caratteristiche nemmeno il rispetto che si deve verso chi non c’è più,come testimoniato dagli ignobili cori e scritte sui muri apparsi da poco per esaltare l’uccisione di Vincenzo Paparelli avvenuta per mano di un tifoso romanista molti anni fa. Questo derby si giocherà in casa loro,lo stadio sarà per due terzi giallorosso,ma i Laziali sono pronti,le battaglie in minoranza non li spaventano,forgiati fin da bambini a tener testa uno contro 10 in una classe in cui molte volte si era l’unico Laziale contro la massa,mentre noi eravamo la luce in quella massa,la distinzione contro l’omologazione…e come a scuola allora,come ancora oggi nei luoghi di lavoro o al bar, lunedì sera sarà ancora Noi contro tutta la massa,ma non avremo paura perché come recitava uno striscione anni fa… ‘’voi tanti,Noi tutti! ‘’

Marco Cannaviccio
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2 commenti:

Devinder ha detto...

Laziale uccel di bosco... quanto me fai tenerezza.

Anonimo ha detto...

voi invece non ci fate manco tenerezza vedi un po...

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