TIRANDO LE SOMME – Quinto posto, dunque. Un risultato che è doveroso osservare con la proverbiale logica del bicchiere. Un ottimista direbbe che con le risorse limitate a disposizione di De Laurentiis è già tanto essersi confermati in lotta per la Champions, sfiorando nel frattempo i quarti in Europa e trovandosi con la Juve in lotta ancora per due trofei, la Coppa Italia e di conseguenza la Supercoppa. L’altra campana, al contrario, direbbe che molti degli investimenti di quest’anno sono stati puri e semplici ripieghi di ben altri uomini presenti sul mercato. Non stupisca che da ripieghi sono stati trattati da Mazzarri, a giusta ragione. Tra questi si ricordano i più onerosi Britos, Dzemaili e Inler, più di trentacinque milioni spesi per tre giocatori. Qualcosa di meglio, a quelle cifre, si poteva senz’altro fare. L’elenco si allunga se si aggiungono gli uomini presi a parametro zero, Donadel e Santana, per i quali la voce “costi per ingaggi” è stata alimentata in tutto per quattro milioni tra netto, imposte e contributi. Niente male in tempi di crisi. “Est modus in rebus” diceva Orazio, e la misura, in questo caso, risiede nella ricerca da parte della società di cosa si vuole essere l’anno prossimo. De Laurentiis e i suoi collaboratori prendano ad esempio gli errori commessi e capiscano che con l’improvvisazione nel calcio non si va da nessuna parte. Sbagliare un acquisto è naturale, fa parte del gioco. Una serie di cantonate prese per due anni di fila sarebbe meno perdonabile.
LAVEZZI SPACCANAPOLI – Cinque anni di amore assoluto. Cinque anni ad urlare il suo nome. Cinque anni a mettere sempre tutti d’accordo, in un modo o nell’altro. Ezequiel Lavezzi rappresenta un capitolo importante nella storia recente del Napoli tornato tra i grandi. Fa specie vedere mezzo stadio che lo fischia mentre l’altra metà continua imperterrita ad osannarlo. Questo, sostanzialmente, è l’umore della città. Il Pocho tutto in una volta è eroe e mercenario, innamorato tradito e traditore. Sta a lui decidere se andare via, anzi spetta alla società pianificarne la vendita. Anzi, visto che se ne parla tanto, è atto di sincerità ammettere che della questione s’è capito ben poco, a maggior ragione se si pensa che qualsiasi mezzo di comunicazione crede di avere la verità in tasca, fornendo tuttavia versioni contrastanti. L’unico dato certo è che Lavezzi resta un giocatore del Napoli fino al momento della sua cessione e il suo destino non può essere svelato fino alla fine naturale di questa stagione, ossia nell’immediato dopogara della finale di Coppa contro la Juve. De Laurentiis, sotto questo punto di vista, non s’è mai lasciato scappare l’occasione per impossessarsi del palcoscenico e raccontare i fatti per quelli che sono. Almeno di questo gli va dato atto. Ma prima c’è una finale da giocare, e quella storia è ancora da scrivere.
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