Genoa – Napoli 3-2: disastro azzurro

Genoa – Napoli 3-2: disastro azzurro

Di Paolo Esposito

GENOVA – Il Genoa ritrova Palacio, rilancia Gilardino e accoglie per la seconda volta il figliol prodigo Sculli. I rossoblu rifilano tre gol al Napoli e sono devastanti per tre quarti di gara, poi subiscono una rimonta che dura giusto un minuto, il tempo di subire due gol. Finisce 3-2 e, polemiche a parte, in casa azzurra ci s’interroga se veramente ci sia qualcosa che non va.

LA CRONACA – Il Genoa ci mette poco ad avere ragione in campo. Dopo una prima fase di schermaglie si capisce chiaramente che la squadra di Marino ha una marcia in più. La superiorità si manifesta alla mezz’ora, quando un gol straordinario di Palacio prima e il raddoppio da centravanti di razza di Gilardino poi, mettono in ginocchio l’undici di Mazzarri. Nel secondo tempo le cose non vanno certo meglio, con attacchi molli e inconcludenti da parte degli attaccanti azzurri. Ne approfitta ancora Palacio, che s’infila nelle larghe maglie avversarie e sfodera un altro colpo da maestro, che vale il 3-0. Con il Genoa che ormai crede di avere la partita in ghiaccio il Napoli tenta la rimonta. Prima Cavani, poi Lavezzi, piazzano un uno-due in poco più di un minuto che gela in gola i canti dei già festanti tifosi del grifone. Dzemaili con un tiro dal limite potrebbe addirittura pareggiare, ma la palla viene respinta da Frey in tuffo. Con questa vittoria il Genoa prende fiato, dopo alcune prestazioni non proprio esaltanti. Il cambio di allenatore sembra aver sortito buoni effetti soprattutto in termini di mentalità, visto che rispetto alla gestione Malesani la squadra appare più volitiva e meno timorosa. Per quanto riguarda il Napoli, la classifica oltre ad essere deficitaria inizia a sembrare preoccupante. Un dato allarma più di tutti, e riguarda il trend. Nelle ultime sette partite i partenopei hanno raccolto solo nove punti, chiaramente una media da lotta per la salvezza più che da zona Europa. Nondimeno, è emblematico che di questi tempi non ci si può nemmeno appellare all’impegno di Champions.


DOPOPARTITA – A bocce ferme, è evidente che giocatori come Britos, Dzemaili e Vargas non siano proponibili a questi livelli. Inler nel frattempo è stato relegato in panchina, mentre ormai si sono perse le tracce di costosi investimenti estivi come Santana, Donadel e Fernandez. Qualcuno spieghi ai tifosi se le responsabilità di questo scempio sono da attribuire alla dirigenza, incapace di operare con limitate disponibilità economiche, oppure dell’allenatore, non in grado di gestire un’ampia rosa per tre competizioni ugualmente importanti. Nel dubbio, i dirigenti non parlano, forse in attesa di un’altra vittoria a seguito della quale correre tronfi a raccoglierne i meriti. In compenso, De Laurentiis e soci lasciano volentieri il microfono in a Mazzarri, il quale con falsa schiettezza dice di guardare solo alla prestazione e non al risultato. Poi ricorda ancora una volta come alcune squadre che hanno fatto la Champions nelle stagioni precedenti si siano poi ritrovate lo stesso anno a lottare per non retrocedere, per mancanza d’abitudine. Non sembra casuale il riferimento a queste circostanze in vista del prossimo impegno di campionato. Mercoledì al San Paolo arriva il Cesena, che sia il primo di una serie di scontri diretti?

Paolo Esposito

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