É una Juve da record ma stanca, il muro del Cagliari non crolla

É una Juve da record ma stanca, il muro del Cagliari non crolla

Di Alessandro Paparella

Le avvisaglie mamifestatesi già una settimana fà al "Via Del Mare" circa una Juve in evidente regresso dal punto di vista atletico rispetto alle partite precedenti la sosta natalizia, hanno purtroppo trovato una conferma nel pareggio interno contro il Cagliari. Uno a uno il punteggio finale di una partita che la Juve ha cominciato alla grandissima, trovando dopo sette minuti il vantaggio con Vucinic, a coronamento di una splendida azione corale sull'asse Pepe-Lichtsteiner. Poco dopo Matri ha sfiorato il raddoppio con un bel diagonale di destro terminato però di poco a lato della porta difesa da Agazzi. Il non riuscire a trovare il raddoppio è stata una discriminante che ha pesato nell'andamento della partita, dal momento in cui segnare il secondo gol avrebbe permesso alla Juve di avere un più consistente margine di sicurezza da gestire quando le energie fossero venute meno. Intanto il Cagliari, venuto a Torino con il chiaro obiettivo di cercare di limitare i danni, cresceva di condizione e iniziava ad entrare con sempre maggiore frequenza nella metà campo juventina, anche se di occasioni se ne sono viste ben poche. A inizio ripresa per i bianconeri arriva la doccia gelata targata Cossu, che sfrutta una ripartenza di Ibarbo e di sinistro dal limite dell'area batte Buffon. A questo punto Ballardini fa arretrare nuovamente il baricentro della squadra, con la Juve che invece si trova nuovamente costretta a cercare il gol. Conte, dopo venti minuti di scarsa produzione offensiva, prova a dare la scossa con l'inserimento di Del Piero al posto di un insufficiente Pepe e con quello di Krasic per l'ex Matri, in precedenza ammonito per simulazione. Ballardini dal canto suo non fa niente per nascondere le intenzioni di catenaccio, e inserisce un difensore (Ariaudo, altro ex) per un attaccante (Larrivey). L'assenza di una punta di riferimento in casa Juve si fa sentire, e allora Conte a 8' dalla fine fa esordire Borriello, mandandolo in campo al posto di un Vucinic che aveva iniziato bene, salvo poi calare con il resto della squadra. L'assalto finale juventino è però confuso e poco pericoloso. Pirlo prova invano a innescare le punte, Marchisio e Vidal sono meno brillanti del solito, e allora non resta che alzare qualche campanile in area sperando in un guizzo favorevole. Al 94' Borriello si avventa su una palla vacante e regala a Krasic un'occasione d'oro per cancellare il periodo negativo e soprattutto per regalare tre punti alla Juve, ma il serbo si divora letteralmente il gol, calciando in maniera inguardabile di sinistro. All'ultimo respiro ci prova Vidal, ma il suo tuffo di testa su cross di De Ceglie termina alto.

Complice la vittoria nell'Inter ai danni del Milan nel derby, questo punto comunque permette alla Juve di essere da sola al comando a più uno sui rossoneri e a più tre sull'Udinese sconfitto a Genova, ma i rimpianti sicuramente ci sono, in quanto questa era una partita che con un po' di fortuna e di cinismo in più si portava a casa, in particolare il gol sbagliato da Krasic grida vendetta. E' comunque una Juve che riscrive la storia, dato che mai prima d'ora aveva messo a segno una striscia di diciotto risultati utili consecutivi in campionato. Di questo va sicuramente preso atto, ma va anche sottolineato come per fare un'ulteriore salto di qualità e magari per essere primi tra venti partite va senz'altro recuperata una condizione fisica buona, e probabilmente non dovranno essere più commessi alcuni errori grossolani.

Piccola nota a margine sul Cagliari, giocatori come Astori e Nainggolan sono senz'altro pronti per palcoscenici più prestigiosi della squadra isolana.

Alessandro Paparella

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