Milan: Tornare in clima campionato, per continuare la rincorsa

Milan: Tornare in clima campionato, per continuare la rincorsa

Di Davide Biscaro

In questo inizio di stagione rossonera si sono viste due squadre abbastanza antitetiche: una bella, concreta, che ha iniziato stentando ma poi ha carburato alla perfezione, come il miglior motore diesel; l’altra abbastanza limitata, più dalla svogliatezza che da vere lacune tecniche, che però aveva strabiliato tutti con quell’incredibile pareggio alla prima partita del girone europeo, e poi si è ingolfata. Lasciando da parte i paragoni motoristici, è evidente che stiamo parlando delle differenti prestazioni offerte dal Milan in campionato e in Champions League: praticamente implacabili da una parte, abbastanza deludenti dall’altra. Scusanti? Da un punto di vista logico, ce ne sono: per quanto riguarda la Serie A 2011/12 i rossoneri hanno dovuto affrontare un inizio a rilento dovuto ad una preparazione affrettata (causa Coppa America e Supercoppa italiana quest’estate), ma con il passare delle giornate hanno affinato i meccanismi e hanno ottenuto un ottimo filotto di vittorie, rallentato solo dal pareggio del “Franchi” con la Fiorentina (e a ben vedere, sarebbe stata vinta se l’arbitro avesse accordato il gol regolare di Seedorf e il netto rigore su Pato, ma pazienza, bisogna dimostrare di essere anche più forti della scalogna!). Viceversa in Europa i rossoneri, che temevano seriamente di capitare in un girone di ferro dopo aver saputo di essere stati inseriti in seconda fascia, cosa che non avveniva da parecchi anni in via Turati, hanno tirato un bel sospiro di sollievo appena hanno saputo che l’unica big del gruppo era “solo” il Barcellona. E così, dopo il (pressoché) miracoloso pareggio del “Camp Nou”, è subentrata la solita spocchia delle grandi squadre, convinte di avere già vinto contro avversarie di basso livello quali B.A.T.E. e Viktoria Plzen (il tifoso medio si è persino chiesto se la sua squadra del cuore dovesse affrontare trasferte transoceaniche o andare a disputare un incontro nelle steppe del Kazakistan). Due vittorie casalinghe, bruttine e ottenute solo con la forza del maggior tasso tecnico, a San Siro, e due pareggi esterni, a dire il vero regalati dalla banda di Allegri, che fanno riflettere circa l’impegno messo in campo dai giocatori. Di certo non lo stesso che si è visto nel match casalingo con i blaugrana, perso di misura dal Milan ma giocato con grandissima intensità e con ardore (della serie, sarebbe anche potuta finire diversamente). Nove punti in sei gare, il minor numero di punti totalizzati dalle italiane alla fase a gironi, e meno male che è bastato, altrimenti sai che polemiche a uscire di scena per mano dei bielorussi (?!) o dei cechi (non è più il calcio cecoslovacco di un tempo, i campioni della Repubblica Ceca giocano dovunque fuorché nel loro paese natale)? Ora la Champions va in letargo fino a febbraio, ma nell’anno venturo la compagine milanese dovrà dimostrare ben altra intensità se vuole passare il turno, visto che l’avversario che l’urna di Nyon le assegnerà in dote potrebbe essere un osso duro, anche se quell’Apoel primo nel suo girone, a dire il vero fa gola a tutte le seconde, fra cui i nostri. L’impressione, in definitiva, è comunque positiva, quando l’avversario era tosto (Barça) i giocatori non si sono mai tirati indietro. Per la finale sembra essere una disputa fra spagnole, ma occhio alle sorprese (a proposito, avreste scommesso un soldo bucato sul Manchester United eliminato dal Basilea? Meditate gente, meditate…)

Dopo questo excursus sulla prima parte di stagione europea dei rossoneri, rituffiamoci dunque in clima campionato. Domenica alle 15 il calendario della Serie A mette contro il diavolo un Bologna agguerrito, in cerca di punti salvezza, nella bolgia del “Dall’Ara”. Non sarà facile, visto lo spirito coriaceo e mai domo dei felsinei dimostrato in Coppa Italia contro la Juventus (certo, c’erano le seconde linee in campo da ambedue le parti, ma che ardore i ragazzi di Pioli), ma la rincorsa non deve proprio fermarsi, e la tabella di marcia di Allegri (vincerle tutte da qui a Natale) va assolutamente rispettata.

Tra i convocati torna, dopo lo stop dovuto a problemi di natura infiammatoria al ginocchio, Mark Van Bommel. Per un mediano che torna uno però va in infermeria. Nocerino ha infatti accusato uno stiramento ad una coscia e probabilmente salterà anche il prossimo impegno contro il Siena, ma lo staff medico farà di tutto per recuperarlo. C’è invece Prince Boateng, inizialmente dato per assente a causa di una botta alla schiena, e Zambrotta. A prendere il posto di Nocerino potrebbe essere con tutta probabilità Seedorf. In attacco solito dubbio Pato-Robinho, con il primo favorito sul secondo per una maglia da titolare accanto ad Ibra.

Sponda rossoblu, i 200 gol di Di Vaio in carriera (traguardo ottenuto settimana scorsa dal bomber romano) hanno definitivamente sbloccato il cannoniere del Bologna, che i tifosi rossoneri si augurano resti a secco. In gran forma si segnalano l’estremo difensore Gillet (ma il collega e secondo Agliardi con la Juve è stato eccezionale) e il centrale di difesa Raggi, certamente affaticato dai 120 minuti dello “Juventus Stadium” di giovedì sera. Per il resto solita squadra con un buon mix di gioventù ed esperienza.

Ai rossoneri servono tre punti, non si transige. Perché l’inseguimento alla Juventus passa anche per le cosiddette “piccole squadre”.

Davide Biscaro

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