Milan: A Marassi per continuare la rincorsa

Milan: A Marassi per continuare la rincorsa

Di Davide Biscaro

Contro il Genoa i nostri anticipano a venerdì. Cosa non si fa per accaparrarsi un altro mercato televisivo lontano migliaia di kilometri, magari dall’altra parte di un oceano. La Federazione lo sa bene, e dopo gli ingenti tagli decisi dal CONI conseguenti la “stangatona” del governo (che per chi non lo sapesse ha tagliato del 20% circa i finanziamenti allo sport italiano, forse l’unica cosa buona che ci restava, ma se deve essere crisi, crisi sia!), tutto, ma davvero tutto, fa brodo. Anche vendere i diritti in Paesi dove il calcio non si sa nemmeno dove stia di casa, ma piace ai ricchi perché fa molto “occidentale”. Mettendo da parte divagazioni su cui potremmo parlare per ore, e che ci porterebbero inevitabilmente fuori tema, torniamo volentieri alla partita in programma domani alle ore 20.45 in quel di Genova. Di fronte i rossoblu liguri e appunto il Milan.

Sull’importanza dell’impegno, nulla più da aggiungere. Ora come ora, in vetta c’è la Juventus imbattuta con due punti di vantaggio sui rossoneri, passi falsi non sono assolutamente ammessi, e Allegri lo sa bene. Difatti ha preferito non rischiare Van Bommel, lasciato a casa in seguito ad un’infiammazione al ginocchio destro, oltre ad Abbiati (altri 10-15 giorni per l’estremo difensore, alle prese con un problemino alla spalla, “salvo complicazioni”, frase dello staff sanitario che lascia un po’perplessi ad esser sinceri, ma speriamo veramente nulla di grave), Inzaghi e Zambrotta (per i due si tratta di scelta tecnica). In campo dovrebbero quindi andare l’ex Amelia tra i pali, con davanti a sé Abate, Yepes (anche se le quotazioni di Bonera sono in ascesa), Thiago Silva ed Antonini. Probabile mediana con Aquilani, Ambrosini e Seedorf, Prince sulla trequarti e coppia d’attacco Ibra-Robinho. Per Pato, apparso ancora legnoso e non al 100% con il Chievo, ci sarà sicuramente spazio in Champions nell’ultima ed inutile partita in Repubblica Ceca contro il Viktoria Plzen.

Sul fronte genoano, settimana turbolenta a Pegli, la panchina di mister Malesani ha traballato dopo la sconfitta con il Cesena nonostante le parole rassicuranti del persidente Preziosi. E alla fine oggi il tecnico veronese ha sbottato. Certo, uno show meno colorito di quello che sei anni fa lo vide protagonista in Grecia, quando ancora allenava il Panathinaikos, ma di certo i toni non erano quelli di un allegro colloquio con i giornalisti presenti in sala stampa: “Io so benissimo che il Genoa in questo momento è in difficoltà” – ha detto – “ ma so benissimo come tirarlo fuori dalla crisi senza il vostro aiuto. Non sono mica scemo!”. Queste le parole più evidenti pronunciate dall’ex allenatore del Bologna. Il quale ha anche aggiunto di avere la fiducia del presidente, con cui si confronta regolarmente, e lamentando uno scarso impegno da parte di Kucka (sirene interiste che gli chiedono di affaticarsi poco? A pensar male si fa peccato, ma qualche volta si fa anche centro), che resterà fuori dai titolari fino a che non si metterà d’impegno.

Tornando a Milanello, l’argomento principe della settimana è stato, manco a dirlo, il mercato che tra un mese riaprirà i battenti. Tevez, Maxi Lopez, Behrami, Montolivo, e chi più ne ha più ne metta. L’idea della dirigenza è chiara. Se arriva qualcuno, sarà solo in prestito gratuito con diritto di riscatto, a meno di regali presidenziali. Già perché il patron Berlusconi, libero da impegni politici, ha riassunto la presidenza del suo amato club, e non è impossibile che si voglia regalare un colpaccio. I soliti ben informati dicono che l’”Apache” Tevez sia il primo nome sulla lista di Galliani. Le nubi che si affacciano all’orizzonte però non sono poche. A parte il faraonico ingaggio percepito dall’argentino a Manchester, non appare plausibile che lo sceicco Mansour, proprietario dei “citizens”, regali al Milan un giocatore il cui cartellino è valutato, come minimo, 20 milioni di euro. L’attaccante dovrebbe quindi ridursi l’ingaggio, sempre che dall’Inghilterra arrivino sconti sul prezzo in vetrina. Inoltre Carlitos non si allena da fine ottobre, in che condizioni fisiche si presenterebbe a Milano? L’anno scorso Cassano arrivò sovrappeso, è vero, ma fu acquistato per zero euro, e col senno del poi fu un capolavoro (e maledetto problema cardiaco che lo ha bloccato nella sua stagione migliore). Ultimo punto ma non di poca importanza la totale incapacità di autocontrollo di Tevez, una vera e propria bomba a orologeria all’interno dello spogliatoio. Se si considera che lì dentro c’è gente come Ibrahimovic, Gattuso, Cassano appunto, anche una sola sostituzione a partita in corso può diventare una scintilla che farebbe deflagrare un ordigno pericolosissimo, e distruggere così l’armonia che regna tuttora. Più contro che pro, dunque, per l’operazione di cui tanto si sta parlando. Nessuno vuole discutere in questa sede le potenzialità del giocatore, certamente notevoli, vero è che però l’ormai ex numero 32 del Manchester City non è mai stato in grado di muovere da solo gli equilibri, come per esempio Ibrahimovic (o Messi, Cristiano Ronaldo, etc.). Ne vale veramente la pena? In tutto questo baillamme risalgono allora le quotazioni di Maxi Lopez; “el Galina” non avrà certamente l’appeal e il nome del connazionale suddetto, ma a livello comportamentale è certamente più tranquillo, e tecnicamente (così come in numero di reti) non si discute. Una domanda, però, sorge alla mente dei tifosi che da anni seguono le sorti della loro squadra e certamente avranno notato qualcosa di diverso. C’è davvero bisogno di una punta, quando in panchina (sempre che ci vadano, a uno oggi tocca addirittura l’onta della tribuna, una vergogna!) hai il miglior talento under 20 italiano (El Shaarawy), che l’anno scorso a Padova ha incantato, ma soprattutto il più grande goleador italiano nelle coppe europee (Inzaghi)? Evidentemente per Allegri si, visto che ritiene il piccolo “faraone” ancora acerbo per certi palcoscenici, e Superpippo ormai bollito (questa poi è da fantascienza). E così, per il profondo dispiacere di chi ad Inzaghi crede ancora fermamente, il bomber piacentino a gennaio potrebbe lasciare, anche se il tecnico ha ribadito in conferenza stampa che “Pippo è importante per me, ma se sente di voler cambiare aria…”. Insomma, per Inzaghi (e chi lo ha sempre amato) c’è poco da stare… Allegri.

Davide Biscaro

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