Addio scudetto, l’Inter pensa all’Europa programmando il futuro

Addio scudetto, l’Inter pensa all’Europa programmando il futuro

Di Mauro Giordano

Con la sconfitta contro l’Udinese, l’Inter rinuncia definitivamente alla lotta per lo scudetto e si appresta a vivere il secondo campionato anonimo dopo l’abbuffata di titoli del 2010. L’eredità di Mourinho sta pesando molto, probabilmente più del dovuto, ma è la triste realtà che devono constatare i tifosi nerazzurri. Lo «Special One» non è insostituibile, ma i tentativi del presidente Moratti stanno miseramente fallendo in successione. Benitez, Leonardo, Gasperini e adesso Ranieri non sono riusciti a trovare una nuova chiave di lettura per una squadra svuotata e fortemente segnata dopo anni di successi. I vertici di corso Vittorio Emanuele devono riflettere sulle cause della disfatta e fare un doveroso mea culpa. Puntare l’indice contro i tecnici non è infatti il modo corretto per capire le radici della crisi interista. Perché tra i tentativi sbagliati di cui sopra, vanno necessariamente citati anche acquisti non all’altezza di un club attualmente campione del mondo in carica.
TEMPO PERSO – Il punto debole dell’attuale gestione dell’Inter è l’incapacità di trovare una soluzione al totale spaesamento della squadra. Un anno sabbatico poteva bastare, due sono già troppi, soprattutto se ti chiami Inter e devi puntare a rimanere sempre in alta quota. La stagione scorsa era stata un campanello d’allarme che è stato palesemente ignorato. Il rinnovamento della rosa deve passare dall’utilizzo di giovani promettenti, ma anche da nomi di sicuro affidamento, sui quali però è necessario investire delle risorse economiche. Ma Moratti ha ormai chiuso i cordoni della borsa. Della rosa portata sul tetto d’Europa da Mourinho è rimasta una buona ossatura. Ma solo quella non può bastare per rimanere competitivi su tutti i fronti. Ranocchia e Pazzini si sono dimostrati gli arrivi più utili. Nagatomo può essere una buona riserva, mentre Forlan ha il tempo di dimostrare di essere ancora il giocatore ammirato a Madrid e nella nazionale uruguaiana. Su Zarate meglio non illudersi ed entrare nella prospettiva di non investire i 16 milioni previsti dal riscatto. Coutinho e Castaignos necessitano di un periodo in prestito in una realtà di provincia. Jonathan non è l’alternativa a Maicon.


IL PRESENTE – Sviluppata l’analisi meglio concentrarsi sugli obiettivi da raggiungere. Il presidente dopo l’incontro con al squadra e con Ranieri ha chiesto un piazzamento in zona Champions. Dato per scontato che la sfida scudetto vedrà un lungo confronto da Milan e Juve, resta disponibile solo la terza piazza. Attualmente dista 13 punti. L’Udinese è a 27 punti e subito dietro scalpitano Lazio e Napoli. Pensare di ottenere un filotto di risultati positivi tali da accorciare immediatamente lo svantaggio è utopia. Il ritardo accumulato è già ampio, bisogna dare continuità e soprattutto provare a non perdere gli scontri diretti. Una vera e propria impresa per una squadra che ha subito 18 gol in 13 partite. L’avventura europea, a parte l’avvio shock contro i turchi del Trabzonspor è proseguita tranquillamente. Il primo posto nel girone dovrebbe assicurare un avversario «tranquillo» negli ottavi, ma l’esperienza insegna che nell’Europa che conta non esistono partite semplici. Sulla gestione di Leonardo, pesa, e molto, il doppio confronto con lo Schalke 04 della stagione passata. Il brasiliano, tuttavia, aveva condotto una squadra piena di problemi a un onorevole secondo posto e alla vittoria nella Coppa Italia.
FUTURO RANIERI? – Il mister romano ha il compito di non far rimpiangere il dirigente del Paris Saint Germain. Ha il merito di aver chiarito le idee al gruppo. Adesso c’è uno schema adatto alle caratteristiche dei giocatori a disposizione, ma senza la giusta spinta d’orgoglio il suo progetto è destinato a eclissarsi. Probabilmente perché non c’è nessuna intenzione di costruire un progetto con lui. L’idea di Moratti è quella di portare a Milano Pep Guardiola, ma anche lo spagnolo potrebbe fare poco con questo gruppo. Il direttore generale nerazzurro, Ernesto Paolillo, ha confermato l’intenzione di prendere un difensore centrale giovane nel mercato di gennaio. Ci si muove nella direzione giusta, senza dimenticare che gli sforzi maggiori andranno fatti a centrocampo. Centrare la qualificazione alla prossima Champions League, oltre a permettere un buon ritorno economico, permetterebbe di nutrire la speranza di trattenere Wesley Sneijder. In caso contrario anche il fantasista inizierebbe a guardarsi intorno con maggiore insistenza rispetto a quella della scorsa estate. Sta a Moratti dimostrare, a lui e a tutto il polo nerazzurro, quali sono le intenzioni per il futuro.

Mauro Giordano

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