Napoli – Fiorentina 0-0: a Mazzarri un pareggio che va di lusso

Napoli – Fiorentina 0-0: a Mazzarri un pareggio che va di lusso

Di Paolo Esposito

Pareggio interno per gli azzurri, ai quali non bastano i riflettori e lo stadio amico per avere ragione di un’ottima Fiorentina. La squadra viola è stata attenta per tutti i novanta minuti, ha avuto in Cerci e Jovetic due spine nel fianco e non ha mai subito la pressione degli azzurri. Gli uomini di Mazzarri, al contrario, hanno subito il gioco dei viola per un’ora abbondante, sono cresciuti alla distanza, ma il forcing finale è stato confusionario e inconcludente.

Doveva essere la serata del riscatto, del rientro dei “titolarissimi” e delle conferme in vetta per i partenopei. E’ stata, al contrario, la serata della delusione, della frustrazione e dei soliti errori di lucidità, ai quali non ha posto rimedio un mercato faraonico ed “extralarge”. Si salvano De Sanctis, Campagnaro, Cannavaro, Zuniga e Lavezzi, finché si regge in piedi. Fideleff commette un altro errore grossolano, simile a quello di Verona, ma che per fortuna non provoca le stesse conseguenze. Solita confusione in mezzo al campo per Gargano, Inler è decisamente spaesato, Hamsik e Cavani sono due Fantasmi e in più i tanti nuovi che avrebbero dovuto contribuire al famoso salto di qualità sono oggetti misteriosi.


A ciò si aggiunga la “bravura” dell’allenatore, che porta in panchina Chavez e non Lucarelli, di cui ha chiesto fortemente la conferma, che in una partita ferma sullo zero a zero e con i viola arroccati in area a dieci minuti dalla fine manda in campo Santana e che, nondimeno, ad ottobre non ancora arrivato già mostra segni d’insofferenza verso gli uomini arrivati dal mercato, che lui stesso ha voluto, e verso il preparatore atletico Pondrelli, reo di avergli “imposto” il turn over. Questi sono errori tanto gravi quanto grossolani, tipici di chi vuol correre la mille miglia di Indianapolis con un’utilitaria.

Tutti questi ingredienti, miscelati per bene, servono su di un piatto d’argento la partita contro la Fiorentina, interpretata male dall’inizio alla fine e solo per miracolo non persa. Non distraggano i due episodi arbitrali sfavorevoli agli azzurri. C’erano due rigori per il Napoli, e non ci piove. Ma avere un rigore a favore non significa segnarlo, e subire la reazione di una squadra in svantaggio non è come giocare sul risultato di pareggio. I processi alle intenzioni, quindi, non servono a niente.

Nella settimana che attende i partenopei ci sono due partite fondamentali, in Champions contro il Villarreal ed in campionato, a Milano contro l’Inter. Fornire prove non convincenti, al di là del risultato, potrebbe significare per Mazzarri non avere più in pugno lo spogliatoio, e sarebbe evidente anche la mancanza di stimoli nelle partite clou. Ma è presto per parlare di questo, i processi alle intenzioni non servono a niente.

Paolo Esposito

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