Lega Pro: Le finali consacrano Verona e Juve Stabia
Pubblicato da
Andrea
on lunedì 20 giugno 2011
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Rubrica 1° Divisione
Lega Pro: Le finali consacrano Verona e Juve Stabia
Di Daniele Mosconi
E' finita! a festeggiare sono Verona e Juve Stabia. I veneti tornano
in B dopo 4 anni, mentre le vespe hanno dovuto attendere ben 60 anni.
Una gioia immensa ha invaso le due città. Merito, ma non solo, di
dirigenze che hanno fatto di tutto per rendere vero ciò che mesi fa
sembrava soltanto un sogno. Complimenti da parte nostra a tutte e due.
Girone A:
La Salernitana si trovava a scalare un monte molto alto. Il 2-0 del
"Bentegodi" era pesante da ribaltare, ma il clima in città faceva
presagire qualcosa di positivo. La squadra ci ha provato, in maniera
molto confusa per la verità. Dovevano fare la partita i ragazzi di
Breda, ma alla fine il Verona ha avuto gioco facile nel controllare
senza grossi patemi d'animo le sfuriate dei giocatori granata.
Soltanto le giocate di Fabinho e Ragusa hanno permesso alla
Salernitana di essere pericolosa. Sugli esterni i padroni di casa
hanno incentrato la loro partita e la difesa scaligera aveva enormi
difficoltà. Halfredsson e Martina Rini si sdoppiavano per andare a
coprire le avanzate degli esterni locali. Carrus giocava con il solito
problema al piede ma non incideva come avrebbe voluto. Fava là davanti
era nullo e la sua sostituzione è stata molto tardiva. Le occasioni
nei primi 45 minuti si equivalevano, ma la svolta avveniva alla fine
del primo tempo, quando Ragusa, in una delle sue serpentine, si faceva
stendere in area. L'arbitro non aveva dubbi e assegnava il rigore. Da
notare che nessun giocatore del Verona ha protestato. Comportamento
"british" in una sfida come questa da sottolineare con enorme piacere.
Dal dischetto, il futuro scaligero (?) Carrus segnava spiazzando
Rafael. Si andava negli spogliatoi, con il pubblico in visibilio
perchè sentiva che il "miracolo" poteva avvenire. Solo una rete e le
cose si sarebbero appianate definitivamente permettendo alla
Salernitana di attendere il Verona per poi colpirlo in contropiede. Ci
si aspettava nel secondo tempo una Salernitana diversa, più
battagliera, invece era il Verona a controllare, con più scioltezza,
le scorribande dei locali. Le occasioni c'erano ma Rafael rispondeva
sempre da par suo. L'uscita di Carrus era il momento topico della
partita, perchè senza il suo fantasista la luce nell'attacco granata
si spegneva in maniera definitiva. Il gioco sulle ali, che fino a quel
momento era stato la variante più pericolosa, perdeva di smalto. Così
il Verona aveva gioco facile a tenere lontano il pallone. Al triplice
fischio finale, i circa 700 tifosi veronesi si abbracciavano per
festeggiare il ritorno in B. Dopo quello spareggio contro lo Spezia,
sono passati 4 anni. Delusioni cocenti, la più forte lo scorso anno
quando in finale gli scaligeri hanno visto festeggiare il Pescara,
nonostante il grande campionato vissuto con Remondina. Mandorlini
sostituendo Giannini ha dato al Verona quel di più che gli serviva per
spiccare il volo. Sempre nelle retroguardie della zona play off, il
Verona in questi spareggi non ha sbagliato nulla. Determinato e deciso
nelle sfide interne, quelle più importanti per il peso delle
responsabilità che gli dava, attento e mai arrendevole nelle gare in
trasferta. Ferrari, autentico mattatore di questi play off con 4 reti,
ha già dichiarato che vuol restare in gialloblù. Mandorlini dal canto
suo non ha mai posto grane per restare, quindi a nostro parere le basi
sono solide e Verona può tornare a vivere in un campionato più consono
al proprio blasone.
Per la Salernitana ora tutto diventa drammaticamente difficile. Le
sorti della squadra erano anche affidate alla partita contro il
Verona. Il ritorno in B significava soldi freschi che avrebbero
aiutato la società a ripianare i tanti debiti che ha (si parla di 10
milioni di euro di debito). Al momento le uniche notizie che si hanno
sono le parole del Ds Salerno che ha rilasciato dichiarazioni molto
pessimistiche. Il suo "vedremo" a caldo non preannuncia nulla di
buono. Salerno e la sua tifoseria non meritano di vivere questi
giorni. Qualunque scelta verrà fatta, chiunque si prenderà questa
società, una sola cosa noi chiediamo: abbiate rispetto della
tifoseria. Poche sono quelle così innamorate della propria squadra.
Girone B:
Dalla sfida tra Atletico Roma e Juve Stabia, vincitrice esce la
squadra di Braglia. Una Juve Stabia completamente diversa da quella
vista non meno di 8 giorni fa al "Menti". Quella era una squadra
intimorita, quasi in soggezione dinanzi ad un avversario che ha fatto
tutto bene, tranne segnare il gol che poteva dare un senso diverso a
questa finale. Alla fine i gol di Molinari e Corona regalano alla
tifoseria gialloblù una clamorosa doppietta (promozione e coppa italia
di categoria) non riuscita a nessuno nei campionati professionistici.
Motivo di vanto per un tecnico esperto come Braglia. Ovunque sia
andato, l'allenatore toscano ha sempre portato con se nel suo bagaglio
il lavoro serio e la professionalità prima di tutto. Dispiace che non
sia andato anche lui a festeggiare al "Menti" con la squadra. Gli
ultimi rumors parlano di un accordo ormai imminente con lo Spezia.
La squadra era partita per un campionato di vertice, con gli acquisti
di giocatori importanti come Corona. Il suo arrivo lasciava faceva
sognare la piazza. Il vero punto di forza della Juve Stabia in questo
campionato è stato sicuramente il "Menti" dove la squadra di Braglia
ha costruito la sua storica cavalcata. Adesso il presidente Manniello
dovrà costruire una squadra che faccia la sua bella figura nel
campionato cadetto, sapendo bene che la Lega Pro è completamente
diversa dalla B.
L'Atletico Roma ce l'ha messa tutta ma alla fine non è bastato.
Perdere due partite in casa nei play off è stato il crocevia di una
stagione che tutto sommato rimane molto positiva. Il presidente
Ciaccia ha allestito una squadra che doveva puntare in alto. La
soddisfazione di essere arrivati fin lassù rimane. E chissà che questo
campionato non abbia conquistato le simpatie di qualche nuovo tifoso
della terza società di Roma. Sarebbe la vittoria più bella.
Daniele Mosconi
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