Spagna campione del Mondo

Spagna campione del Mondo

Di Fabrizio Landolfi

La Spagna si è laureata Campione del Mondo battendo l’Olanda per 1-0 nella finale di Sudafrica 2010 giocata allo stadio Soccer City di Johannesburg. E’ stato Andrès Iniesta a siglare il gol che vale la Coppa del Mondo, a tre minuti dal termine dei tempi supplementari di una partita sofferta e carica di tensione, come sono del resto tutte le finali. La nazionale iberica, guidata da Vicente Del Bosque, ha conquistato il primo titolo mondiale della sua storia, ed è anche la prima squadra europea a trionfare in un Campionato del Mondo giocato fuori dall’Europa. Le “furie rosse” avevano vinto il Campionato Europeo solo due anni fa, riuscendo ad imporsi in una grande competizione dopo tanti anni di digiuno: ora, con la vittoria del Mondiale sudafricano, abbiamo assistito alla definitiva consacrazione di questa squadra piena di fuoriclasse, che assomiglia tanto al Barcellona di Pep Guardiola, campione d’Europa nel 2009, e può permettersi di tenere in panchina giocatori del calibro di Fabregas, Fernando Torres, Raul Albiol e David Silva, vincendo ugualmente. In questa competizione Villa e compagni erano partiti con il piede sbagliato, perdendo 1-0 contro la Svizzera nella prima partita del girone eliminatorio: la Spagna sembrava disordinata e poco concreta, una squadra piena di elementi di grande spessore che però non riuscivano ad esprimersi al livello che il pubblico si aspettava. La sconfitta contro gli elvetici rischiava di complicare perfino il discorso legato al passaggio del turno, ma le successive vittorie contro Honduras e Cile hanno permesso agli spagnoli di qualificarsi agli ottavi con il primo posto nel girone H. Da quel momento in poi gli uomini di Del Bosque hanno vinto tutte le partite per 1-0: quella contro il Portogallo negli ottavi di finale, quella contro il Paraguay nei quarti, la semifinale contro la Germania ed infine la finalissima.

Per l’Olanda quella di Johannesburg è naturalmente una sconfitta amara che resterà nella storia; non potrebbe essere diversamente, trattandosi di una sconfitta nella finale di un Mondiale, ma ad aumentare l’amarezza ed il rammarico c’è il fatto che il gol di Iniesta che ha condannato i tulipani sia arrivato a pochissimi minuti dalla fine dei supplementari, quando gli olandesi, in difficoltà ed in inferiorità numerica per l’espulsione di Heitinga, non aspettavano altro che il fischio finale per giocarsela ai calci di rigore. La squadra di Bert Van Marwijk, a differenza della Spagna, prima di questa finale aveva vinto tutte le partite giocate in Sudafrica, superando Danimarca, Giappone e Camerun nel girone, la Slovacchia negli ottavi di finale, il temuto Brasile di Dunga nei quarti e l’Uruguay in semifinale. Il trequartista Wesley Sneijder, vincitore nell’ultima stagione di Campionato Italiano, Coppa Italia e Champions League con la maglia dell’Inter, sognava di fregiarsi anche del titolo di campione del mondo con la sua nazionale, cosa che gli avrebbe praticamente consegnato il pallone d’oro in anticipo. Eppure, anche stavolta niente da fare, l’Olanda resta una “grande incompiuta” del calcio mondiale: grande perchè si tratta di una squadra che ha sempre avuto molti fuoriclasse ed un gioco divertente e spettacolare, ma purtroppo incompiuta perchè non riesce a vincere una grande competizione dal 1988, anno in cui si aggiudicò il Campionato Europeo giocato in Germania. Inoltre è la terza volta che la nazionale “orange” riesce ad arrivare alla finale di un Mondiale, ma in tutte e tre le occasioni è stata sconfitta: il primo precedente risale al 1974, quando la gloriosa Olanda di Johann Cruyff e del “calcio totale” perse contro la Germania Ovest, il secondo al 1978, quando fu l’Argentina di Kempes ad avere la meglio sugli olandesi.

Nella finale di Johannesburg la Spagna scende in campo con la stessa formazione che aveva battuto la Germania pochi giorni fa, con Fernando Torres in panchina a causa delle condizioni fisiche non ottimali, David Villa punta centrale, Pedro ed Iniesta alle sue spalle. L’Olanda torna a schierarsi con gli undici titolari, grazie al rientro di Van der Wiel nel ruolo di terzino destro e di De Jong in quello di centrale di centrocampo assieme a Van Bommel; in avanti il solito trio Robben-Sneijder-Kuyt giostra dietro a Robin Van Persie. Le “furie rosse” si rendono pericolose già nei primi miuti, con un colpo di testa di Sergio Ramos su punizione di Xavi che Stekelenburg respinge a fatica. L’impressione che si ha è quella che sarà proprio la squadra di Del Bosque a fare la partita, infatti sarà così. Gli spagnoli per tutta la partita attaccano di più rispetto agli avversari, esercitando il loro classico possesso palla. L’Olanda riesce a contenere la Spagna meglio di quanto aveva fatto la Germania nella semifinale, ma fatica ad uscire dalla propria metà campo e commette numerosi falli, di cui alcuni piuttosto duri, che l’arbitro inglese Howard Webb punisce con ben otto ammonizioni. In alcune occasioni il direttore di gara finisce addirittura per graziare qualche giocatore olandese: ad esempio De Jong, non potendo arrivare per primo su un pallone, colpisce Xabi Alonso con un calcio in pieno petto. Webb se ne accorge e redarguisce l’olandese, ma lo punisce solo con il cartellino giallo sebbene sia chiaramente un fallo da espulsione. La prima grande occasione da gol per gli Orange arriva sul finale di primo tempo, quando Arjen Robben riceve palla in area sulla destra e tenta il tiro potente, ma Casillas si salva in corner. La partita è piuttosto tesa e carica di agonismo, non si vedono battibecchi e litigi tra i giocatori, ma continuano a susseguirsi molti falli, soprattutto da parte dei giocatori dell’Olanda.

All’inizio della ripresa la Spagna sfiora il vantaggio su calcio d’angolo, con Capdevila che liscia il pallone a due passi dalla porta avversaria. Tra gli olandesi l’unico che riesce a dare del filo da torcere alla difesa iberica è Robben, mentre Van Persie appare spento ed isolato, quasi sempre fuori dal gioco; l’esterno del Bayern Monaco tenta ancora una volta il tiro in porta da fuori area, scattando sulla sua fascia ed accentrandosi, ma Casillas devia di nuovo. Buona parte della partita si svolge nella metà campo olandese, David Villa e Sergio Ramos vanno vicini al gol, la Spagna preme e fa paura, tuttavia le due occasioni più clamorose capitano sui piedi di Robben al 61’ ed all’82’, ma entrambe vengono sprecate. Nella prima è Sneijder a servire in profondità l’esterno, che scatta e si trova solo davanti a Casillas, ma finisce per tirare addosso al portiere spagnolo che può così deviare di piede. Nella seconda l’azione è molto simile, stavolta è Van Persie a colpire di testa in direzione di Robben, che scatta di nuovo inseguito da due spagnoli, ma Casillas in uscita gli toglie la palla dai piedi. Probabilmente l’asso dell’Olanda non ha avuto la giusta freddezza per concretizzare queste due ghiotte occasioni, ma bisogna sottolineare anche la prontezza provvidenziale di Casillas che ha salvato due volte la Spagna dalla beffa. Van Marwijk inserisce Elia al posto di Dirk Kuyt, mentre Del Bosque manda in campo Jesus Navas e Fabregas al posto di Pedro e Xabi Alonso. Dopo quarantotto minuti giocati nel corso del secondo tempo Webb fischia la fine: si prosegue ai supplementari sul risultato di 0-0.

Anche dopo i tempi regolamentari la Spagna continua a fare la partita, cercando di attaccare costantemente e di tenere comunque la palla in proprio possesso anche quando si trova lontana dalla porta olandese. Gli uomini di Del Bosque reclamano un calcio di rigore per un contatto in area tra Xavi ed Heitinga, ma Webb non lo concede. L’Olanda appare in affanno, si difende con molti giocatori e sembra proprio che speri di arrivare ai calci di rigore; il portierone Stekelenburg si rivela decisivo riuscendo a salvare prima su Fabregas, solo davanti a lui, e poi su Jesus Navas. Durante i tempi supplementari l’unica occasione importante per i tulipani arriva su calcio d’angolo, ma il centrale Mathijsen di testa manda la palla sopra la traversa. Al minuto 108 Heitinga rimedia il secondo cartellino giallo per una trattenuta su Xavi lanciato a rete e l’Olanda resta così in dieci. Il ct Van Marwijk fa entrare il terzino sinistro Braafheid al posto di Giovanni Van Bronckhorst, capitano trentacinquenne degli Orange che è stato il migliore in campo tra i suoi, mostrando grande sicurezza ed affidabilità in difesa. Vicente Del Bosque invece sostituisce David Villa con l’altro grande attaccante della Spagna, Fernando Torres. Nel secondo tempo supplementare l’Olanda, in inferiorità numerica per l’espulsione di Heitinga, cerca di temporeggiare per arrivare ai rigori, pur riuscendo a creare qualcosa in avanti: l’arbitro Webb non vede la palese deviazione della barriera spagnola, nè il tocco di Casillas, sulla punizione calciata da Sneijder. Pochi istanti dopo Elia avanza sulla fascia sinistra e tenta di accentrarsi, due avversari lo stringono e commettono fallo su di lui, ma il direttore di gara non fischia la punizione. Sugli sviluppi dell’azione seguente, al 117’, arriva il gol della Spagna che decide la finale: Torres avanza in contropiede leggermente spostato a destra e tenta di servire Iniesta in area, l’olandese Van Der Vaart s’improvvisa difensore e respinge il suo passaggio, ma manda la palla sui piedi di Fabregas, che riesce a passare ad Andrès Iniesta. Il bravissimo centrocampista del Barcellona avanza di poco, tira di destro e batte Stekelenburg. Il portiere dell’Olanda, che era riuscito a sfiorare la palla, si dispera, mentre tutta la Spagna, panchina compresa, esplode di gioia. I giocatori olandesi s’infuriano e protestano duramente con Webb, colpevole di non aver concesso loro il calcio d’angolo, nè la punizione su Elia pochi istanti prima del gol. In effetti l’arbitro inglese, specie con il secondo di questi due errori, ha favorito la Spagna, ma va ricordato che nel corso della partita Webb, autore di una direzione di gara non certo ottimale, ha più volte sbagliato a favore dell’Olanda: infatti alcuni giocatori Orange meritavano l’espulsione e non l’hanno avuta (su tutti De Jong) , mentre il contatto tra Xavi ed Heitinga sarebbe stato calcio di rigore per la Spagna.

Andrès Iniesta mette dunque la propria firma su un successo storico della Spagna, che per la prima volta nella sua storia calcistica si laurea Campione del Mondo. La sua è una rete pesantissima, che arrivando a pochi minuti dalla fine dei supplementari, quando tutti ormai ci aspettavamo di vedere i calci di rigore, lascia ben poche speranze di pareggiare agli avversari. Dopo due minuti di recupero Howard Webb fischia la fine, il Campionato Mondiale di Sudafrica 2010 termina con la vittoria della Spagna di Vicente Del Bosque.

Dall’analisi di questo Campionato del Mondo emergono tante cose, di cui alcune erano prevedibili già in precedenza, altre meno. Di sicuro la nazionale italiana ha bisogno di rinnovarsi, di essere rifondata: ci auguriamo che il nuovo ct Cesare Prandelli riesca a riportarla ai livelli che le competono. La Germania non riesce a vincere una grande competizione dall’Europeo del ’96, ma è sempre stata, ed è tuttora, un osso duro: quasi sempre i tedeschi riescono ad arrivare fino in fondo ai Campionati Mondiali ed Europei, e per batterli bisogna sempre faticare molto. Le due grandi del calcio sudamericano, Argentina e Brasile, restano due squadre molto temibili, ma in questa avventura sudafricana hanno fallito, venendo eliminate da due europee. E’ facile dirlo a posteriori, ma molto probabilmente all’Argentina avrebbe fatto comodo avere in squadra due come Cambiasso e Zanetti, giocatori esperti e vincenti che Maradona ha escluso. Allo stesso modo, al Brasile di Dunga sarebbero potuti servire eccome due fuoriclasse assoluti come Ronaldinho e Pato, rimasti inspiegabilmente a casa. Le squadre africane, che in molti segnalavano come possibili grandi sorprese di Sudafrica 2010, hanno dimostrato di essere ancora indietro dal punto di vista della maturazione: solo il Ghana è riuscito ad arrivare ai quarti di finale, per poi uscire ai rigori. Tutte le altre sono state eliminate nel primo turno, compreso il Sudafrica padrone di casa, che a dirla tutta ha avuto anche una certa dose di sfortuna, dato che si è classificato secondo a pari punti col Messico, ma è uscito per via della peggiore differenza reti. Sul piano del gioco hanno fatto meglio le asiatiche Corea del Sud e Giappone, mostrando buone qualità ed arrivando agli ottavi di finale, dove però sono state battute di misura (il Giappone addirittura ai calci di rigore) dalle più esperte sudamericane Uruguay e Paraguay.

Una cosa negativa di questa rassegna mondiale, almeno dal punto di vista dello spettacolo, è stata il fatto che molti tra i calciatori più attesi, più ammirati, considerati tra i migliori, si sono espressi al di sotto delle loro possibilità, non riuscendo a dimostrare il proprio reale valore. E’ il caso di Messi, Cristiano Ronaldo, Rooney e Kakà, ma anche di Fernando Torres e Robin Van Persie, anche se a proposito di questi ultimi due va ricordato che vengono da un lungo periodo di infortunio ed inattività. Un altro dato curioso: hanno fallito tutte le nazionali guidate da ct dalla personalità particolare, eccentrica, un po’ narcisista e qualche volta altezzosa. In pratica, tutti quegli allenatori-personaggio che volontariamente o meno fanno chiacchierare più di sè stessi che non della squadra che allenano. Ad esempio, l’attesissima e favorita Inghilterra di Don Fabio Capello è stata eliminata agli ottavi di finale, incassando quattro reti dalla Germania. L’Argentina del Pibe de Oro, Diego Armando Maradona, ct che più di ogni altro catturava l’attenzione del pubblico e dei giornalisti, è arrivata ai quarti, ma poi ha subìto l’umiliazione del 4-0, sempre per mano dei tedeschi. Anche il Brasile di Dunga, l’uomo che ha fatto discutere per alcune esclusioni, era senza dubbio tra le favorite, eppure si è dovuto arrendere all’Olanda nei quarti di finale. Per non parlare poi di Italia e Francia, le due finaliste del Mondiale precedente, che sono tornate a casa dopo il primo turno senza vincere neppure una gara, guidate rispettivamente da Lippi e Domenech: l’italiano è il ct che vinse i Mondiali nel 2006 ed è stato osannato da molti giornalisti al suo ritorno sulla panchina azzurra, il ct che nonostante il disappunto di quasi tutta l’Italia non ha voluto convocare alcuni giocatori importanti, il ct così celebre da essere invitato al Festival di Sanremo. Il francese è invece uno degli allenatori più stravaganti della storia, nonchè uno dei più discussi: prima di fare le sue scelte consulta spesso astrologi e maghi, quando decide le convocazioni sembra divertirsi ad escludere dalla lista qualche giocatore popolare e considerato tra i migliori (questa volta è toccato a Benzema restare a casa), e risponde piuttosto bruscamente alle critiche della stampa: in poche parole, uno che fa sempre parlare molto di sè. Sembrerebbe che le squadre guidate da allenatori che, per un motivo o per un altro, attirano molta attenzione su loro stessi, finiscano per risentire della personalità di tali allenatori.

Questo Mondiale è stato vinto da una delle squadre che alla vigilia si annoveravano tra le favorite, essendo Campione d’Europa in carica ed avendo in rosa tantissimi giocatori di grande spessore. Tuttavia, facendo un discorso generale su tutte le partecipanti, diverse nazionali favorite dai pronostici per la vittoria finale sono state eliminate prima del previsto: è il caso del Brasile, dell’Argentina e dell’Inghilterra. Al contrario, numerose squadre poco accreditate sono andate oltre le aspettative, facendo delle belle figure: su tutte l’Uruguay, ma anche il Ghana e il Paraguay. Per questo Sudafrica 2010 verrà ricordato anche come un Mondiale pieno di sorprese; da noi italiani, purtroppo, non potrà essere ricordato volentieri, visti i disastrosi risultati della nostra nazionale. Piuttosto preferiremo ricordarci del polpo Paul, che sarà un caso ma ha indovinato i risultati di tutte le partite per le quali è stato “interpellato”.

Fabrizio Landolfi

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1 commenti:

Anonimo ha detto...

Questo mondiale ha dimostrato che ad andare avanti sono le squadre con giovani talenti. Molti sono i talenti sparsi nel mondo e a tal proposito vorrei consigliarvi KICKO, lo youtube del calcio che sta cercando di scoprirli! Spazio ai giovani talenti!

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