L'anno zero della Juve: dalla dirigenza alla squadra cambia tutto

L'anno zero della Juve: dalla dirigenza alla squadra cambia tutto

Di Gianluca Di Maria

L’anno zero! Questa è in sintesi la stagione che la Juve si appresta a preparare, spiego il perché:

dopo i fasti avuti negli anni d’oro della triade, dopo la dolorosa e ingiusta stagione nella serie cadetta e dopo le comunque positive annate in serie A sotto la guida di Claudio Ranieri quello appena trascorso, che doveva essere l’anno della definitiva rinascita, si è rivelato un incubi per tifosi e società bianconera, vanificando le cose positive fatte negli anni precedenti e costringendo quindi all’inevitabile cambio. Tutti abbiamo visto cos’è successo e che stagione ha disputato la Juve, la peggiore degli ultimi vent’anni. Ma i danni fatti non si sono limitati agli insuccessi sportivi, ma hanno portato a nudo, semmai ce ne fosse stato bisogno, la totale inadeguatezza della struttura societaria oltre che di gioco, e di conseguenza si è deciso per la “tabula rasa”, dirigenziale e di squadra. E quindi la proprietà ha dato il benservito ai vari Secco, Bettega e Castagnini, ha lasciato a Blanc la sola carica di amministratore delegato ed ha apportato il cambio alla panchina, col traghettatore Zaccheroni ringraziato e messo alla porta. Al loro posto dentro Andrea Agnelli, figlio di Umberto e Allegra Caracciolo, e Beppe Marotta, abilissimo stratega del miracolo Sampdoria, che dalla squadra doriana porta con sé Fabio Paratici e il mister Gigi Delneri.

Balza subito agli occhi dei lettori la presenza di gente di “calcio”, figure quasi sconosciute in società da calciopoli ad oggi. Anche la squadra subirà significative modifiche, perché gli errori di campo sono stati evidenti, in primis non è stato trovato il sostituto di Nedved, ed errore ancora più evidente è stato credere che il brasiliano Diego, potesse sostituirlo adeguatamente. Il punto è proprio questo, Diego è un trequartista, non un’ala. Così come evidente è stato l’errore di credere che Felipe Melo fosse un regista. Risultato: squadra interamente rivoluzionata, sistema di gioco smantellato, esterni di centrocampo svenduti o comunque non considerati.

L’ingaggio di Delneri impone un ritorno alle origini, col tanto amato e collaudato 4-4-2, e quindi via alla campagna acquisti forse più scoppiettante della recente storia bianconera, perché bisogna contemporaneamente allestire una squadra competitiva, correggere gli errori del passato e salvaguardare il patrimonio calcistico presente in rosa. L’arduo compito spetta a Marotta, il quale ha già cominciato ad operare, consegnando a Delneri i primi tre rinforzi stagionali, Pepe, Storari e Martinez (il primo ufficiale, il secondo verrà annunciato domani, il terzo diverrà ufficialmente bianconero al rientro dal Sudafrica).

Si tenterà di sfoltire e anche molto, i vari Zebina, Grosso, Grygera e Paolucci non rientrano nei piani del nuovo mister, la posizione dei vari Salihamidzic, Sissoko, Camoranesi, Trezeguet, Poulsen e Amauri è da rivedere (soprattutto i loro ingaggi!), mentre occorre valutare con molta attenzione e criterio la posizione dei 2 super acquisti targati 2009/2010, vale a dire i brasiliani Felipe Melo e Diego, il primo (che sarà multato dalla società per le dichiarazioni al veleno dal brasile) starebbe a meraviglia nel 4-4-2 del nuovo tecnico, ma un’eventuale super-offerta per lui non lascerebbe i vertici di corso Galfer insensibili, anzi… Su Diego il discorso è più ampio, il giocatore c’è, ma la sua quotazione è vertiginosamente scesa dopo l’annata ai limiti del fallimentare, venderlo non avrebbe senso perché si effettuerebbe una minusvalenza di almeno una decina di milioni, l’unica strada sarebbe quella di inserirlo in qualche trattativa, sembra che Marotta ci abbia già provato con l’Atletico Madrid per Aguero, col Bayern per Schweinsteiger e col Wolfsburg per Dzeko, ma queste per il momento sembrano solo chiacchiere. Dal canto suo il brasiliano si è detto disposto ad accettare anche un ruolo non suo pur di avere la possibilità di riscatto alla Juve, ma la sua collocazione nel nuovo-vecchio modulo della Juve appare molto difficile.

Bisogna lavorare ancora molto, Delneri avrà il difensore centrale richiesto, sarà Leonardo Bonucci, per il quale la Juve ha già messo in conto di dover sacrificare Criscito, ed esige almeno altri 3 esterni, due per la difesa e minimo un altro a centrocampo. In difesa si continuano a sondare le piste Motta e Maggio, molto probabile la prima ipotesi, vista anche la probabile rinuncia a Candreva , meno la seconda vista anche la propensione più che offensiva dell’esterno del Napoli. Mentre a sinistra sono da registrare due nuovi nomi in entrata: Kolarov della Lazio e Bastos del Lione che si sta mettendo in ottima mostra nel Brasile di Dunga. Entrambe le ipotesi risultano essere troppo dispendiose però. Potrebbero tornare d’attualità i nomi di Ziegler e Vargas, anche se il peruviano in difesa pecca di affidabilità.

Per il centrocampo sembra essersi inesorabilmente raffreddata la trattativa per Krasic, i russi del CSKA continuano a tirare troppo la corda col prezzo e Marotta non sembra il tipo da farsi prendere per il collo. Prende corpo invece la trattativa Elia, giovane e fantasiosa ala olandese, pare infatti che i bianconeri abbiano già fatto la prima proposta all’Amburgo, offrendo Poulsen e Grygera oltre a un paio di milioni, ma l’offerta è stata respinta. Ma siamo sicuri che torneranno sicuramente all’attacco.

Tutto fermo in attacco, nonostante si facciano i nomi oltre che di Dzeko e Aguero, anche di Pazzini e nell’ultim’ora Cassano e Gilardino, perché l’obiettivo primario è vendere e recuperare liquidità oltre che alleggerire le casse societarie eliminando qualche ingaggio pesante prima di acquistare. Ad oggi Iaquinta sembra essere l’uomo con più mercato, la Juve preferirebbe cedere uno tra Amauri e Trezeguet o anche entrambi, lasciando il nazionale azzurro a disposizione di Delneri.

Gianluca Di Maria

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