
«Mister,mi presta i dvd del Napoli?»
Riise: «Quando l’ho chiesto a Spalletti, è rimasto molto colpito
A Roma si gioca il calcio che preferisco, altro che Liverpool»
Di DANIELE GALLI
«Credo che Spalletti sia stato positivamente
colpito dalla mia richiesta di
avere un dvd sul Napoli». Avete capito
bene. Non basta l’abnegazione sul campo, che sia
Trigoria o l’Olimpico. Non basta avere dimostrato
caparbietà e potenza (manca il gol, ma è un di più).
No, John Arne Riise chiede di più a se stesso. In
un’intervista concessa al quotidiano norvegese
Dagbladet "Thunderbolt" (fulmine) racconta come
sta vivendo questi suoi primi mesi da romanista.
Nessuna confessione eccezionale, ma sentimento
e cuore. Riise è convinto che lasciare Liverpool
sia stata la scelta migliore: «Là non avevo mai
la certezza del posto, qui invece non devo dimostrare
niente a nessuno». Chissà se Spalletti sarà d’accordo.
Scherzi a parte, John si sta allenando anche
con la lingua. Sta prendendo lezioni di italiano assieme
alla compagna. Cinque volte a settimana
un’anziana connazionale che ha vissuto per molti
anni in Italia si reca a casa sua per insegnargli la lin-
gua di Dante.
In Inghilterra era costretto a sostenere esami su
esami. A Roma no: «Sono calmo, rilassato e amo
giocare a calcio. A Liverpool sentivo maggiormente
la pressione». Ormai, l’ex laterale dei Redssi sente
parte del gruppo romanista: «Piano piano, mi sto
ambientando. Sento di essere ben allenato e di aver
ripreso un buon ritmo. Mi sento leggero e in gran
forma». Riise spiega così le differenze tra il calcio inglese
e quello italiano: «Qui a Roma c’è molto del
football moderno. A Liverpool badavamo parecchio
di più all’aspetto tattico». Strano che lo dica un giocatore
allenato da Spalletti, tecnico che dedica una
cura quasi maniacale ad ogni singolo movimento in
campo. Ma tant’è, così la pensa il nostro John.
L’esordio in campionato poteva andare meglio.
Per tutti. Riise compreso. Eppure, "Thunderbolt" è
soddisfatto: «Sono molto contento di come ho giocato.
Faceva tanto caldo e il campo era abbastanza
secco. Quindi, dopo settantacinque minuti non avevo
più molto da dare. Ma il pubblico ha apprezzato
qualche mio contrasto». Quando capitava un calcio
piazzato, il norvegese sentiva il pubblico giallorosso
vicino: «Urlavano “Riise” non appena avevamo a
disposizione un calcio di punizione. Ma poi la squadra
lo batteva troppo velocemente». Spalletti gli ha
chiesto di curare la fase difensiva, anche se le sue
progressioni sono famose: «È vero che ci sono molti
spazi per me per avanzare, ma è altresì vero che mi
sarei spesso trovato a coprire da solo la fase difensiva.
Non sono ancora abituato a questo, ma ci farò
presto la mano».
Viceversa, nel 4-3-2-1 che il ct Age Hareide ha
adottato per la sua Norvegia, gli viene concessa
qualche licenza in più per attaccare: «L’ultima volta
Brede Hangeland (il difensore centrale in forza al
Fulham, ndr) mi aveva chiesto se avrei giocato da
difensore laterale o da ala, sempre a sinistra. A me
importava, però, solo mettere pressione all’avversario
». L’Islanda è avvisata. Sabato, per le qualificazioni
a Sudafrica 2010, dovrà pararsi con un parafulmine.
Là sulla fascia si troverà di fronte una saetta.
Giallorossa.
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