L’OSTACOLO DELL’INGAGGIO:SI RISCHIA LO STALLO«A cifre così non viene»
Menendez: «Sì, l’accordo fra i club c’è stato, ma a noi non interessa
Se la Roma vuole Baptista deve pagargli lo stipendio che ha nel Real»
A Madrid guadagna 3 milioni più bonus, Trigoria offre 2,5 più premi
Di DANIELE GALLI
Calma e sangue freddo, l’operazione Baptista
non può sfumare per mezzo milione di
euro (a stagione). Tanto così separa la Roma
dalla Bestia. Tanto così non permette ancora
di considerare chiusa una trattativa lunga ed
estenuante. Ma che potrebbe rivelarsi estremamente
redditizia, nel giorno che si concludesse.
La situazione è chiara. La Roma ha raggiunto
un’intesa con il Real Madrid. Le merengues incasseranno
dalla cessione a titolo definitivo del
brasiliano 9 o 10 milioni di euro, più 2 di bonus
nei prossimi due anni. Mijatovic, che del Real è il
responsabile di mercato, ha dato il via libera al
club dei Sensi per trattare direttamente con il
centrocampista. Il nodo gordiano è l’ingaggio.
Baptista guadagna al Real 3 milioni netti l’anno
più i premi. La Roma, che al giocatore ha offerto
un quadriennale, non va (e nè può andare, per il
tetto ingaggi) oltre i 2,5 più gli incentivi.
Al Romanista il suo manager Herminio Menendez
non nasconde il fastidio di un’operazione
che, ai suoi occhi, sta durando pure troppo.
L’agente è in Cina, a Pechino, dove commenta per
la tivvù le gare degli atleti spagnoli (ha vinto un
argento a Mosca nel 1980 nel K2 ed è stato il portabandiera
della Spagna a Barcellona ’92): «La
Roma non può pagare meno di quello che Julio
prende a Madrid. Il denaro che viene offerto non
è sufficiente». Il procuratore pare stupito dal
comportamento della dirigenza giallorossa: «Sapevano
che il giocatore costava quelle cifre. Julio
è un elemento importante del Real Madrid e della
Seleção. Se la Roma lo vuole, deve dargli uno
stipendio che sia almeno pari a quello che percepisce
dal Real». Importa poco, sostiene Menendez,
che a Trigoria si siano già accordati con la casa
blanca: «Come ho spiegato a tutti coloro che
in queste ore mi stanno chiamando dall’Italia,
l’intesa tra Roma e Real c’è stata. Ma a noi non interessa.
Su Julio ci sono anche altre squadre».
Come il Fenerbahçe: «E non solo...». Il manager
capisce di stare ottenendo un effetto sinistro con
queste parole. E corre ai ripari: «La precedenza
spetta alla Roma. Chiediamo solo che Baptista
non debba rimetterci, venendo a Roma». A parità
di trattamento, il giocatore firmerà? Menendez
non ha dubbi: «Assolutamente sì». L’altra notizia
lieta è che i contatti tra l’agente spagnolo e Trigoria
sono ripresi: «Parlo spesso con Pràde». Pradè,
magari. E con il mediatore di mercato, Ernesto
Bronzetti? Menendez tentenna, poi nega: «Solo
Pràde».
Mijatovic la penna l’ha già usata, Menendez ce
l’ha ancora in mano, Pradè non vede l’ora di riprenderla.
Manca la firma del giocatore e potrebbe
non essere imminente. Menendez non ha intenzione
di affrettare i tempi: «Non mi vedrò con
la Roma nei prossimi giorni». Il manager si sta
godendo i Giochi. Di volare a Fiumicino non se
ne parla, per ora. A meno che, logico, non venisse
raggiunto un accordo economico per lo stipendio
della Bestia. A Trigoria possono aspettare
ancora un po’, ma non troppo. Urge un rinforzo
importante. E su Baptista si lavora da troppo tempo
per pensare che un’operazione così ben avviata
possa svanire per mezzo milione in meno. La
Roma non può permettersi di sforare il salary
cup. È successo con Totti, perché è Totti; succederà
con De Rossi, perché è De Rossi. Stop. Nemmeno
per Aquilani saranno concesse deroghe.
Con questa premessa, a Trigoria dovranno per
forza di cose lavorare su bonus e durata del contratto
per raggiungere un punto d’incontro che,
al momento, ancora non c’è. Se non dovesse trovarsi,
Pradè non si farebbe comunque trovare impreparato.
Il diesse romanista ha pronto il nome
di riserva. Un nome che non lascerebbe scontenti
i tifosi giallorossi.
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