
Menez è arrivato. Oggi la firma?
Il giocatore è atterrato a Fiumicino e ha dormito all’Hilton. Alle 9 visite mediche a Villa Stuart
ma prima bisogna accordarsi sulle modalità di pagamento e sulla cifra: il Monaco non cede
e vuole 16 milioni. Martedì notte l’ultimo no di Malouda: «In Italia c’è ancora razzismo»
Di DANIELE LO MONACO
La svolta, improvvisa, nella notte tra martedì e mercoledì:
ricevuto l’ennesimo no da Malouda, la Roma ha rotto gli
indugi, Pradè ha aggredito la trattativa col Monaco e ha
ottenuto il permesso ufficiale dai dirigenti monegaschi di contattare
Jeremy Menez, 21 anni, quello che oggi, dopo aver effettuato
le visite mediche, potrebbe diventare il quinto e ultimo acquisto
dell’estate della Roma. Potrebbe, ma non è ancora detto:
perché tra offerta e richiesta per il cartellino del giocatore esiste
ancora una differenza di due milioni e fino a ieri sera tale differenza
sembrava incolmabile. E manca anche l’intesa sulle modalità
di pagamento che la Roma vorrebbe in tre rate e il Monaco
in un’unica soluzione. Nella sostanza, la Roma è ferma ad
un’offerta di quattordici milioni in totale (dodici più bonus di
un milione di euro per ogni piazzamento in Champions League
nei prossimi tre anni, per un massimo di due volte), mentre il
presidente del Monaco Jerome de Bontin sembra incrollabile
nella determinazione di ottenere in totale non meno di 16 milioni
di euro. Anche perché secondo accordi siglati al tempo dell’acquisto
del trequartista dal Sochaux, il Monaco dovrà riconoscere
alla vecchia società un premio di valorizzazione di 1,4 mln
di euro. Si consolerà con la debordante plusvalenza: un gioca-
tore pagato un paio d’anni fa 3,5 milioni se lo sta rivendendo a
14-15 milioni. Niente male, anche con la tassa da girare al Sochaux.
Solo qualche ora d’attesa e poi in ogni caso dovrebbe arrivare
l’annuncio. Perché è chiaro che dover rinunciare per quella
residua differenza ad un giocatore peraltro già sottoposto alle visite
mediche sarebbe l’ennesima beffa di un mercato già clamorosamente
influenzato dal ritiro della Fiorentina dalla trattativa
ormai chiusa per Mutu. Jeremy Menez è arrivato ieri sera a Fiumicino
poco prima delle 21, accompagnato dal fratello, perfettamente
riconoscibile per via della somiglianza e dello stesso cappellino
siglato DG: ad attenderlo Tonino Tempestilli (atteso oggi
a Montecarlo con Bruno Conti per il sorteggio della Champions),
pronto ad accompagnarlo all’Hilton, dove il ragazzo ha
dormito. Stamattina alle nove varcherà il cancello di Villa Stuart
per il rigido protocollo di visite già approntato: e non sarà una
formalità, considerando che cinque mesi fa Menez è stato sottoposto
ad un intervento per risolvere chirurgicamente una fastidiosa
pubalgia. Passato lo scoglio delle visite, incontrerà Daniele
Pradè e la dottoressa Mazzoleni, pronti a fargli firmare l’intesa
siglata ieri: un milione di euro netti a crescere per i prossimi
quattro anni. Ma non prima che si sia giunti all’accordo tra le società.
Per questo oggi dovrebbero sbarcare a Roma anche i dirigenti
del Monaco e rendere ufficiale un accordo che ieri, nonostante
l’ottimismo mostrato dalle edizioni online dei giornali
francesi, ancora non c’era. Nel malaugurato caso di rottura, la
Roma tornerebbe su Suazo, ormai l’ultima alternativa rimasta.
La pista Malouda, per completezza di giocatore e duttilità tattica
l’obiettivo numero uno, è stata ormai definitivamente abbandonata
dopo che nell’ultimo colloquio, nella serata di martedì,
il francese ha ribadito un concetto che ha infastidito non
poco i dirigenti giallorossi: «Nel calcio italiano è ancora diffuso
il razzismo e mi darebbe assai fastidio dover affrontare le curve
delle squadre avversarie della Roma e tollerare le loro manifestazioni
di intolleranza. Preferisco restare a Londra anche se arriva
Robinho». A quel punto la Roma s’è rassegnata e ha virato
decisamente verso il connazionale Menez, un investimento più
affascinante ma di sicuro più rischioso. Con lui sarebbe chiusa
la campagna acquisti della Roma, a dispetto di voci rilanciate anche
ieri di fantasiose offerte per centrocampisti spagnoli o attaccanti
italiani. Drenthe è incedibile, come ha ricordato ieri al Romanista
il ds madridista Predrag Mijatovic, e nessun altro esterno
d’attacco arriverebbe a Trigoria. A meno di saldi di fine mercato
dell’ultimo giorno, con Menez sarebbe completata la rosa
per affrontare la stagione più promettente dai tempi del tricolore
di Capello.
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