Italia - Giappone 4 - 3: Vittoria soffertissima, gli Azzurri devono migliorare

Italia - Giappone 4 - 3: Vittoria soffertissima, gli Azzurri devono migliorare

Di Fabrizio Landolfi

Mercoledì sera l’Italia di Prandelli ha sconfitto il Giappone per 4-3, nella seconda gara del girone eliminatorio della Confederations Cup. La nazionale asiatica, allenata da Zaccheroni, è andata in vantaggio sugli azzurri al 21’, con un calcio di rigore trasformato da Honda, per poi trovare addirittura il raddoppio con Kagawa al 33’. A tre minuti dall’intervallo, un colpo di testa di De Rossi su calcio d’angolo ha permesso all’Italia di accorciare le distanze, mentre a pochi minuti dall’inizio della ripresa i ragazzi di Prandelli hanno ribaltato la situazione, pareggiando grazie ad un’autorete di Uchida e portandosi in vantaggio 3-2 con un rigore calciato da Balotelli. Ma non è finita lì: al 69’ un gol di Okazaki ha permesso al Giappone di agguantare il pari e rimettere tutto in discussione, almeno fino all’86’, quando Sebastian Giovinco ha messo a segno la rete del definitivo 4-3 per gli azzurri, che grazie a questi 3 punti sono matematicamente qualificati alle semifinali, mentre la squadra di Zaccheroni, avendo già perso due gare, è già eliminata. 

IL TABELLINO 

Italia: Buffon; Maggio (60' Abate), Barzagli, Chiellini, De Sciglio; De Rossi, Pirlo, Montolivo; Giaccherini (69' Marchisio), Aquilani (30' Giovinco); Balotelli. 
A disp.: Marchetti, Gilardinio, Bonucci, Astori, Candreva, Diamanti, Cerci, El Shaarawy, Sirigu. 
All.: Prandelli 

Giappone: Kawashima; Uchida (73' H. Sakai), Yoshida, Konno, Nagatomo; Hasebe, Endo; Okazaki, Honda, Kagawa; Maeda (79' Havenaar). 
A disp.: Gonda, Inoha, G. Sakai, Kurihara, Kiyokate, Hosogai, Nakamura, Inui, Takahashi, Nishikawa. 
All.: Zaccheroni 

Marcatori: 21' Honda (G), 33' Kagawa (G), 42' De Rossi (I), 50' (Uchida, G, aut.), 52' Balotelli (I), 69' Okazaki (G), 86' Giovinco (I). 

Ieri sera a Recife abbiamo visto una gara strana ed imprevedibile, sicuramente rocambolesca ma non abbastanza convincente dal punto di vista dell’Italia, messa in seria difficoltà da un Giappone che non meritava l’eliminazione dal torneo. Senza pensare alla storica semifinale con la Germania del ’70, che ogni 4-3 richiama sempre alla memoria del pubblico italiano, oggi è il caso di affermare che quando in campo si vedono tanti gol, non significa necessariamente che una partita è stata ben giocata. A Recife l’Italia aveva bisogno di vincere. Non era un bisogno assoluto, dato che c’è ancora una terza gara da disputare e la prima era stata vinta dagli azzurri, ma ci si aspettava di vedere una squadra pronta ad imporsi dall’inizio sul Giappone, come aveva fatto pochi giorni fa il Brasile, senza eccessiva difficoltà. Invece abbiamo assistito ad una partenza imbarazzante degli azzurri, messi alle corde dai giapponesi per più di mezz’ora. Gli uomini di Zaccheroni sono andati in vantaggio con un rigore inesistente, fischiato dall’arbitro Abal per un presunto fallo di Buffon, ma ciò non toglie che l’Italia non era ancora pervenuta, non a caso 12 minuti dopo ha subìto anche il gol del raddoppio, segnato dall’esterno Kagawa. Il Giappone ha immobilizzato gli azzurri con un pressing costante, impedendogli di costruire gioco, ed ha colpito in fase offensiva attaccando con tanti uomini e con una certa vivacità. Solo dopo il pesante uno-due degli asiatici, l’Italia si è svegliata ed ha iniziato a reagire. Ancora prima del gol di Kagawa, il c.t. Prandelli aveva messo dentro Sebastian Giovinco al posto di Alberto Aquilani, “bocciando” di fatto la soluzione del 4-3-2-1 con Balotelli unica punta, peraltro già adottata contro il Messico. In verità, Giovinco non ha inciso molto nel gioco, se non per il gol siglato nel finale, ma dopo essersi trovati sotto di due reti i ragazzi di Prandelli hanno iniziato a spingere, trovando il gol al 42’ con un potente colpo di testa di De Rossi, su calcio d’angolo battuto dal solito, imprescindibile, Andrea Pirlo. Nei minuti seguenti, cioè gli ultimissimi del primo tempo, un’Italia arrembante ha costretto gli avversari a chiudersi indietro, sfiorando addirittura un insperato pareggio, con il tiro di Giaccherini che si è stampato sul palo. Ad inizio ripresa per fortuna gli azzurri hanno continuato a giocare come bisognava giocare dall’inizio, Balotelli ha ricevuto molti più palloni e la difesa giapponese è andata in difficoltà. Bravo e caparbio lo juventino Giaccherini, nel rubar palla e mettere in mezzo in occasione del 2-2: il difensore Uchida, nel tentativo di anticipare Balotelli, ha mandato la palla nella propria porta. Appena due minuti dopo, il direttore di gara ha pareggiato i conti in fatto di rigori regalati, fischiandone uno in favore dell’Italia, per un presunto tocco di mano che in realtà non c’era. Mario Balotelli ha confermato la sua infallibilità dal dischetto, spiazzando il portiere Kawashima e portando in vantaggio l’Italia. A quel punto, gli uomini di Prandelli avevano la partita in pugno, sembravano un’altra squadra rispetto a quella vista nel primo tempo, almeno fino al gol di De Rossi, ed hanno avuto alcune occasioni per incrementare il vantaggio. Ma poco più tardi l’Italia è calata di nuovo, in maniera quasi inspiegabile, permettendo al Giappone di rendersi pericoloso più volte. I Campioni d’Asia hanno inseguito con decisione il pareggio, raggiungendolo al 69’ con la rete di Okazaki e riprendendo a dominare la partita. L’Italia è andata di nuovo in affanno, di fronte ad un avversario veloce ed aggressivo che obiettivamente avrebbe meritato di segnare un quarto gol, ma un palo e ben due traverse hanno salvato Buffon e i suoi compagni, piuttosto fortunati in quegli episodi. Alla fine, al di là della sorte, che comunque ha avuto il suo peso, ha prevalso la maggiore esperienza degli italiani, che hanno trovato il 4-3 all’86’, in occasione di una delle poche ripartenze. La difesa giapponese si è fatta cogliere in castagna da De Rossi, che ha servito Marchisio in posizione regolare sulla destra; lo juventino ha crossato verso il suo compagno Sebastian Giovinco e quest’ultimo, vistosi ben poco fino ad allora, ha battuto Kawashima senza difficoltà. Tutto è bene ciò che finisce bene, l’Italia finora ha ottenuto due vittorie su due in questa Confederations Cup, ma gli appunti da fare a Prandelli e ai suoi non mancano. Innanzitutto, è un peccato che in questa nazionale non abbia spazio un giocatore talentuoso e veloce come Stephan El Shaarawy, che probabilmente non è al meglio della condizione fisica, ma poteva essere utile alla squadra se il c.t. lo avesse mandato in campo almeno nel secondo tempo, magari a venti minuti dalla fine, visto come si stavano mettendo le cose per gli azzurri. Ma soprattutto, a Recife abbiamo visto un’Italia a due facce, in alcune fasi troppo in affanno. Il discorso legato al clima, molto umido e pesante, regge fino ad un certo punto, se non altro perchè vale per entrambe le squadre che hanno giocato, eppure il Giappone non è mai apparso senza fiato come l’Italia in alcune fasi della partita. Quello che abbiamo capito con questa gara è che la nazionale azzurra, per poter fare bene, ha bisogno di mantenere alta l’intensità di gioco e di fare la partita: non appena si rallenta e si cerca di limitarsi a contenere gli avversari, le difficoltà aumentano. Anche per questo, c’è bisogno di un altro giocatore offensivo ed abile nella costruzione del gioco, da affiancare a Balotelli. Sui singoli, c’è da dire che Daniele De Rossi ha vissuto una serata importante, segnando il gol che ha dato il via alla rimonta azzurra, il quindicesimo per lui con la maglia della nazionale (record assoluto per un centrocampista), ma ha rimediato un’ammonizione che gli costerà la squalifica. Nella sfida contro il Brasile, Prandelli dovrà quindi fare a meno del romanista, titolare indiscusso di questa squadra. Gigi Buffon poteva intervenire meglio su almeno due delle reti subìte, ma è stata soprattutto la difesa a traballare più volte, prestando il fianco al dinamismo dei giapponesi. A proposito della prossima gara, nonostante l’Italia sia già qualificata per le semifinali, sarebbe importante riuscire a battere il Brasile per aggiudicarsi il primo posto del girone, ed evitare di conseguenza una semifinale contro la Spagna, che con molta probabilità vincerà il suo girone. Gli azzurri non devono accontentarsi di passare e basta, anche perchè il Brasile padrone di casa è un avversario temibile ma non insuperabile. A patto che l’Italia mantenga la stessa intensità di gioco per tutta la partita, cercando di non concedere niente, perchè un avvio di partita come quello visto contro il Giappone di Zaccheroni, potrebbe essere fatale contro la Selecao. 

Fabrizio Landolfi
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