Di Fabrizio Landolfi
Domenica alle 12.30 la Roma di Zeman affronterà l’Atalanta allo stadio Olimpico, nell’anticipo della settima giornata di campionato. Sarà una partita davvero delicata, visto il momento che sta vivendo la squadra giallorossa: c’è molta delusione nell’ambiente, per la pesante sconfitta subìta una settimana fa a Torino, contro un’acerrima rivale come la Juve. Il tecnico boemo, dal punto di vista della società, non è affatto in discussione, ma buona parte del pubblico lo ritiene tra i responsabili del rendimento, fin qui scarso, della squadra.
Questa Roma ha dimostrato di non essere ancora pronta per competere ad alti livelli: contro la Juve si può perdere, senza dubbio, ma ci si aspettava che i giallorossi riuscissero quantomeno a dare un po’ di filo da torcere ai campioni d’Italia, mentre invece non c’è stata sfida, anche a causa dell’atteggiamento rassegnato e poco combattivo dei giocatori in campo; è quest’ultima, la cosa che ha fatto più male al pubblico. Domenica contro l’Atalanta c’è bisogno di una prova di carattere, i giallorossi devono vincere e dimostrare di essere squadra, ma di fronte a loro troveranno un avversario con altrettanta voglia di riscatto: gli uomini di Colantuono sono reduci da una pesante sconfitta casalinga, 1-5 contro il Torino neopromosso, quindi anche loro faranno di tutto per non perdere un’altra gara. Quella bergamasca, almeno sulla carta, è una squadra di livello più basso rispetto alla Roma, in base al valore tecnico dei singoli. Eppure, in alcune partite l’Atalanta ha dato l’impressione di essere un avversario scomodo da affrontare: ad esempio a San Siro, nella terza giornata, ha sconfitto 1-0 il Milan grazie al gol del centrocampista Cigarini. Quindi, il compito della Roma in questo settimo turno non sarà dei più semplici: bisogna battere un’Atalanta motivata a riprendersi, scendendo in campo con lo spirito di una squadra provinciale e con voglia di riscatto maggiore di quella degli avversari.
Proprio l’aspetto caratteriale, è stato il problema maggiore della Roma delle ultime gare. Il valore puramente tecnico della squadra, analizzando i singoli, è buono; perciò si vuole sperare che Zeman e i suoi possano competere per i primi posti, che non significa necessariamente per lo Scudetto, in questo campionato italiano il cui livello è sceso, dopo le ultime sessioni di mercato. Tuttavia, per potersela giocare non bastano le qualità tecniche, serve determinazione, coraggio, furore agonistico, voglia di lottare fino all’ultimo anche quando le cose vanno male, nonchè lo spirito di sacrificio, cosa che è visibilmente mancata ad alcuni singoli, su tutti il giovane Lamela. L’attaccante argentino deve fare di più, ed è in grado di fare di più, viste le sue potenzialità non solo tecniche, ma anche atletiche e fisiche. Per quanto riguarda la qualità della rosa, qualche pecca sta venendo a galla: gli attaccanti esterni, fondamentali per il gioco di Zeman, sono pochi. O meglio, gli unici veri esterni offensivi sono Lamela e Nico Lopez (il primo, peraltro, non nasce come esterno). Il tecnico fino a poco tempo fa sosteneva che Totti potesse tranquillamente giocare a sinistra nel suo 4-3-3, come faceva 13 anni fa nella prima Roma zemaniana. Probabilmente questo è stato uno degli errori di valutazione, poichè è evidente che il Capitano giallorosso, pur mettendo in campo tutto il suo spirito di sacrificio, a 36 anni fatica a fare tutto quello che il gioco di Zeman richiede in quel ruolo, ovvero farsi tutta la fascia, saltare l’uomo e scattare in velocità, crossare dal fondo e poi magari rincorrere l’avversario. Non a caso, il tecnico boemo ha modificato il suo classico modulo, proponendo questo 4-3-1-2 con Totti dietro ad altri due attaccanti: eppure, contro le squadre che giocano con un centrocampo folto, se non ci sono attaccanti esterni che aiutano in copertura, la Roma si ritrova ugualmente in inferiorità numerica sulla linea mediana. La speranza di tutti è che Zdenek Zeman riesca prima possibile a risolvere queste questioni tattiche, oltre a quelle legate alla difesa.
Per la partita contro l’Atalanta tornerà a disposizione anche il centrocampista Michael Bradley, reduce uno stop abbastanza lungo. Il terzino Balzaretti, fermato dall’influenza nei giorni scorsi, è guarito ed è pronto per giocare, mentre gli unici assenti saranno Lobont, Dodò e Pjanic, ancora infortunati. Si ha l’impressione che Zeman voglia lasciare in panchina, almeno per un turno, alcuni giocatori che fin qui hanno giocato più o meno da titolari: è il caso di Burdisso, Lamela, Tachtsidis, Taddei, tutti singoli che sono apparsi in forte difficoltà contro la Juve. Un’ipotesi sull’undici che la Roma opporrà all’Atalanta, è quella con Stekelenburg in porta, Piris, Marquinhos (che farebbe il suo esordio da titolare), Castan e Balzaretti in difesa, il trio De Rossi-Florenzi-Bradley sulla linea mediana ed un tridente pesante con Totti, Osvaldo e Destro in attacco. Naturalmente, il tecnico non ha esternato le sue intenzioni, riguardo alla formazione, quindi i giocatori che secondo questa ipotesi resterebbero fuori, hanno comunque le loro chances di giocare da titolari.
L’Atalanta di Colantuono, priva di tanti giocatori soprattutto nel reparto difensivo (Lucchini squalificato, Stendardo, Manfredini, Bellini e Capelli infortunati), ma anche dei centrocampisti Carmona e Biondini, scenderà in campo con il consueto modulo 4-4-1-1, con Consigli in porta, difesa a quattro con Raimondi, Matheu, Peluso e Brivio, centrocampo con Schelotto e Bonaventura sulle fasce, la coppia Cigarini-Cazzola in mezzo, con il trequartista Maxi Moralez alle spalle del centravanti Denis.
Fabrizio Landolfi
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