Lo scudetto che riscrive la storia, il capolavoro del gruppo: Juventus campione d'Italia

Lo scudetto che riscrive la storia, il capolavoro del gruppo: Juventus campione d'Italia

Di Alessandro Paparella
La Juventus torna Campione d'Italia, lo fa a sei anni di distanza da calciopoli, da un momento in cui la squadra fu smantellata, rasa al suolo come un paese che esce da un conflitto perso. Dovette ripartire praticamente da zero, da mille domande e da pochissime certezze, rappresentate dall'amore incondizionato dei suoi tifosi e dai cinque campioni rimasti a giocare sui campi di provincia: Del Piero, Buffon, Nedved, Trezeguet e Camoranesi. Dopo sei anni con molte delusioni e pochissime gioie, la vittoria del campionato 2011/2012 chiude di fatto un cerchio. La Juve torna sul tetto d'Italia, torna a essere la squadra più temuta, odiata, in fondo anche rispettata, perchè chi vince gode sempre di una sorta di rispetto anche dal rivale più acerrimo. Lo scudetto appena vinto è stato ampiamente meritato. La Juve è imbattuta dopo 37 giornate, è la miglior difesa del torneo, ha vinto con il suo miglior cannoniere (Matri) che ha segnato 10 gol, 18 meno di Ibrahimovic, 13 meno di Cavani e Milito, segno che realmente sia stata la squadra migliore. Ha tanti perchè lo scudetto della Juve. Il primo si chiama Antonio Conte, capitano da giocatore, condottiero da allenatore: la Juve di quest'anno ha mostrato il bel gioco che si vedeva con Lippi e la concretezza e la solidità ammirate nel biennio di Capello, basterebbe questo per elogiare il grande lavoro fatto, dal punto di vista tecnico e mentale. Un altro puntello fondamentale è stato Pirlo: la Juve ha creduto in lui facendogli firmare un contratto importante e costruendogli la squadra attorno. Pirlo ha ripagato la fiducia giocando una stagione strepitosa, tornando a esprimersi su livelli di assoluta eccellenza, e andando a formare con Marchisio e Vidal un reparto che ha pochi eguali in Europa. Fondamentale poi sono state le figure di Del Piero e Buffon, sia dentro che fuori dal campo. In particolare Del Piero, malgrado la prematura e discutibile decisione presidenziale, si è messo a disposizione con l'entusiasmo di un primavera che si affaccia alla prima squadra, risultando anche decisivo quando è stato chiamato in causa. E' lo scudetto di tutti: di un Barzagli per distacco il miglior difensore del campionato, di un Bonucci criticato ma decisivo nella difesa a tre, di Chiellini, Lichtsteiner, De Ceglie, Caceres, di Vucinic, decisivo anche ieri, di Borriello, autore a Cesena di un gol cruciale, di Quagliarella, che ha aspettato in silenzio il suo momento, e di tutti gli altri. Inquadrare un momento di svolta in una stagione così è difficile. Importante è stato l'esordio in una torrida mattina di settembre a Torino contro il Parma, così come la vittoria netta 2-0 contro il Milan alla quinta partita. Hanno inciso molto sul morale anche alcune rimonte, come quella di Napoli e quella dell'Olimpico contro la Roma, in partite che sembravano storte: li probabilmente la squadra ha preso coscienza che si stava costruendo qualcosa di importante. Decisivo è stato soprattutto il cambio di marcia nelle ultime dieci partite, dopo che il Milan si era portato a più quattro. La Juve ha piazzato un filotto di nove vittorie e un pareggio, passeggiando su avversari come Fiorentina, Inter, Napoli, Palermo, Roma, e vincendo di cuore contro Lazio e Cesena, riprendendosi con gli interessi la vetta della classifica. La frittata contro il Lecce un po' ha inciso sul morale dei giocatori, che però ieri hanno controllato bene le emozioni, segnando subito con Vucinic (una garanzia nei finali di campionato) e gestendo bene il risultato, poi Milito ha fatto il resto, permettendo alla festa bianconera di cominciare.
Dopo tanti elogi e tanti festeggiamenti, la stagione ha comunque ancora da dire qualcosa di importante. Contro l'Atalanta domenica l'obiettivo sarà conquistare l'imbattibilità in campionato, cosa mai riuscita a nessuno in un torneo a 20 squadre, e soprattutto tra due settimane ci sarà la finale di Coppa Italia contro il Napoli, che a sua volta non vorrà mancare all'appuntamento con la storia.

Alessandro Paparella
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