Troppa Inter per il Parma: la cinquina è servita

Troppa Inter per il Parma: la cinquina è servita

Di Mauro Giordano

Claudio Ranieri ha trovato la strada giusta. Adesso non gli resta che continuare a percorrerla e probabilmente a fine campionato si guadagnerà la riconferma, sempre in bilico a causa del grande obiettivo di Moratti per la panchina della prossima stagione: Pep Guardiola. Nel frattempo, però, il tecnico romano si dimostra il solito «aggiusta situazioni» e senza troppi proclami ha portato la squadra ha ridosso delle posizioni alte, in attesa del derby della prossima settimana. Ranieri ha ridato vita a una squadra imballata per tutta la parte del campionato. Imballata mentalmente e fisicamente, ma anche dalle scelte tecniche poco chiare di Gasperini. Lui, il «risolvi problemi» l’ha fatta ripartire da alcune certezze: difesa a quattro, centrocampo solido e due punte di ruolo. Sicuramente è stato favorito dal recupero di alcuni grandi nomi, primo fra tutti Samuel, ma anche lui ha dovuto fare a meno di Sneijder, il vero fulcro del gioco. Il Parma si scontrato contro una formazione che ha giocato un grande primo tempo, chiuso sul 3-0, grazie alla doppietta del «Principe» ritrovato, Diego Milito, e a un tiro da fuori area di Thiago Motta. Nella ripresa sono arrivati i due sigilli di Pazzini e Faraoni, giusto per dare un po’ di italianità alla prova perfetta degli uomini di Ranieri.

EQUILIBRIO E CORSA – Samuel e Lucio hanno ricomposto per una sera la straordinaria coppia di centrali di due stagioni fa. Certo, non sono mancate alcune sbavature, ma le caterve di gol della prima parte della stagione sono un lontano ricordo. Nagatomo si è ben confermato sulla sinistra, mentre sull’altra fascia Maicon ha corso e crossato come suo solito, da miglior terzino destro del mondo. Da un suo traversone è nato il 3-0 di Milito, lasciato solo dentro l’area di rigore, ma autore di una prova da 8 in pagella. Al di là dei due gol e dell’passaggio filtrante con il quale ha mandato in rete Pazzini, l’attaccante si è mosso con rapidità, dando molta profondità ai nerazzurri. La goffaggine di qualche settimana fa sembra essere scomparsa facendo aumentare i rimpianti per lo sciagurato prologo della stagione. Si sono visti anche begli scambi con Pazzini, con il quale il Principe ha dialogato molto. Buona la prova del centrocampo. Zanetti non delude mai, mentre si è rivisto uno straordinario Cambiasso, capace di calamitare tutti i palloni che gli passassero vicini. Thiago Motta ha dato qualità alla manovra e ha provato molti inserimenti in avanti. 


BRAVO ALVAREZ – Una nota di merito se l’è guadagnata Ricky «Maravilla» Alvarez. Il ventitreenne argentino è stato l’assoluto protagonista dei primi trenta minuti di gara, sfoderando un assist per l’1-0 di Milito e giocate di elevato tasso tecnico. Apparentemente – meglio non lasciarsi andare a proclami – è entrato nella mentalità del campionato italiano. Forse ha anche esagerato, cercando colpi ad effetto, ma d’altronde si vuole dimostrare al pubblico nerazzurro e al presidente Morattti che i 5,5 milioni di euro spesi per il suo cartellino non sono stati buttati. L’ex Vélez Sàrsfield è in continua crescita e aspira a diventare il trequartista titolare. Gli manca ancora qualcosa per esserlo. Nella seconda parte di gara è finito ai margini e non ha più inciso, ma d’altronde la partita era già segnata. Deve imparare a essere costante e cercare la finalizzazione delle azioni con passaggi veloci e non solo con iniziative personali. Per il resto merita i complimenti per non essersi fatto travolgere dalle critiche seguite ai primi minuti giocati in Italia.

VOLARE BASSO – Un‘ipotetica rimonta è solo all’inizio e d’altronde se Juve e Milan non rallentano ogni sforzo per accorciare le distanze sarà vano. Le possibilità di puntare allo scudetto saranno chiare già alla prossima giornata, dopo il derby contro il Milan. Se i rossoneri e la Juve arriveranno con 8 lunghezze di vantaggio, una sconfitta segnerebbe la fine di ogni speranza. Al contrario una vittoria potrebbe rappresentare una grande spinta, soprattutto in una fase in cui non la Champions League. La mancanza di impegni europei è il vantaggio dei bianconeri di Conte, ma dalle parti di Torino sono impegnati a fare gli spergiuri in vista del mese di gennaio, periodo nero delle ultime annate juventine. Bisogna aspettare, ma il ritardo accumulato dall’Inter sembra chiudere ogni discorso. A Zanetti e compagni il compito di riaprirlo.

Mauro Giordano

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