Milan, che ti succede?
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Andrea
on lunedì 3 ottobre 2011
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Milan, che ti succede?
Di Davide Biscaro
Se il campionato di calcio fosse una scuola e il Milan uno dei 20 studenti della classe, di certo sarebbe il classico alunno “è intelligente ma non si applica”, che andando avanti di questo passo rischia seriamente la bocciatura anticipata. Passi la scusa, peraltro poco valida per un top club, dell’ingente numero di infortunati, ma a giocare con una mollezza e un pressapochismo così si riesce solo a fare infuriare i tifosi. Allegri nel dopo gara era a dir poco caustico, probabilmente avrebbe voluto fare fuori uno di quegli uomini che non più tardi di due mesi fa gli hanno regalato l’ultimo trofeo, conquistato peraltro contro una squadra altrettanto impelagata in posizioni che solitamente non le competono. Certo però che l’allenatore livornese ci mette del suo a complicare una serata che già dai primi minuti appare un Calvario. Pronti via e la Juve, sfruttando il folto ma quanto mai dinamico centrocampo allestito da conte, e la frenesia di Vucinic, crea palle gol a raffica. Uno, due, tre se si considera l’ottima azione innescata dal solito Pirlo (anche oggi eccezionale) e non portata a termine da Marchisio. Il volto di Abbiati la dice lunga su che serata lo attende, certo è che per tutto il primo tempo il pallino del gioco lo tiene in mano la Vecchia Signora. Una squadra ordinata, veloce, aggressiva, proprio bella da vedere, che suscita nel tifoso quell’invidia per chi ne ha davvero di più di te. I rossoneri, dal canto loro, avevano organizzato la partita in modo diverso, sperando nelle ripartenze con lanci lunghi indirizzati al solito Ibrahimovic, magari facendo affidamento all’imprevedibilità di Boateng, ma Conte ha preparato i suoi a dovere. Ogni volta che i giocatori del Milan entravano in possesso del pallone, subito si trovavano addosso almeno un paio di randellatori juventini (e qui un plauso lo merita Arturo Vidal, oggetto misterioso fino a questo punto ma determinante ieri sera con il suo incredibile affiatamento e la sua capacità di recupero). E così il confronto diventa impari, i bianconeri colpiscono anche una traversa con il solito Vucinic, il replay mostrerà che è determinante il tocco di Abbiati per evitare un gol che sarebbe stato meritato. Il fischio di fine primo tempo non sembra vero, e soprattutto sembra ancora più incredibile, per chi la partita l’ha vista, leggere sul tabellone luminoso dello Juventus Stadium la scritta “Juvenus 0-0 Milan”. Nella ripresa i rossoneri entrano in campo un po’ più pimpanti, al 51’ addirittura rischiano la beffa ai danni della Juve con un tiro di Boateng imbeccato da Cassano. Buffon tuttavia dimostra ai 41.000 presenti chi è il portiere più forte al mondo deviando in angolo. E qui si chiude la partita del Milan, che da questo momento in poi si dedica alla “sagra dell’errore”: in rapida successione Van Bommel, Seedorf, Thiago Silva, sembrano i fantasmi di loro stessi, forse anche peggio. Solo Abbiati prova a tenere in piedi una partita che è già andata in malora anche se il risultato è ancora fermo lì con le reti inviolate. Se poi è vero che quando piove, ciò avviene sempre sul bagnato, eccoti arrivare la botta al ginocchio di Nesta, che stringe eroicamente i denti ma è poi costretto a lasciare il campo ad Antonini, con Bonera che passa al centro. E qui sono guai seri. Non tanto perché Daniele non sia capace di amministrare da centrale arretrato, quanto perché lui e la sfortuna vanno a braccetto, povero ragazzo! Minuto 87, sembra incredibile ma fra i tifosi cresce la speranza di portare a casa un punticino tanto pesante quanto immeritato. Meno male per la Juventus che una giustizia c’è: palla in area, tra mille rimpalli la sfera finisce sui piedi del centrale bresciano, che giustamente decide di prolungare in corner onde evitare pericoli ulteriori. Peccato che sulla sua spalla si sia “appostato” il corvo nero della malasorte, che assume le sembianze di Claudio Marchisio. Il leoncino torinese tocca con l’esterno il pallone destinato sul fondo e che invece finisce alle spalle di uno sconsolato Abbiati. Apriti cielo! Lo stadio è (giustamente, va detto) in delirio, la Juve finisce sul velluto, da un innocuo tiro da fuori area del nuovo idolo bianconero Marchisio leggermente toccato da Matri in posizione regolarissima scaturisce la topica dell’anno di un portiere che è l’ombra di un suo lontano parente. Era dai tempi di Kalac che non si rideva così per un gol subito, ma (esperienza personale di un portiere, peraltro alquanto rivedibile e che sarei io, se mi posso permettere) in momenti come quelli il cervello è completamente scollegato, pensi solo a come una partita giocata fin lì dignitosamente finirà per essere quella che tutti ricorderanno “…per il goffo tentativo di parata con la palla che passa beatamente sotto il tuo corpo…”. Fischio finale, la Juve porta a casa tre punti meritatissimi (e pesantissimi) ottenuti grazie al bel gioco e alla tenacia, non esistono scuse per l’undici milanista.
Capitolo Allegri, e qui si potrebbe diventare lunghi, e conseguentemente noiosi. Cercherò pertanto di essere breve. Dice uno: “Ma dove ha sbagliato l’allenatore, se aveva a disposizione solo questi?” Risposta: e chi dice nulla sulla formazione iniziale. Il problema è stata la pessima gestione dei cambi. Ora, premesso che alle sedute di allenamento è il tecnico che partecipa, e che dunque fa le sue scelte sulla base di quello che vede, ma da dove è sbucata l’idea malsana di togliere Cassano per Emanuelson??? Un ragazzo che nei suoi anni di Amsterdam (tra i più bui nella storia dell’Ajax, sarà un caso?) ha sempre fatto l’esterno mancino, tutt’al più il terzino, ma come può diventare rifinitore nel giro di 10 mesi, passati perlopiù in panca che in campo? Mistero! Certo è che se fare mercato significa piazzare gli esuberi di un procuratore (leggi: Raiola) solo perché ti ha portato un fenomeno allora le idee chiare proprio non le hanno in via Turati.
Altra gaffe clamorosa (per la quale il buon Max, che comunque ha dimostrato ampiamente l’anno scorso che non è un pirla, come diceva un suo collega dall’altra parte del Naviglio) è stata quella di illudere un uomo, Inzaghi, che al Milan si è sempre donato anima e cuore. Prima lo fa scaldare un quarto d’ora, poi lo fa riaccomodare in panchina quasi fosse uno sconosciuto appena aggregato dalla primavera. Ma il rispetto dov’è? Fosse la prima volta, passi pure. Il problema è che questo atteggiamento il mister l’ha già tenuto in altre occasioni, sempre ai danni del bomber piacentino. Uno che i tifosi amano. E si sa, a toccare i beniamini dei tifosi si gioca col fuoco… Ultima perplessità: Aquilani. Possibile che due partite giocate in agrodolce, ma anche un gol segnato, lo abbiano già relegato al dimenticatoio??? E’ davvero messo peggio di gente che, a 35 anni suonati, gioca ogni tre giorni? Altro mistero. Chiudiamo con le pagelle (impietose anche queste, ma che volete farci, non si salva nulla oggi).
Abbiati: 5 Il voto è una media fra il 6,5 della gara giocata fino al gol di Marchisio e il 3,5 degli ultimi 8 minuti. Ma mi sono già espresso prima sul ruolo del portiere.
Bonera: 5,5 Fare il terzino per uno che non lo è, è sempre gravoso, ma almeno lui si batte, ci prova, si mette a disposizione… certo che la sfortuna è la sua ombra!!!
Thiago Silva: 6 (il migliore, se di migliore si può parlare) Sbaglia più del solito, ma se non ci fosse stato lui la partita sarebbe terminata con un tennistico 6-0. Emblematico il salvataggio su uno sciagurato retropassaggio di Van Bommel, segno che la testa in questo momento non è proprio al campo di calcio
Nesta: 6 Prova a tenere botta finché c’è, ma non si può pretendere che un 35enne con due operazioni chirurgiche alle spalle e vari infortuni, alcuni anche gravi, possa essere una pedina importante da cui ripartire. Comunque coraggioso, altri, anche più giovani, dovrebbero imparare da lui (dal 74’ Antonini: 6 Dall’inizio no, eh?! Il più pimpante parte dalla panchina, mah!)
Zambrotta: 5,5 Il fiato è quel che è, non va mai in progressione, ma ha il suo bel daffare a contenere le fasce bianconere
Nocerino: 5 Spaesato, non fa certo sfoggio di bravura (dall’83’ Ambrosini: s.v. Entra e sbaglia un controllo, se il buongiorno si vede dal mattino…)
Van Bommel: 5,5 L’ombra di quello visto l’anno scorso. Viene il dubbio che il suo unico interesse fosse quello di farsi un altro anno in un club di prima fascia per farsi un bel fondo pensione. Speriamo di no, anche se…
Seedorf: 4,5 Ok senatore, ma – visti i tempi che corrono in Italia – i privilegi no eh! Non corre, non gioca, non fa nulla, ma cosa fa allora? A corrente alternata, solitamente, ma oggi era blackout totale evidentemente
Boateng: 5,5 Se non altro ha il merito di tirare in porta e di impensierire Buffon, ma spesso corre a vuoto. Espulso a fine gara per doppio giallo, ma il secondo non c’è. Il replay evidenzia la totale involontarietà del dito nell’occhio a Chiellini, il ghanese voleva affrettare i tempi recuperando il pallone proprio sopra la testa del centrale bianconero. Assenza pesante in vista di Palermo, ma Rizzoli è da assolvere, perché non vede ed è mal consigliato dagli assistenti
Cassano: 5,5 Là davanti cerca di fare qualcosa, ed è l’unico a provarci, ma è imbarazzante come appena tocchi palla si trovi addosso almeno due uomini. Allegri lo toglie inspiegabilmente, forse l’ha risparmiato per Serbia-Italia di venerdì… (dal 63’ Emanuelson: 4,5 Su di lui già si è detto delle colpe del mister e della dirigenza nel prenderlo, dal canto suo però sembra essere venuto a Milano per fare turismo, con di mezzo qualche “allegra scampagnata” sui campi della Serie A)
Ibrahimovic: 4,5 Male, malissimo, peggio non si poteva caro Zlatan. Anche un onesto mestierante la butta dentro contro il Viktoria Plzen, ma da te i tifosi si aspettano molto di più nelle gare che contano. Passano gli anni ma non cambi mai. Così era all’Inter, così al Barcellona, così, sembra fin qui, al Milan. Eppure la classe non ti manca, figuriamoci il fisico. E non vale la scusa che tutto lo stadio ti ha fischiato, perché allora Eto’o non avrebbe dovuto fare nemmeno un gol nella sua esperienza italiana. Ma ho fiducia che tu ti riprenda, anche perché se non lo fai sono dolori!
Davide Biscaro
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