Padova - Modena 2-0: Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare
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Andrea
on sabato 24 settembre 2011
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Padova - Modena 2-0: Quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare
Di Carlo Gazzeri
Tabellino
PADOVA (4-3-3): Pelizzoli; Donati, Schiavi, Legati, Renzetti; Bovo, Italiano, Marcolini (dal 28' st Cuffa); Cutolo (dal 15' st Lazarevic), Cacia, Drame (dal 39' pt Trevisan) (Perin, Osuji, Milanetto, Ruopolo). All. Dal Canto
MODENA (4-4-2): Caglioni; Turati, Diagouraga, Perna, Rullo; Giampà, Della Bona, De Vitis (dal 10' st Bassoli), Ciaramitaro (dal 31' pt Carraro); Bernacci, Fabinho (dal 28' st Gilioli) (Guardalben, Stanco, Milano, Spezzani). All. Bergodi
Arbitro: Filippo Merchiori di Ferrara (Paganessi-Fiorito). Quarto uomo Peretti
Marcatori: Cacia (Pd) al 29' st, Italiano (Pd) al 35' st
Ammoniti: Drame, Legati, Cacia (Pd), Dalla Bona, Perna (Mo)
Espulsi: Legati (Pd) per doppia ammonizione
Spettatori: 7.972
La più nota regola del gioco del calcio assegna tre punti a chi vince, uno a chi pareggia e zero a chi perde. Affermare però che la vittoria di oggi dei biancoscudati vale solo le tre lunghezze – giusto quelle che permettono di balzare in testa alla classifica con Brescia e Torino – è quantomeno riduttivo, non fosse altro perché l’ultima volta che il Padova aveva giocato in dieci per buona parte della partita era coincisa con la buia notte di Novara e oggi qualche maligno sugli spalti era già pronto, sullo zero a zero a venti dalla fine con un Padova mai realmente pericoloso, ad affermare che, in dieci, Dal Canto le partite non le sa gestire.
Sì perché quando dopo poco più di mezz’ora (si può iniziare qui la cronaca visto che i primi trenta minuti sono stati decisamente noiosi eccezion fatta per un sinistro di Cutolo deviato a fil di palo) l’arbitro mostra il secondo giallo a Legati e il maxischermo dell’Euganeo si accende per segnalare i vantaggi di Brescia, Torino e Sampdoria un po’ di sconforto subentra nell’animo dei giocatori in campo e dei tifosi in tribuna.
Eppure proprio la difficoltà porta il Padova a reagire con un forcing dettato più dalla rabbia agonistica che dalla lucidità tattica, inevitabilmente venuta meno col passaggio dal 4-3-3 al 4-4-1 (dentro Trevisan per lo spento Drame, Cutolo spostato a sinistra e Cacia unica punta a tentare di far salire la squadra). Ma nonostante la squadra si alzi di venti metri e si renda pericolosa dalla distanza prima con Cutolo e poi con Italiano, il vantaggio non arriva e il primo tempo si chiude 0-0 tra i fischi di un pubblico legittimamente inviperito con l’arbitro Merchiori il quale, per non farsi mancare nulla, aveva in precedenza espulso anche il Direttore Sportivo dei biancoscudati Rino Foschi, alla sua prima (e difficilmente ultima) espulsione stagionale.
Nel secondo tempo ti aspetti un Padova arrembante nonostante l’uomo in meno e invece Dal Canto, abile a capire che una squadra che schiera Italiano (trentaquattro anni) e Marcolini (trentasei) nella zona nevralgica del campo non può assolutamente sostenere tre quarti d’ora di forcing, imposta un Padova attendista, inserisce Lazarevic e invoglia il Modena ad alzare il baricentro con l’evidente fine di castigarlo in contropiede. Detto, fatto: i canarini iniziano a spingere ma né Bernacci (segnalatosi più per plateali proteste che per controlli di palla giusti) né Carraro (talentuoso ma ancora acerbo) riescono a finalizzare un pressing peraltro troppo sterile per impensierire il Padova, che, invece, alla prima ripartenza di un certo spessore, punisce l’avversario, e lo fa con Cacia che a sedici dalla fine controlla il lancio di Italiano, approfitta di un malinteso in chiusura tra i centrali del Modena, dribbla Caglioni e di sinistro mette in rete l’uno a zero.
Reazione del Modena? Nemmeno per sogno. Il Padova vola sulle ali dell’entusiasmo, vede i gialloblù storditi e al trentacinquesimo minuto li finisce con un calcio di punizione di Italiano che infila l’estremo difensore emiliano con un rasoterra potente, anche se non imparabile, sul secondo palo.
Gli ultimi minuti servono solamente al pubblico per consumare la propria vendetta contro il direttore di gara a suon di cori mentre in campo Lazarevic tenta invano di mettersi in mostra e Gilioli prova una conclusione velleitaria al minuto 41’: finisce due a zero dopo tre minuti di recupero.
Alla vigilia si era parlato di prova di maturità: il Padova ne esce alla grande, confermandosi una squadra solidissima e dimostrandosi capace di gestire con sapienza le difficoltà. Ed è proprio questa la più grande differenza rispetto alla squadra dell’anno scorso, forse più bella da vedere (citofonare El Shaarawy) ma meno solida e compatta, più sorpresa e meno certezza.
Doveva essere una vittoria scontata, è stata difficilissima, sudata e perfino, per come si erano messe le cose, insperata: ecco perché non vale solo tre punti.
Pagelle del Padova
Pelizzoli 6: inoperoso.
Donati 6: al rientro dopo tre gare, dimostra di non aver perso la sua solita verve e non disdegna qualche sortita offensiva.
Legati 5: ingenuo, ma entrambe le ammonizioni sono esagerate.
Schiavi 7.5: man of the match a mani bassissime, nonostante il fisico da armadio ha l’intelligenza giusta per guidare la difesa senza sbagliare mai, né in fase di chiusura né di ripartenza. Caudillo sui generis.
Renzetti 6: primo tempo da spettatore non pagante, cresce nella ripresa e una sua discesa di cinquanta metri ridà al Padova la carica emotiva per portare a casa i tre punti.
Bovo 6: finché ne ha, lotta, anche se con poca lucidità.
Italiano 7: chiude la gara con una punizione velenosa, ma al di là del gol è bravo a dettare i tempi in un pomeriggio difficile.
Marcolini 6.5: più stanco del solito, sopperisce con l’intelligenza calcistica che è di altra categoria. (Cuffa 6: solido ed esperto).
Drame 4.5: giornataccia a parte, un giovane di diciannove anni non può prendere quattro cartellini gialli in cinque partite. (Trevisan 6: fa bene il suo compito, è più in condizione di Legati).
Cacia 7: altro gran gol, questa volta rispetto a Verona aggiunge lucidità e brillantezza fisica.
Cutolo 5.5: un po’ egoista nel primo tempo quando non serve Cacia, viene giustamente sacrificato sull’altare del 4-4-1 e quindi sostituito. (Lazarevic 5.5: non riesce ad essere un valore aggiunto, forse ha bisogno di giocare con più continuità).
Dal Canto 8: miglior partita da quando allena il Padova. Lezione su come si gestisce una partita di calcio con l’uomo in meno.
Carlo Gazzeri
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