Nervi tesi allo Swindon Town
Di Renato Cignoni
La gara di Carling Cup tra Swindon e Southampton è appena terminata, i Robins hanno incassato la quinta sconfitta su sette gare ufficiali e l'atmosfera non è certo delle migliori per Di Canio ed i suoi ragazzi.
All'altezza del tunnel che porta agli spogliatoi, davanti alle telecamere delle tv, Leon Clarke, l'attaccante voluto da Paolo Di Canio in persona che per averlo nella sua squadra ha fatto fuoco e fiamme, viene a diverbio con il preparatore atletico Claudio Donatelli.
Di Canio si precipita immediatamente dal giocatore e, con fare da fratello maggiore, cinge il braccio destro sulle spalle di Clarke per calmarlo, spiegandogli che le divergenze devono rimanere nel chiuso dello spogliatoio.
L'attaccante, fin qui alquanto deludente in campo, reagisce stizzito allontanando con violenza il braccio del mister per poi dirigersi di gran lena verso il sottopassaggio seguito da Di Canio.
All'interno del sottopassaggio deve essere scappata una parola di troppa a Clarke e il mister, che rende pegno in centimetri al giocatore ma non certo in fatto di grinta, attacca letteralmente Clarke alla parete.
Segue un breve parapiglia tra i due, sedato da steward e giocatori, il tutto ripreso dalle telecamere.
Nel dopogara sarà il Presidente del club Jeremy Wray a dichiarare di non sapere bene cosa sia successo ma che a tutto c'è un limite e che la vicenda sia stata gestita male sia dall'allenatore sia dal giocatore.
Nessuna dichiarazione di Di Canio che ha lasciato lo stadio subito dopo il diverbio mentre Leon Clarke, in pieno “trip agonistico”, è tornato a casa in divisa da gioco.
Renato Cignoni
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